Salute Sette Lecce Autismo, ecco cosa succede al cervello e a che punto è la ricerca Anche oggi parliamo di disturbo dello spettro autistico soffermandoci sui meccanismi cerebrali che lo determinano e su come si sta muovendo la ricerca. “Al bambino autistico non mancano i neuron... 03/04/2019 a cura della redazione circa 4 minuti Anche oggi parliamo di disturbo dello spettro autistico soffermandoci sui meccanismi cerebrali che lo determinano e su come si sta muovendo la ricerca. “Al bambino autistico non mancano i neuroni a specchio, ma non riesce a utilizzarli”. Abbiamo intervistato il professore Nicolardi. Solo da qualche anno è stata dimostrata per la prima volta la presenza di un minor numero di connessioni tra la corteccia visiva e quella prefrontale, dove nascono le emozioni, nel bambino autistico. Il disturbo dello spettro autistico è una patologia complessa, che continua a sollecitare la sfida della ricerca. Il ragazzo autistico è abituato ad assumere atteggiamenti ripetitivi e disinteressati verso qualsiasi attività: talvolta il paziente è incapace di riconoscere un viso familiare. In uno studio pubblicato su Brain, si spiega che nei soggetti con questo disturbo le connessioni tra la corteccia visiva e quella prefrontale ventromediale, implicata nello sviluppo delle emozioni, sarebbero di molto ridotte, con importanti ripercussioni sui comportamenti sociali. Tra le aree cerebrali esistono delle connessioni imprescindibili: sono proprio le “disconnessioni” tra alcune aree che causano l’autismo, secondo gli studiosi. Siamo nel campo delle alterazioni dell’anatomia cerebrale. Le ricerche fatte fino ad oggi dimostrano che specifiche alterazioni del DNA sono in grado di compromettere le connessioni cerebrali e la regolare funzione del cervello, causando una delle forme più diffuse di autismo. La corteccia prefrontale nei bambini portatori della mutazione oggetto di studio, rimane isolata e non riesce a comunicare efficacemente con il resto del cervello, generando sintomi specifici dell’autismo: problemi di comunicazione e problemi di relazione. INTERVISTA AL PROFESSOR GIUSEPPE NICOLARDI, NEUROLOGO E DOCENTE DI ANATOMIA UMANA UNISALENTO Professore, cosa succede al cervello di un bambino con disturbo dello spettro autistico? “Il disturbo dello spettro autistico è caratterizzato da alterazioni strutturali, soprattutto delle connessioni, ma talvolta da iposviluppo di certe aree corticali. La corteccia celebrale ha una suddivisione geografica con delle specializzazioni funzionali, per esempio c’è l’area del linguaggio, l’area in cui arrivano i segnali dall’esterno (pelle, muscoli e altro). Ci sono anche degli altri processori come quelli emozionali o quelli che permettono di risolvere i problemi. Quindi c’è una specializzazione di zone, che non funzionano in quanto tali, ma perché collegate con altre zone: si creano dei network. Tra questi c’è il default mode network, cioè il network della condizione di stasi, che nel soggetto con autismo ha delle connessioni alterate”. Quando si alterano queste connessioni? “Questo succede durante il neurosviluppo: la diagnosi precoce serve a ridurre e minimizzare il più possibile queste alterazioni. La riabilitazione cognitiva che viene effettuata serve per correggere possibilmente, anche se avviene di fatto quasi inconsapevolmente dall’operatore, però molto probabilmente si creano delle nuove connessioni dovute proprio alla presenza di queste cellule staminali anche nell’adulto”. È possibile un recupero delle connessioni? “È possibile un recupero, ma bisogna individuare delle strategie idonee e potenziate al massimo dalla tecnologia per studiare a fondo la funzionalità delle aree corticali e delle connessioni: c’è molto da fare nella ricerca. Anche i network assistenziali che si creano possono dare una mano a risolvere il problema”. Qual è il ruolo del neurologo nella terapia del disturbo dello spettro autistico? “In realtà parlerei del ruolo di questa rete di assistenza, che è un’attività combinata delle varie componenti. Sono fondamentali le componenti sociali, scolastiche e la famiglia, che interagiscono continuamente con il bambino e l’adolescente autistico. Il neurologo e il Neuropsichiatra infantile fanno un lavoro di sintesi per valutare gli effetti della terapia in base alla diagnosi funzionale che è stata effettuata”. Le medicine servono oggi? “Le medicine servono nei casi in cui si riscontri molta agitazione nel paziente o comportamenti di tipo psicotico: diversamente è più efficace la terapia di tipo cognitivo-comportamentale, la strutturazione della conoscenza e il potenziamento delle strategie di insegnamento capaci di migliorare l’apprendimento del bambino autistico. Chi ha questo problema, di fatto, non riesce a connettersi con la realtà circostante. Non mancano i neuroni a specchio: ci sono ma non riesce a utilizzarli. È una finestra sensoriale più stretta: l’input sensoriale degli autistici viene utilizzato in maniera diversa”. Perché il bambino che soffre di questo disturbi può sviluppare delle capacità fuori dal comune in alcuni campi? “Noi possediamo delle strutture in grado di connetterci con il mondo esterno, i sensi che producono segnali nervosi che poi vengono inviati al cervello. Se il cervello non riesce utilizzare adeguatamente queste sensazioni, è perché esistono queste alterazioni strutturali. Alcuni pazienti autistici hanno un’ottima memoria o una spiccata capacità di calcolo perché isolandosi riescono a concentrarsi di più”. La ricerca ce la farà a ripristinare le connessioni cerebrali dei bambini autistici? “Sono fiducioso. La prevenzione è importante per trattare al più presto il bambino affetto da disturbo dello spettro autistico. Oggi la ricerca sta facendo enormi passi avanti. Speriamo che le conoscenze della neurochirurgia di base e delle neuroscienze progrediscano sempre di più. Intanto, esiste un progetto che si chiama ‘Connettoma Umano’ ed ha lo scopo di studiare le interconnessioni fra le diverse aree corticali: tutto questo ci aiuterà a creare degli strumenti tecnologici per valutare più adeguatamente le caratteristiche dell’autistico”. Gaetano Gorgoni
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