Salute Sette Lecce 

Un bambino autistico ogni 58: “Cause genetiche, ma anche inquinamento”

I disturbi del neurosviluppo aumentano: un incremento che preoccupa gli studiosi. Al CNR di Lecce nuove scoperte per la diagnosi. I consigli dell’esperto nel Convegno nazionale che si è...

I disturbi del neurosviluppo aumentano: un incremento che preoccupa gli studiosi. Al CNR di Lecce nuove scoperte per la diagnosi. I consigli dell’esperto nel Convegno nazionale che si è tenuto a Lecce. Oggi, in occasione della Giornata Mondiale di Consapevolezza sull’autismo, i vertici delle Asl, Università, Regione Puglia e Ministero della Salute si sono incontrati a Lecce per confrontarsi sulle criticità che riguardano la rete dei servizi ai bambini autistici. La commissione Sanità pugliese ha riunito tutti gli stakeholders, persino la chiesa rappresentata dal vescovo Seccia. Tanti i medici e i luminari intervenuti nel Polo Didattico ASL-Lecce (ex Opis) nel dibattito intitolato “Insieme per l’autismo”. I dati inquietano: l’autismo colpisce un bambino ogni 58 nel mondo. Sono circa 60 milioni i bambini autistici. Tutti gli esperti interventi a Lecce confermano il Salento è in linea col trend mondiale per quanto riguarda il picco dei disturbi del neurosviluppo. Il piccolo non ti guarda negli occhi, non ti abbraccia e non sorride: verso i due anni scopri che c’è qualcosa che non va. Un problema di relazione: il bambino è chiuso in se stesso. Le scuole ancora non sono preparate al cento per cento per offrire tutti i servizi necessari. L’autismo ha vari gradi e livelli di gravità. Ogni bambino autistico ha esigenze diverse. Manca la capacità di offrire una prospettiva futura ai ragazzi autistici. I genitori oggi sono scesi anche in Piazza Sant’Oronzo a manifestare con i palloncini azzurri. La legge c’è, ma i fondi spesso mancano. In Italia sono interessate 500mila famiglie. LA RETE DELL’AUTISMO E I CAT I problemi della sanità si affrontano facendo rete, unendo centri, operatori, istituzioni e professionalità: anche nel caso dei disturbi dello spettro autistico è stato fatto questo discorso. Il Centro Territoriale per l'Autismo (CAT), che afferisce al Dipartimento di Salute Mentale, nasce come Servizio all'interno della rete assistenziale territoriale sanitaria per i Disturbi dello Spettro Autistico (DSA), così come previsto dal Regolamento Regionale n. 9 dell'8 luglio 2016. E' prevista un' èquipe multiprofessionale dedicata sia per l’età evolutiva che per l'età adulta, garantendo la continuità assistenziale tra i Servizi per l'età evolutiva e i Servizi per l'Adulto. “Il tema dell’assistenza alle persone portatrici del disturbo dello spettro autistico è annoso - spiega il direttore ARES Giovanni Gorgoni - La rete autismo è stata edificata qualche anno fa. Ora ogni ASL ha un CAT (Centro autismo territoriale). Con fatica stiamo cercando di costruire fondazioni forti per una questione di risorse. Il budget della Regione Puglia è di 7 miliardi: possiamo trovare 500 milioni per rendere efficiente la rete”. Mancano i soldi per nuove assunzioni e spesso anche per rendere più efficienti le strutture che già ci sono: questa è la puntualizzazione del direttore Gorgoni. L’ARES ha organizzato i corsi di formazione e perfezionamento sull’autismo, ma ha anche puntato sui percorsi di inclusione sociale dei ragazzi e adulti con disturbi dello spettro autistico. Secondo il presidente dell’Ordine dei Medici, Donato De Giorgi esiste un pesantissimo gap tra nord, dove le strutture ultra-specializzate sono tante, e sud, dove in alcune regioni mancano. L’INQUINAMENTO AMBIENTALE I dottori che hanno moderato il dibattito, Giovanni De Filippis e Prisco Piscitelli (ASL Lecce) hanno più volte sollecitato i relatori sulla questione relativa all’inquinamento ambientale. Gli ultimi studi che la scienza mette a disposizione anche dei profani ci dicono che tra i fattori di rischio c’è l’inquinamento. Problema su cui ha posto l’accento la pediatra che abbiamo intervistato oggi.   LA PREVENZIONE PRIMARIA E L’INTERVENTO: INTERVISTA ALLA DOTTORESSA MARIA LUCIA SANTORO Dottoressa, anche lei conferma il preoccupante aumento del disturbo dello spettro autistico, quali sono i campanelli d’allarme? “Il bambino ha un cervello sociale, per cui le prime cose che fa un piccolo con uno sviluppo tipico è quello di intercettare lo sguardo materno, rispondere agli stimoli, alla voce della mamma quando lo chiama: se queste cose mancano, dobbiamo cominciare a preoccuparci. Già nei primi tre mesi la postura del bambino e gli occhi che seguono la madre sono la comunicazione con l’esterno, che se manca deve farci insospettire. Queste sono bandierine rosse che segnalano un rischio di ipoacusia o un problema del neurosviluppo. Ultimamente i casi sono in aumento in maniera esponenziale e questo è dovuto a svariati fattori”. Ci sono diverse cause... “È una multifattorialità. Sono ancora allo studio i fattori di rischio, ma è certo che oltre ai fattori genetici c’è una componente ambientale. Quello che respiriamo e mangiamo incide persino nella fase del concepimento: ce lo dicono tanti autorevoli studi”. Dunque, possiamo rassicurare tutti sul fatto che non è una fake news, perché lo dicono i medici: i disturbi dell’autismo possono essere causati dall’inquinamento...  “Una mamma dovrebbe stare attenta prima di partorire all’ambiente in cui vive. Sono stati fatti degli studi e si è scoperto che soggetti che abitano in ambienti molto inquinati, al primo piano, hanno potenzialità maggiori di creare problematiche al feto. Non è una fake news”. Qual è il primo passo da fare, se ci sono dei sospetti?  “In Italia non c’è un vero è proprio screening, ma abbiamo degli ottimi pediatri. Quando i bambini arrivano da noi per i bilanci di salute, già al 14esimo mese facciamo la scheda con le domande per i genitori che servono a individuare eventuali campanelli d’allarme. Bisogna avere fiducia nei pediatri, che possono individuare i problemi e indirizzare il paziente dal neuropsichiatra”. Scoprirlo in tempo è importante... “La diagnosi precoce è fondamentale: si può intervenire sulle finestre di vulnerabilità che permettono nel nostro cervello di sviluppare un connettoma più attivo. I bambini con disturbo dello spettro autistico hanno un connettoma meno elastico, non ben connesso. Se interveniamo in quelle prime fasi, con un trattamento di riabilitazione personalizzato e appropriato, possiamo offrire opportunità di una vita autonoma maggiore rispetto a chi non viene trattato subito”. Chi ha un disturbo dello spettro autistico può fare una vita normale dopo un lungo trattamento? “Anche quello dipende dai casi specifici. Bisogna studiare ogni singolo individuo, capire le sue potenzialità e aiutarlo a raggiungere delle competenze in primis nella vita quotidiana. Una volta che il paziente saprà accudire se stesso, si potranno sviluppare le sue potenzialità. Ci sono bambini ad alto o basso potenziale, così come gli adulti”. Insomma, non è un disturbo uguale per tutti: ha varie gradazioni? “Si parla di alto o basso potenziale, si parla di un disturbo dello spettro autistico...”. La rete dell’Autismo funziona bene in Puglia? “C’è ancora molta strada da fare”.   L’IMPEGNO DEL MINISTERO DELLA SALUTE: IL PROTOCOLLO PER NUOVE STRUTTURE La dottoressa Valeria Grasso, rappresentante del Ministero sella Salute, ha spiegato qual è l’impegno governativo in tema di autismo: prevenzione, assistenza e riabilitazione". Dopo tanti anni, è stato creato un protocollo tra Ministero dell’Interno, Salute e Difesa per trasformare caserme dismesse e beni confiscati alla mafia in centri dove chi ha disturbi dello spettro autistico “potrà passare ore in maniera produttiva, alleggerendo le famiglie e dando grandi opportunità ai pazienti che saranno seguiti da personale esperto”. “Stiamo utilizzando quello che già c’è: partiamo da strutture piccole per sperimentare e dare un primo segnale. Il Ministero è aperto ad accogliere tutte le associazioni”. LA RICERCA DI CNR E UNISALENTO “L’Università del Salento sta portando avanti tutta una serie di ricerche nel  campo dell’Autismo, insieme al CNR - spiega la dottoressa Flavia Lecciso - Tra le ricerche c’è quella sulla produzione delle emozioni di base in bambini autistici attraverso la mediazione di un robot: la robotica viene impiegata come mediatore sociale per migliorare le competenze e le abilità sociali dei bambini con autismo. Ci sono anche altre ricerche, come quella che abbiamo iniziato a svolgere con la Asl, i pediatri e con il dipartimento di Salute Mentale per lo screening precoce e per migliorare la prognosi”. LA POSIZIONE DELLA REGIONE PUGLIA In queste settimane è stato avviato un ciclo di audizioni in Regione con gli addetti ai lavori, famiglie e associazioni. Il regolamento regionale, il numero 9 del 2016 sulla rete assistenziale territoriale per i disturbi dello spettro autistico, deve essere applicato in modo più puntuale e migliorato. “Migliorato soprattutto nella parte della presa in carico, degli accessi dei ragazzi alle apposite strutture, ai Cat territoriali, nei quali, come spiegato da diversi operatori, sono a corto di personale creando così delle liste di attesa”. “Noi al governo chiediamo un’assistenza qualificata - spiega il vicepresidente della Commissione Sanità, Mario Pendinelli - Gli insegnanti di sostegno devono essere di più e devono essere aiutati e formati. Le risorse possono essere reperite in quantità maggiore con la programmazione regionale”.  

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