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Diastasi addominale: problema diffuso tra mamme e obesi, ma sottovalutato, che alimenta il turismo sanitario

Si parla troppo poco dell’allontanamento dei due muscoli retti addominali, che avviene frequentemente in seguito al parto e che provoca tutta una serie di problemi fisici ed estetici: molte donn...

Si parla troppo poco dell’allontanamento dei due muscoli retti addominali, che avviene frequentemente in seguito al parto e che provoca tutta una serie di problemi fisici ed estetici: molte donne non sanno a chi rivolgersi e sottovalutano un problema che fa esplodere tante complicanze. Si parla di diastasi addominale quando due muscoli retti addominali si allontanano: succede dopo una gravidanza, a causa di uno stiramento del muscolo dovuto alla crescita del feto. Nel periodo post parto è bene informarsi per far tornare il proprio corpo alla normalità. La parola diastasi indica un allontanamento permanente di superfici muscolari od ossee. Non viene considerata una vera e propria malattia, eppure il corpo muta e questo scatena disturbi come mal di schiena e nausea, ma anche problemi estetici come la prominenza dell’addome: in molti casi si nota una sproporzione della pancia rispetto al resto del corpo. Questa “disarmonia” fisica può portare allo sviluppo di lordosi e di ernie. In alcuni casi si aggravano i disturbi digestivi e respiratori. Eppure, nonostante i problemi che provoca la diastasi addominale, si tratta di un problema poco conosciuto tra le donne, che spesso brancolano nel buio e sono costrette al “turismo sanitario” per avere qualche risposta concreta a problemi collaterali di cui non si intuisce spesso l’origine. In realtà siamo di fronte a una patologia che coinvolge apparati diversi del nostro corpo, ma non si risolve con un’alimentazione sana e il movimento: spesso è necessario l’intervento chirurgico. Il problema interessa il muscolo retto addominale, uno dei muscoli principali della parete addominale anteriore: esiste un muscolo destro e uno sinistro separati dalla cosiddetta linea mediana (alba), una sottile banda di tessuto connettivo, priva di nervi e vasi sanguigni. Quando i due muscoli principali si allontanano dalla linea mediana, esplode il problema. Il potenziamento della parete addominale in palestra può rischiare di peggiorare la diastasi. Il Dottor Corrado Minervini, dirigente di Chirurgia plastica dell’Ospedale San Paolo di Bari, ha concesso una lunga intervista all’Associazione Diastasi Donna in cui spiega che questa operazione si pratica in Puglia ormai da 30 anni: «È una condizione parafisiologica: difficile definirla come una vera e propria patologia. I muscoli retti dell’addome, che contengono la parete addominale, si dislocano lateralmente creando un sito di minore resistenza sulla linea mediana: questo porta alla condizione chiamata diastasi addominale». Questo tipi di operazioni si fanno negli ospedali delle principali città pugliesi, durano circa un paio d’ore e si fanno in anestesia totale (cercando di normalizzare in una fase precedente il peso dei pazienti): esistono chirurghi molto esperti che operano a Bari, ma anche a Lecce. Il problema è che spesso mancano le informazioni e la medicina di base non sempre sa instradare i propri pazienti verso una diagnosi e una soluzione tempestiva. La chirurgia non è sempre necessaria, ma dopo l’intervento la situazione si risolve fin da subito. Ecco perché questo tipo di problema, come molti altri in campo sanitario, può essere risolto solo attraverso la comunicazione e la formazione dei medici di base. Noi abbiamo intervistato il dottor Antonio Mazzotta, chirurgo ospedaliero del Vito Fazzi di Lecce, che proprio ieri ha operato una paziente.  LE CAUSE La diastasi addominale può dipendere da una certa cedevolezza e lassità addominale, ma soprattutto da gravidanze e successivi parti, che spesso causano condizioni di questo tipo. Una delle cause può essere anche l’obesità. La vecchiaia è un’altra causa: i tessuti si indeboliscono e il ventre si può gonfiare. In casi rari il problema della diastasi addominale può avvenire per un’eccessiva attività fisica, per tosse cronica e a causa di una serie di malattie che provocano conati intensi di vomito. Spesso i bambini hanno questo problema, ma si risolve con la crescita: qualche volta la diastasi dei bambini genera l’ernia ombelicale. Sarebbe opportuno, durante la fase della gravidanza, farsi seguire da un fisioterapista ed evitare posture scorrette. La diastasi può generare o aggravare, come già spiegato, dolori, incontinenza, ernie e tutta una serie di problemi da non sottovalutare. INTERVISTA AL CHIRURGO ANTONIO MAZZOTTA Dottore, la diastasi addominale è frequente nelle donne che partoriscono? È un problema che riguarda anche gli uomini obesi? «La diastasi addominale è una patologia frequente nelle donne, nel post partum, spesso si associa a una configurazione particolare dell’addome, che si definisce floppy abdomen. L’obesità sicuramente, indipendentemente dal sesso, uomini o donne, rappresenta un fattore predisponente alla diastasi». Al Fazzi sono frequenti gli interventi chirurgici per questo problema? «Non ho contezza di quanti interventi di questo genere vengano fatti a Lecce: io me ne interesso personalmente: ne ho fatti circa una decina». Come si interviene? «La tipologia di interventi è differente. Ormai la diastasi dei retti fa parte del capitolo della chirurgia di parete addominale, che ormai è un tipo di chirurgia personalizzata, cioè ritagliata sul paziente. Parliamo ormai di una chirurgia su misura, che prende in considerazione le caratteristiche fisiche e organiche del paziente. Ci sono varie soluzioni per riposizionare i muscoli retti: addominoplastica, miniaddominoplastica, laparoscopia (in casi selezionati), endoscopia». È sempre necessaria l’operazione, oppure possiamo evitarla con la fisioterapia? «La fisioterapia è un elemento utile, di rinforzo, ovviamente dei pilastri muscolari, in assenza di un trattamento chirurgico, che resta sempre la soluzione migliore e più efficace». GAETANO GORGONI

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