Salute Sette Lecce Come evitare di infiammare l’intestino: il manuale per la dieta giusta Nasce la prima guida per una dieta anti infiammatoria per l'Intestino: 7 menù giornalieri e 35 ricette. Alcuni piatti sono un vero veleno, soprattutto per chi soffre di malattie gastrointest... 30/11/2018 a cura della redazione circa 7 minuti Nasce la prima guida per una dieta anti infiammatoria per l'Intestino: 7 menù giornalieri e 35 ricette. Alcuni piatti sono un vero veleno, soprattutto per chi soffre di malattie gastrointestinali (cibi precotti, snack industriali e altro): oggi nasce la prima guida per una dieta anti-infiammatoria per l’intestino: edita da Demetra-Giunti Editore, con 7 menù giornalieri e 35 ricette. Per non fare ancora più danni, chi soffre di reflusso o altri problemi gastrointestinali dovrebbe seguire delle regole ben precise e sapere quali sono i cibi da evitare e su quale tipo di food puntare. In Italia è stata pubblicata la prima guida scientifica per scegliere gli alimenti più adatti ai pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali e imparare a convivere con queste patologie senza privarsi del benessere del palato. I consigli medici all’interno della pubblicazione sono molto utili anche per chi non ha problemi e vuole comunque prendersi cura del proprio intestino, evitando infiammazioni con il passare degli anni. Strategie e piani dietetici sono la ricchezza del volume scritto dal prof. Silvio Danese di Humanitas con le ricette firmate dal divulgatore scientifico Marco Bianchi. Cibi da evitare Ci sono alcuni cibi dai quali è meglio stare alla larga: l’elenco è lungo, ma potremmo cominciare dai cibi pronti. Questi tipi di pasti sono pieni di additivi, conservanti, coloranti, esaltatori di sapidità, tutte sostanze che favoriscono l’infiammazione. “Sono da evitare il più possibile tutti i prodotti precotti, in scatola o surgelati, come zuppe e sughi pronti, pesce e pollo impanato, hamburger (di carne o vegetali) già pronti e congelati” - ci spiega il professor Danese. Bisogna imparare a rinunciare anche a dolci industriali e brioches, snack dolci e salati (merendine, patatine) spesso hanno un elevato contenuto di grassi trans. Questi grassi si formano durante i trattamenti industriali degli oli vegetali presenti nei prodotti trasformati e portano a un aumento dei livelli di colesterolo cattivo (LDL) nel sangue. Cominciamo a toglierci il vizio di bere bibite analcoliche e succhi di frutta confezionati: sono molto ricchi di zuccheri semplici e anche di caffeina (per esempio le bevande a base di cola o le aranciate), “sostanze che vanno limitate in generale, ma a maggior ragione da parte di chi soffre di infiammazione intestinale. Inoltre, un eccesso di alcol contribuisce all’infiammazione dell’organismo, quindi è consigliabile evitarlo se si è affetti da disturbi gastrointestinali o reflusso”. Tra i cibi a cui è meglio dire addio spuntano gomme, caramelle dure, mentine e gelatine, che contengono dolcificanti alcolici come il sorbitolo, il mannitolo, lo xilitolo e gli idrolizzati di amido idrogenato. Gli zuccheri alcolici vengono scarsamente assorbiti e fermentati nel colon, contribuendo alla produzione di gas, crampi, gonfiore addominale e diarrea. È duro accettarlo, ma anche caffè e prodotti contenenti caffeina, nelle persone affette da malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), sono da eliminare per sempre. La caffeina, infatti, stimola la motilità intestinale e, di conseguenza, può portare a un’aumentata frequenza delle scariche diarroiche. Vanno dunque evitati caffè e tè, bevande energizzanti come il guaranà e alcune varietà di birra, al cui interno è presente, in dosi variabili, la caffeina. Cibi da scegliere È vero, ci sono i cibi vietati per chi ci tiene al suo intestino, ma ci sono anche i cibi consigliati, in primis i cereali. Bisogna consumarli integrali (eccetto che in fase acutizzante di MICI) perché sono ricchi di fibre, minerali, ferro, fosforo e vitamine del gruppo B e mantengono stabili i valori della glicemia. Quindi via libera a orzo, grano saraceno, avena, segale, farro, grano, riso, quinoa, amaranto e altro. È importante inserire nella dieta anche l’olio extravergine di oliva: grazie alla sua concentrazione di grassi monoinsaturi, vitamina E e polifenoli riduce la formazione di molecole pro-infiammatorie. Via libera anche a frutta secca e semi oleosi: sono fonti di preziosi nutrienti come proteine, fibre, vitamine, ma soprattutto di acidi grassi essenziali Omega-3, di cui sono particolarmente ricchi le noci, i semi di lino e i semi di Chia. Gli esperti consigliano il pesce azzurro per chi soffre di infiammazioni intestinali: sgombri, alici, sardine, sono ottime fonti di acidi grassi essenziali Omega-3, composti che hanno una funzione antinfiammatoria e anche la capacità di stimolare la produzione di mediatori antiinfiammatori (cioè di composti che influenzano la risposta immunitaria dell’organismo agli agenti nocivi), quali l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA). Sono ottimi antinfiammatori anche le spezie, come la curcuma che è antiossidante o lo zenzero che ha proprietà antiulcerose. Chi soffre di infiammazione gastro-enterica deve usare però delle accortezze per evitare disturbi, per esempio usando il curry dolce invece di quello piccante. Le patologie infiammatorie intestinali Le MICI (malattie infiammatorie croniche intestinali) colpiscono 200 mila persone in Italia: infiammazioni, malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa sono sempre più ricorrenti tra chi ha una dieta disordinata e ricca di zuccheri e grassi. “Strategie e piani dietetici hanno effetti positivi anche per chi soffre di disturbi intestinali lievi o vuole prendersi cura del proprio intestino - spiegano gli esperti - Nella guida esistono 7 esempi di menu giornalieri e 35 ricette gustose per sperimentare in cucina e imparare in modo divertente a fare dell’alimentazione un’alleata del nostro intestino”. “Nonostante non ci siano studi che dimostrano che uno o più alimenti possano causare o peggiorare la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa – spiega l’autore del libro, il prof. Silvio Danese, responsabile del Centro Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali di Humanitas, coordinatore dell’Immuno Center e docente di Humanitas University - è indubbio che ci sia una correlazione tra la dieta e alcuni sintomi comuni, quali il gonfiore e il dolore addominale. Le indicazioni dietetiche contenute nel libro possono aiutare chi convive con malattie imprevedibili e incontrollabili come queste ad avere un controllo sulla propria condizione. Capire come determinate scelte nutrizionali contribuiscano al proprio benessere, può essere uno stimolo per modificare e migliorare le proprie abitudini alimentari. Il tutto senza che la presenza di una condizione cronica con cui convivere peggiori la qualità di vita a tavola, ponendo ostacoli e obbligando a rinunciare alla buona cucina”. Il volume La dieta antinfiammatoria per l’intestino (Demetra-Giunti Editore 2018) offre risposte sul regime alimentare più corretto da seguire a seconda dei disturbi. All’interno vengono indicate le linee guida sulle diete di eliminazione, come la dieta a basso contenuto di lattosio, quella a basso contenuto di fibre e le diete liquide. Il libro, scritto in collaborazione con la dottore ssa Mariangela Allocca gastroenterologa del Centro Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali di Humanitas e con la dottoressa Ambra Ciliberto, dietista dell’Istituto Nazionale per la Chirurgia dell’Obesità, aiuta inoltre a fare chiarezza su sintomi, diagnosi, terapie e trattamenti per chi soffre di malattie infiammatorie croniche intestinali. Rettocolite ulcerosa e malattia di crohn La rettocolite ulcerosa e la malattia di Crohn, sono malattie infiammatorie croniche dell’intestino: in genere iniziano a manifestarsi in un’età giovane-adulta. “Con il termine MICI vengono indicate quelle patologie caratterizzate da uno stato di infiammazione eccessivo e senza controllo del tratto gastroenterico in seguito a stimoli di diversa natura, da infezioni a fattori ambientali, alimenti e altro ancora - spiegano gli esperti - In situazioni di normalità, una reazione infiammatoria si instaura in risposta a qualunque lesione, lieve o grave, per proteggere l’organismo da virus, batteri o altri agenti esterni in grado di causare danni. Ma quanto la reazione è appunto esagerata e non sotto controllo, come nelle MICI, può portare ad alterazioni importanti della parete intestinale e manifestarsi con gonfiore, dolore e anche diarrea con perdita di sangue”. L’autore, il professor Silvio Danese, in questi anni si è dedicato principalmente allo studio dei meccanismi patogenetici delle malattie infiammatorie croniche intestinali, e ai meccanismi d'azione dell'impiego di nuovi farmaci biologici nella terapia della malattia di Crohn e della rettocolite ulcerosa. Il luminare dell’Humanitas è anche presidente Eletto della European Crohn’s and Colitis Organisation (ECCO), la più grande associazione internazionale di specialisti in Malattie Infiammatorie Intestinali fondata nel 2001 con l’obiettivo di migliorare le cure dei pazienti affetti da queste patologie. Per le sue ricerche ha ricevuto importanti finanziamenti da prestigiose organizzazioni americane come la Crohn's and Colitis Foundation of America e la Broad Medical Foundation, oltre che dalla Comunità Europea, pubblicando oltre 200 articoli su riviste scientifiche ad alto impact factor. Dal 2006 coordina presso Humanitas il Centro per le malattie infiammatorie croniche intestinali, dirige il Laboratorio di Immunopatologia Gastrointestinale ed è impegnato in progetti di ricerca di base e studi clinici sull'uso di nuovi farmaci in pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali, in collaborazione con numerosi centri italiani, europei e statunitensi. Dal 2016 è anche docente di Humanitas University. Dal 2017 coordina l’Immuno Center che nasce per dare una risposta ai pazienti affetti da patologie legate a un malfunzionamento del sistema immunitario. Gaetano Gorgoni
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