Salute Sette Lecce Bimbi dimenticati in auto, la psicoterapeuta: "Amnesia dissociativa transitoria causata da stress" L’amnesia dissociativa transitoria fa dimenticare i bimbi in auto: un altro morto in Spagna. La psicoterapeuta Annalisa Bello: “È scatenata da stress e traumi”. In questi ann... 14/08/2018 a cura della redazione circa 5 minuti L’amnesia dissociativa transitoria fa dimenticare i bimbi in auto: un altro morto in Spagna. La psicoterapeuta Annalisa Bello: “È scatenata da stress e traumi”. In questi anni ci siamo abituati alle notizie di bambini dimenticati in auto e morti perché la macchina sotto al sole estivo si trasforma in un forno. In Italia si sta verificando un episodio all’anno. Succede spesso, in ogni parte del mondo, che qualche genitore dimentichi il figlio legato al seggiolino in un abitacolo letale: fortunatamente non tutti i casi finiscono in tragedia. Oggi ci chiederemo il perché avviene questo blackout nella mente che può portare alla morte. Proprio nelle scorse ore una bimba di dieci mesi è morta dopo che è stata lasciata in auto dal nonno: è accaduto a Manacor, un comune spagnolo delle Baleari, nella zona orientale dell'isola di Maiorca. Quando sono arrivati i sanitari era già troppo tardi: l’auto era stata parcheggiata alle 7 del mattino e la piccola era morta da tempo. La bambina dormiva e l’assenza di rumori ha fatto dimenticare all’uomo di avere un passeggero. Il sole che batteva sull’auto si è trasformato in un impietoso killer. Il nonno è stato portato in ospedale sotto choc. Il caso di cronaca è stato reso noto da Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”: la particolarità di questo caso è che questa volta accade a un nonno e non a uno dei genitori. LE POSSIBILI RAGIONI DEL BLACKOUT Gli esperti pensano che stanchezza e mancanza di sonno siano le alcune delle cause del blackout che porta a una dimenticanza così grave. Gli psicologi sanno, però, che nella nostra mente nulla avviene per caso: l’inconscio e tutta una serie di disturbi e nevrosi possono guidarci verso azioni ed omissioni che noi coscientemente non faremmo mai. Lo stress e il fatto che oggi le famiglie vengano lasciate sempre più sole in balia delle onde è un altro fattore fondamentale. Il vero assassino, però, ha un termine tecnico poco noto: “amnesia dissociativa transitoria”. LA PSICOTERAPEUTA ANNALISA BELLO: “DIETRO QUESTE DIMENTICANZE C’È SPESSO L’AMNESIA DISSOCIATIVA TRANSITORIA” “Si tratta di una dimenticanza del tutto involontaria, incontrollabile da non poter certo processare e metterla alla mercé di giudizi pronti a sentenziare con frasi del tipo ‘che genitore snaturato’, ‘che cattiva madre’ - spiega la psicoterapeuta Annalisa Bello - E, ora, che il “carnefice” è il nonno? Ciò che succede non è certo spiegabile dalle teorie ingenue di questo tipo, bensì da ciò che in gergo è nota come ‘amnesia dissociativa transitoria’, che si appalesa appunto con uno o più episodi di incapacità a ricordare dati personali importanti (e cosa c’è di più importante di un figlio o nipote?!). Nessuna colpa, nessuna volontà di fare del male al figlio piuttosto che al nipote. È come se nella memoria si creasse un buco in cui collassa il ricordo e solitamente è legata a eventi traumatici o a un forte stress. Certo, ogni caso è a sé stante e bisognerebbe controllare che non vi siano altri problemi a monte. Nel caso del nonno, ad esempio, considerando l’ingravescente fase della senescenza, controllerei se esiste un esordio di demenza senile”. L’AMNESIA DISSOCIATIVA TRANSITORIA I disturbi dissociativi consistono in uno sconvolgimento o disturbata integrazione di coscienza, memoria, identità, emozione, percezione, rappresentazione del corpo e comportamento. I sintomi di questo disturbo possono compromettere ogni area del funzionamento psicologico. La principale manifestazione dell’amnesia dissociativa consiste nel dimenticare dati personali importanti: è un buco nella mente dovuto a eventi stressanti o traumatici. Si tratta di una perdita completa delle nozioni del tempo e del ricordo, ma per fortuna i casi sono rari. Si tratta di un’amnesia circoscritta, in cui la persona non è in grado di ricordare cosa è accaduto nell’arco di poche ore. Naturalmente, prima di diagnosticare questo disturbo, vanno escluse altre cause: demenza senile, crisi epilettica, la sindrome dell’amnesia globale transitoria, un trauma cranico o l’assunzione di sostanze psicotrope. Nei casi di amnesia dissociativa più grave il paziente dimentica una parte della propria vita senza che ne abbia consapevolezza. Il campanello d’allarme deve scattare quando esiste una progressiva difficoltà di concentrazione e di memoria, il sonno disturbato, irritabilità rispetto ai cambiamenti, la tendenza a fare cose “in automatico”, senza pensarci: in tutti questi casi lo stress sta raggiungendo livelli che potrebbero avere conseguenze molto serie sulla nostra esistenza. L’INTERVENTO DEL GOVERNO PER EVITARE ALTRI CASI DI BAMBINI DIMENTICATI IN AUTO: DAL 2019 SEGGIOLINO ANTIABBANDONO Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli appena insediato si è messo subito al lavoro per rendere obbligatorio il dispositivo che avvisa via smartphone che il bimbo è stato ‘dimenticato’ in auto: questo strumento costerebbe circa 100 euro. “Una piccola modifica all’articolo 172 del Codice della strada può essere fondamentale per salvare la vita dei nostri figli, per evitare che da una banale distrazione scaturisca una tragedia che segna per sempre un padre, una madre, una famiglia” - ha annunciato a luglio il ministro. Ad agosto è passata la proposta di legge di Giorgia Meloni: i seggiolini anti-abbandono che avvertono se il bimbo è in auto diventano obbligatori da gennaio 2019. La proposta è stata approvata in commissione Trasporti alla Camera, in sede deliberante e non è quindi necessario il passaggio in Aula. Il provvedimento è stato approvato all’unanimità e non dovrebbe avere nessun ostacolo al Senato. Si tratta di un meccanismo che emette un segnale luminoso e uno acustico per avvisare i genitori della presenza del bambino in auto, anche quando si spegne la macchina, così da evitare che i bimbi vengano dimenticati dentro l’abitacolo. La tecnologia può evitare le tragedie, ma ancor più efficace può essere la lotta allo stress e alle patologie che provocano quel drammatico blackout nella mente. Gaetano Gorgoni
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