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Malattie reumatiche, sintomi e cure: l'intervista al dottore Muratore

Falsi miti e credenze popolari sulle malattie reumatiche. La rete pugliese di reumatologia è al passo con le nuove scoperte. Le malattie reumatiche (reumatismi) consistono nell’infiammaz...

Falsi miti e credenze popolari sulle malattie reumatiche. La rete pugliese di reumatologia è al passo con le nuove scoperte. Le malattie reumatiche (reumatismi) consistono nell’infiammazione di articolazioni, legamenti, tendini, ossa e muscoli, che a volte possono coinvolgere altri organi. Sono patologie da curare subito per non perdere la funzionalità, a lungo andare, delle strutture infiammate. Sono più di cento le malattie reumatiche: artrite reumatoide, sclerodermia, spondiloartropatie, connettiviti (malattie del tessuto connettivo), lupus eritematoso sistemico e tante altre patologie. Le cause sono genetiche e ambientali. Spesso le malattie reumatiche si manifestano con dolore, gonfiore e rigidità delle articolazioni colpite. Possono riguardare organi interni e manifestarsi con difficoltà a respirare o a digerire e insufficienza renale. Anche in questo caso uno stile di vita sano e lo sport aiutano a ritardare o contrastare la comparsa di queste patologie. Chiaramente, non bisogna basarsi solo su questi sintomi comuni per diagnosticare una malattia reumatica: è necessario rivolgersi a un reumatologo e approfondire con tutta una serie di esami la situazione. Sarà lo specialista a scegliere quali tra i seguenti esami eseguire: analisi del sangue, urine, liquido sinoviale, radiografie, ecografie articolari, tac, risonanza magnetica, artroscopia, capillaroscopia. L’INTERVISTA AL REUMATOLOGO, DOTTOR MAURIZIO MURATORE Il dottor Maurizio Muratore è uno dei più importanti reumatologi della nostra regione: con lui abbiamo sfatato alcune credenze popolari sui reumatismi e abbiamo fatto un po’ di chiarezza su prevenzione e cure. E’ vero che noi salentini soffriamo maggiormente di reumatismi per via del clima troppo umido o è tutta una questione genetica? “La comparsa di reumatismi non ha niente a che vedere con il freddo e l’umidità. Sono ‘credenze popolari, luoghi comuni’. Un gruppo di ricercatori argentini ha seguito per un anno un campione di 100 pazienti affetti da patologie articolari (artrosi, artrite o fibromialgia) confrontando le loro reazioni al variare di temperatura e umidità. Hanno riscontrato una correlazione tra particolari condizioni climatiche e i dolori reumatici e che i sintomi variavano a seconda della patologia, anche in base ad una soggettiva e personale sensibilità al clima. È stata così osservata una correlazione tra particolari condizioni climatiche e alcune patologie reumatiche: l’artrosi è influenzata da freddo e umidità; nell’artrite i sintomi correlano con fenomeni atmosferici di bassa temperatura, alta pressione ed elevata umidità; la fibromialgia si riacutizza con basse temperature e alta pressione atmosferica. Nonostante l’assenza di evidenze scientifiche a supporto, una buona parte dei soggetti affetti da malattie reumatiche riferiscono il riacutizzarsi della sintomatologia dolorosa proprio durante i cambiamenti climatici. In realtà il nostro corpo, essendo per l’80% costituito di acqua, risente della pressione atmosferica, specie quella alta, accentuando la sintomatologia algica soprattutto nei pazienti con fibromialgia che sono generalmente dei “meteoropatici”. Quindi, possiamo affermare con certezza che, in determinati casi, a peggiorare siano solamente i sintomi e che il freddo e l’umidità non rappresentano sicuramente la causa della comparsa delle malattie reumatiche”. Parliamo di qualcosa di molto più grave di un semplice reumatismo, dell’artrite reumatoide: quali sono i sintomi dell’AR. Cosa dobbiamo fare se si manifestano? “L’artrite reumatoide (AR) è una malattia infiammatoria, a carattere cronico, di tipo autoimmune. Il bersaglio principale dell’infiammazione è la membrana sinoviale che riveste l’articolazione e la lubrifica, attraverso il liquido sinoviale prodotto. L’infiammazione a livello della membrana sinoviale determina un  danno anatomico conseguenza dell’erosione articolare. Sebbene sulle cause determinanti la malattia non ci sia ancora una completa chiarezza, appare invece evidente ad oggi che l’origine dell’ artrite reumatoide venga da un’anomala risposta autoimmune attivata dal sistema immunitario nei confronti delle articolazioni e si verifica in quei soggetti che sono geneticamente predisposti allo sviluppo della malattia. La risposta autoimmune che colpisce le articolazioni determina uno stato di infiammazione cronica con conseguente dolore articolare. Le caratteristiche di esordio e di evoluzione dell'Artrite Reumatoide sono assai diverse tra i soggetti colpiti. Ogni malato, si può dire, ha la sua malattia. Tuttavia, a prescindere dalle particolarità di ogni singolo individuo, si possono descrivere sintomi e segni comuni: le modalità di esordio, il decorso e la risposta ai trattamenti possono variare da persona a persona, manifestandosi con forme più o meno aggressive. Nella fase precoce, all’esordio (early disease):  a. tumefazione e dolore bilaterale e simmetrico delle piccole articolazioni;  b. coinvolgimento prevalente delle mani, polsi, gomiti, ginocchia, piedi; d. rigidità (dolore) al risveglio mattutino, di durata prolungata (oltre 1 ora)  che si riduce con il movimento delle articolazioni; e. febbricola, malessere e astenia non sono infrequenti. Va sottolineato che essendo una malattia infiammatoria vi è l’aumento di valori ematochimici come VES e PCR e questo consente una diagnosi differenziale con l’artrosi. L'opportunità di bloccare questa malattia dipende dalla diagnosi precoce e dall'impostazione di una corretta terapia con farmaci anti-reumatici fin dalle prime fasi della AR. La diagnosi precoce è possibile solamente se il malato viene inviato allo specialista reumatologo all’esordio dei primi sintomi di artrite”. Si guarisce dell’AR? come si previene? “E’ stato osservato che è possibile cambiare il decorso della malattia e prevenire, o quantomeno ritardare, l’evoluzione verso l’invalidità. E' probabile, in fase precoce di malattia, indurre la remissione. Guarire non è un termine esatto, mentre remissione è un termine elegante che indica una condizione di benessere, senza sintomi di artrite e la possibilità di sospendere la terapia garantendo una vita normale. La remissione e l’eventuale sospensione della terapia è però imprescindibile dal monitoraggio nel tempo del paziente (“tight control”) in quanto, tutte le patologie autoimmuni possono riacutizzarsi in momenti non definibili essendo il sistema immunitario compromesso. Adesso con i nuovi farmaci a disposizione assistiamo frequentemente alla remissione dell’Artrite Reumatoide”. Il bodybuilding fa male alle nostre articolazioni? Cosa consiglia a chi fa questi tipi di sport ed è spesso soggetto a infiammazioni delle articolazioni? “L’attività sportiva deve essere compatibile con le caratteristiche della malattia dei singoli pazienti e nella maggior parte delle persone può e deve essere incentivata. Ancora una volta la parola chiave è “personalizzazione”. E’ necessario evitare quel tipo di attività con un sovraccarico funzionale intenso o prolungato a livello di articolazioni o tendini che presentino espressioni di infiammazione attiva o risultino danneggiate; quindi è sconsigliabile una protratta sollecitazione funzionale e inoltre, non va dimenticato, che alcune attività sportive gravano in modo selettivo su specifici distretti articolari. Gli obiettivi di un’attività sportiva devono mirare a migliorare la mobilità articolare, la forza muscolare, la capacità aerobica tendendo a migliorare le azioni di vita quotidiana. Nelle persone non affette da patologia per alcuni ricercatori lo sport è considerato terapeutico riducendo l’usura delle articolazioni, che al massimo è rimandata moderando lo sforzo fisico e migliorando l’efficienza muscolare. Bisogna ammettere che la vita che conduciamo, così sedentaria, non aiuta le articolazioni mobili. Le persone che fanno sport amatoriale devono seguire la regola rigida di allenare il corpo gradualmente e far sì che questo sia abbastanza forte a livello muscolare per sostenere il fisico durante l’esercizio. Studi hanno documentato che la sarcopenia cioè il deficit muscolare delle cosce aumenta il rischio di gonartrosi e inoltre, nei soggetti affetti da Osteoporosi, l’attività fisica aumenta, per un effetto pizoelettrico, la formazione dell’osso ma principalmente migliora l’equilibrio riducendo il rischio di caduta che è la causa delle fratture”. Il dolore cervicale può avere basi reumatiche? Come si fa la diagnosi in questi casi e come si cura? “A contraddistinguere questo disturbo è la comparsa di dolore a livello posteriore del collo. Tale dolore, spesso, si irradia alle spalle e talvolta anche alle braccia, rendendo difficoltosi i movimenti. Le cause della cervicale possono essere molteplici e molto diverse tra loro. L’Artrosi cervicale generalmente correla con l’età: le cartilagini dei dischi intervertebrali si consumano e le vertebre si avvicinano, dando luogo a compressioni e schiacciamenti della colonna. Vengono interessate le terminazioni nervose e si sviluppano dolore e rigidità. Pericolose sono poi una postura scorretta e una vita sedentaria: chi conduce una vita in assenza di moto o chi subisce eventi traumatici come il colpo di frusta o chi si espone a colpi di freddo è più soggetto a cervicalgia. Dolori al collo comparsi bruscamente, anche notturni, con deficit funzionale degli arti superiori, nella terza età possono essere espressione di un reumatismo infiammatorio, come la “Polimialgia Reumatica”. Ultimamente assisto a cervicalgie secondarie all’abuso dello smartphone: avere, infatti, spesso la testa inclinata per controllarlo causa frequentemente dolore soprattutto al tratto cervicale. Secondo uno studio condotto da alcuni esperti statunitensi insistere nello stare chinati a guardare il cellulare o il tablet può essere l'equivalente per la schiena a trasportare un bambino di 7-8 anni. Ma la causa più frequente del dolore al rachide cervicale è la contrattura muscolare o cervicalgia muscolo tensiva in particolare. Nella fascia di età giovanile le cervicalgie sono quasi sempre dovute a semplici contratture muscolari e spesso correlano con stati di ansia o tensione causando spesso cefalea e vertigini”. Epicondiliti, tunnel carpale e altre infiammazioni, a lungo andare, si trasformano sempre in reumatismi? “I tendini sono robuste strutture fibrose che legano i muscoli alle ossa. Queste importanti strutture anatomiche funzionano pertanto come vere e proprie connessioni in grado di trasformare in movimento la forza generata dalla contrazione muscolare. Nella stragrande maggioranza dei casi le degenerazioni tendinee sono causate dalla ripetizione continua di microtraumi. I tendini possono andare incontro, con il passare del tempo, a fenomeni degenerativi ma anche a fenomeni infiammatori come avviene nelle malattie reumatiche e possono essere uno dei primi sintomi di un artrite psoriasica. Pertanto le tendinopatie sono di per sé una malattia reumatica extrarticolare”. La sanità pubblica leccese è al passo con le terapia d’avanguardia nella cura di queste malattie? “Malgrado non si conoscano le causa scatenanti di gran parte delle malattie reumatiche e in special modo di quelle autoimmuni, è certo che l’infiammazione cronica sia determinata ed alimentata dalla rottura dell’equilibrio fisiologico tra proteine pro-infiammatorie e anti-infiammatorie. Queste proteine, dette citochine, sono prodotte da linfociti e macrofagi che in condizioni normali hanno un’azione di difesa dagli agenti esterni infettivi. Nelle malattie autoimmuni come il LES o l’artrite reumatoide si assiste a una rottura di questo equilibrio con una iperproduzione di citochine nelle sedi articolari con caratteristiche patologiche. I farmaci biotecnologici, chiamati in modo scorretto “biologici”, rappresentano la grande novità terapeutica degli ultimi 20 anni. Questa tipologia di farmaci blocca l'azione delle proteine che determina l'infiammazione. Per fare un esempio: la proteina infiammatoria Tumor Necrosis Factor alpha (TNF) viene inibita dai farmaci biologici anti-TNF. I farmaci biologici si sono dimostrati, in tempi molto brevi rispetto ai farmaci tradizionali, in grado di migliorare la qualità di vita di molti pazienti. Essendo questi farmaci molto costosi e necessitando di un controllo attento perché non privi di effetti collaterali, è stata creata in Puglia una rete regionale dotata di tutte le possibili strutture di specialità sparse sul territorio che consente a tutta la reumatologia pugliese di essere sempre in stretto contatto sia nella gestione dei pazienti che nella ricerca scientifica, sempre molto vivace ed attiva, con gli obiettivi terapeutici nazionali e inoltre ha individuato dei centri prescrittori tra i quali il Salento è la provincia più accreditata. Gaetano Gorgoni 

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