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Chirurgia del pancreas: straordinario intervento all'ospedale di Copertino

Scoprire ed eliminare un pericoloso problema curando una diverticolite attraverso una tecnologia speciale: le immagini dell'intervento chirurgico del dottore De Giorgi. E’ vero che non tutti ...

Scoprire ed eliminare un pericoloso problema curando una diverticolite attraverso una tecnologia speciale: le immagini dell'intervento chirurgico del dottore De Giorgi. E’ vero che non tutti i mali vengono per nuocere, perché può succedere che attraverso una malattia meno grave riusciamo a scoprire in tempo un’altra più grave. E’ quello che accade spesso nell’ospedale San Giuseppe da Copertino, dove esiste un reparto di chirurgia oncologica e digestiva molto attrezzato, guidato dal dottore Donato De Giorgi, oggi anche presidente dell’Ordine dei Medici. Con lui siamo entrati nella sala operatoria per vedere la sua équipe in azione e per farci raccontare l’intervento chirurgico necessario a eliminare un insidioso problema al pancreas, scoperto attraverso delle importanti tecnologie mentre si curava una diverticolite.  IL CASO DI DIVERTICOLITE Un settantenne si è rivolto al pronto soccorso per un dolore fortissimo addominale, localizzato nella parte bassa, con febbre alta. “Quando ci sono queste situazioni, noi pensiamo ad un attacco diverticolitico: è un’infiammazione del colon, perché il colon è affetto da dilatazioni dell’intestino e sono cose molto ricorrenti sopra ai 65 anni- spiega il chirurgo dell’apparato digerente, dottor De Giorgi - Sono più le persone che ce l’hanno di quelle che non ce l’hanno. Si parla del 62 per cento di persone affette. E’ una ‘malattia del benessere’ perché molto spesso viene collegata ad una dieta ricca di cibi grassi e ad alcune abitudini e stili di vita sbagliati”. CONOSCERE E COMBATTERE LA DIVERTICOLITE Predisposizione genetica e dieta squilibrata (troppi grassi e zuccheri e poca acqua e fibre) aprono la strada alla diverticolite dopo i 60 anni. I diverticoli si infiammano: si tratta di estroflessioni, piccoli sacchi che si formano lungo le pareti intestinali. I campanelli d’allarme sono il dolore addominale, spesso al fianco di sinistra, che possono essere accompagnati da diarrea e stitichezza.  “I diverticoli sono presenti nella gran parte della popolazione, ma spesso danno luogo a complicanze – spiega il dottor De Giorgi – La perforazione di queste ‘sacche’ può scatenare la peritonite più o meno grave. Poi, si può avere anche un restringimento dell’intestino: infezione dopo infezione, si determina una flogosi e quindi una stenosi e si può andare incontro a una vera e propria occlusione. Si alternano periodi di stitichezza a diarrea. Altre complicanze sono il sanguinamento massivo, oppure le fistole. Il diverticolo, in questi casi, trova strada in altri organi, anche la vescica. La forma più frequente è la diverticolite acuta e la perforazione. Nel caso in questione, dove poi abbiamo scoperto un grave problema al pancreas, la diverticolite si è manifestata come un ascesso, che determina febbre, globuli bianchi elevati e dolore acuto. Abbiamo almeno due casi alla settimana di questo tipo. Ci sono quattro gradi della ‘classificazione Hinchey’ dell’ascesso di cui si avvale la strategia chirurgica: a seconda del tipo di gravità, decidiamo che fare. Il quarto grado è più grave, perché ci sono le feci nel cavo addominale: una situazione che può scatenare la setticemia (malattia infettiva dovuta alla putrefazione ndr)”. Nel caso del settantenne in questione l’infezione è stata trattata in maniera “conservativa”: gli antibiotici e la terapia infusionale, quando non sono casi gravissimi, in genere, hanno la meglio. Però, in questa occasione, nonostante la terapia, il paziente continuava a stare male. DALLA DIVERTICOLITE ALLA SCOPERTA DELLA PERICOLOSA NEOFORMAZIONE DEL PANCREAS Dopo aver constatato che qualcosa non quadrava nella cura della classica diverticolite, lo staff del dottor De Giorgi ha approfondito la questione con una Tac d’urgenza, continuando con un trattamento meno invasivo. “Un tempo questo paziente sarebbe stato operato subito e avremmo messo una sacca per far riposare l’intestino: invece noi non solamente non lo abbiamo operato, ma lo abbiamo trattato in maniera conservativa. Una volta individuato l’ascesso lo abbiamo drenato con un ecografo: in questo caso il macchinario interviene sull’ascesso asportandolo con un’anestesia locale. Così si porta a soluzione un caso acuto di diverticolite. Subito dopo questo intervento il paziente ha cominciato ad alimentarsi e a stare meglio. La Tac fatta all’inizio, però, porta alla scoperta di un’altra patologia. E’ quella che si può definire una scoperta incidentale. Quando si fa una tac si visualizza l’intero addome, diverticoli e altro. Ma, quando siamo giunti al pancreas, è venuta fuori una formazione distale, cioè situata a una distanza non convenzionale dagli altri organi”. Nella parte della “coda” del pancreas una nuova formazione è assolutamente silente, per questo è insidiosissima. La neoformazione del pancreas quando si sviluppa alla “testa”, cosa molto più frequente, dà dei segnali evidenti come l’ittero. Il paziente di cui vi stiamo parlando, che successivamente sarà operato, aveva proprio un problema di neoformazione nella coda del pancreas: una patologia gravissima e silente.  IL PANCREAS, “ORGANO DIFFICILE” “Il pancreas è un organo difficile da studiare a da valutare, ancor di più se il problema riguarda la coda” – riflette il direttore del reparto di Chirurgia d’urgenza dell’apparato digerente dell’ospedale di Copertino. Pànkreas deriva dal greco: significa “tutto carne”. Si tratta una voluminosa ghiandola, rassomigliate a una lingua più spessa, annessa all’apparato digerente che produce succo pancreatico (per digerire alcune sostanze), insulina e glucagone (per controllare la concentrazione di glucosio nel sangue). Questo organo si spinge fino alla milza: anteriormente al pancreas, invece, vi è lo stomaco. Una neoformazione nella coda del pancreas è asintomatica: cresce silenziosamente fino a quando non dà dei segni devastanti per l’organismo. Quando arriva il dolore, la neoformazione ha già infiltrato i nervi che stanno dietro. “Il pancreas è localizzato profondamente nell’addome: è difficile da studiare e da curare. Le neoformazioni sono sempre vicine a organi vitali e sono difficili da diagnosticare in tempo. In questo caso abbiamo visualizzato la neoformazione del tutto occasionalmente, ma l’abbiamo valutata nella maniera corretta. Il paziente è stato fortunato ad avere avuto quell’attacco di diverticolite. Abbiamo scoperto una neoformazione abbastanza piccola nella coda. Abbiamo effettuato una risonanza che ha perfettamente confermato quello che sospettavamo”. ECOENDOSCOPIA CON UN MACCHINARIO UNICO NEL SALENTO (C’E’ SOLO A COPERTINO): TRE IN TUTTA LA PUGLIA Dopo la risonanza, lo staff del dottor De Giorgi ha proceduto con l’ecoendoscopia. Ormai la diverticolite nel paziente settantenne è superata: c’è da capire bene cosa stia succedendo alla coda del suo pancreas. “L’ecoendoscopio nel Salento è presente solo qui a Copertino: è un gastroscopio e colonscopio, ma ha anche un ecografo situato sulla punta di questo strumento. Unisce due tecnologie di alta precisione: è superiore a tac e risonanza. Lo strumento entra in contatto con la neoformazione e la può studiare meglio, pungendo questa formazione e facendo una biopsia. DALL’ECOENDOSCOPIA AL TRATTAMENTO CHIRURICO DEL PANCREAS L’ecoendoscopia dà il via al trattamento chirurgico in laparoscopia (esame endoscopico della cavità addominale, praticato per mezzo di un'incisione delle pareti addominali ndr), che consiste nell’asportare il corpo coda del pancreas, facendo un intervento che risparmi la milza, irrorata da vasi adiacenti al pancreas. Un’operazione difficilissima, che a Copertino non è la prima volta che viene effettuata. Un intervento delicatissimo: risparmiando i ‘vasi splenici’ si consente alla milza di non soffrire e di essere risparmiata. Se i vasi sono infiltrati, però, bisogna asportare milza e parte del pancreas. La laparoscopia ci permette di agire sulle più piccole strutture: si perde la possibilità di una palpazione manuale. Ci avvaliamo dell’ecografia intraoperatoria per avere un margine di sicurezza. Durante questa operazione si verifica anche lo stato del colon. Si fanno quattro accessi per operare: alcuni di 6 altri di 12 millimetri, che saranno gli unici ricordi che rimarranno al paziente di questa particolare operazione. “L’integrità fisica e psichica del paziente sarà rispettata”.  PROBLEMATICHE DI UN INTERVENTO COSI’ DELICATO Un intervento di asportazione del genere, che riguarda il pancreas, si svolge vicino a “strutture nobili” come l’aorta e altro. Ci sono stati altri interventi di questo tipo a Copertino, senza grandi complicanze. Ma qualche volta può peggiorare o comparire il diabete come effetto collaterale. “E’ un effetto che si può pagare per salvarsi la vita – riflette il chirurgo -Altre problematiche sono le fistole, anche se non è capitata mai una fistola ad alta portata. Un’altra serie di problemi possono essere legati a infezioni ed emorragie, che comunque si possono rischiare con questo tipo di intervento”.  CONCLUSIONI Mettiamo in luce il caso di questo settantenne salentino per spiegare come la diagnostica abbia fatto passi da gigante nel Salento: la scoperta di un problema al pancreas ritardata di un anno può essere fatale. Anche le operazioni non lasciano più i pesanti segni di un tempo. A Copertino, grazie alla tecnologia all’avanguardia e a un’équipe esperta, le neoformazioni al pancreas non fanno più paura come un tempo.  Gaetano Gorgoni  

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