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Ratiglia: “Salute degli occhi dipende da stile di vita: fumo, uso smodato di pc e cellulare fattori di rischio"

Il parere di uno dei luminari tra i più famosi nel campo della cura degli occhi. Il professor Roberto Ratiglia è un luminare tra i più famosi nel campo della cura degli occhi: ...

Il parere di uno dei luminari tra i più famosi nel campo della cura degli occhi. Il professor Roberto Ratiglia è un luminare tra i più famosi nel campo della cura degli occhi: è di origini gallipoline, ma da anni vive è opera a Milano. Nell’intervista di oggi, questo famoso oculista, ci svela tutta una serie di verità scientifiche che riguardano l’organo di senso principale dell’apparato visivo. Il professor Ratiglia è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Sacro Cuore di Roma, specializzato in Oftalmologia, si occupa, in particolare, di Chirurgia Oculare ad alta tecnologia del vitreo e della retina e del segmento anteriore dell’occhio, microchirurgia laser, microchirurgia della cataratta, trapianto di cornea, diagnostica strumentale di secondo livello. Per l’attività professionale, si avvale dell’utilizzo di laser per la chirurgia oculare, fluorangiografia e attrezzature chirurgiche computerizzate, OCT, Ecografie, attrezzature diagnostiche computerizzate. Il Professore Ratiglia è Ordinario di Malattie dell’Apparato visivo dell’Università degli Studi di Milano, Direttore dell’Unità Operativa di Oculistica della Fondazione IRCSS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Attività scientifica: è autore di 300 Pubblicazioni su Riviste Nazionali ed Internazionali. Dottore, lei è specializzato su tutta una serie di problemi della retina: quali sono i campanelli d'allarme che ci segnalano una patologia riguardante questa "struttura complessa"? “Alcuni sintomi soggettivi possono essere considerati "campanelli di allarme" di alterazioni della retina. La visione improvvisa di corpi mobili scuri (miodesopsie) e/o di flash luminosi indicano spesso una modificazione del vitreo, gel aderente alla superficie retinica interna, che, staccandosi da questa, puo' provocarne la rottura con successiva evoluzione verso il distacco. La sensazione di una "tenda scura" periferica (scotoma) che tende ad estendersi e occupare sempre piu' il campo visivo è invece sintomo tipico di distacco della retina periferico in evoluzione. La sintomatologia soggettiva che invece è più un ‘campanello di allarme’ per una lesione della retina centrale (maculopatia), è caratterizzata dalla visione di immagini distorte (il rigo del giornale, gli spigoli della parete...) o ancora peggio di una macchia centrale che non consente di fissare cio' che si legge o un oggetto lontano. La sintomatologia descritta impone un controllo specialistico urgente”. Quali soggetti sono a rischio distacco della retina e in questo caso si può parlare sempre e soltanto di problema genetico?  “Il distacco della retina è una malattia grave che richiede intervento chirurgico più o meno urgente e che se non curato causa cecità. I soggetti predisposti a questa patologia sono soprattutto i miopi con miopia di grado medio/alto (oltre le 6 diottrie) di età compresa tra i 45 e i 60 anni; anche gli occhi sottoposti ad interventi chirurgici per patologie varie (cataratta, glaucoma, cheratoplastica...) e dopo traumi oculari può verificarsi un distacco della retina che insorge anche dopo anni. Il distacco di retina può presentare familiarità anche se la malattia di per sé non è ereditaria ma correlata a lesioni retiniche predisponenti come nella miopia elevata ereditaria e/o in malattie più complesse che colpiscono sia l'occhio che altri organi e che si trasmettono geneticamente, come ad esempio la sindrome di Stickler. In questi casi è molto importante l'osservazione dei vari componenti la famiglia e l'esecuzione per lo più mediante laser di trattamenti preventivi delle lesioni predisponenti alla rottura retinica”.   Quali sono le ultime novità per quanto riguarda le patologie retiniche? Quali sono gli strumenti più all'avanguardia per operare? Lei di quali tecnologie si avvale? “La chirurgia del distacco di retina si avvale oggi giorno di due tecniche: una tradizionale, detta chirurgia dall’esterno, che non comporta l’aggressione diretta della retina con penetrazione di strumentazione all’interno dell’occhio ed una più attuale, chirurgia vitreoretinica, che prevede l’asportazione del vitreo quasi sempre concausa del distacco e un riaccollamento retinico dall’interno mediante strumentazione chirurgica particolare. Quest’ultimo tipo di chirurgia che ci consente di trattare anche casi molto complessi, ha subito un’evoluzione tecnologica dirompente che riguarda: i sistemi di osservazione del campo chirurgico mediante microscopi operatori sofisticati anche in visione tridimensionale (3D); le macchine e la strumentazione chirurgica sempre più miniaturizzata (25G/27G di diametro sotto il millimetro), che permette di non suturare le ferite aggiungendo un buon confort postoperatorio e il recupero più rapido. Efficace è inoltre in questo tipo di chirurgia l’ausilio di sostanze coloranti per ottimizzare la visione della strutture da trattare e l’utilizzo di sostanze sostitutive del vitreo (olio di silicone, gas, perfluorocarbonati, ecc.) anche questi sempre in continua evoluzione. Il chirurgo retinico deve ogni giorno poter utilizzare questa tecnologia per dare più sicurezza e ottenere i risultati migliori per il paziente; è quello che personalmente cerco di fare. Nell’ambito delle novità nel trattamento delle varie patologie retiniche vanno inoltre menzionati farmaci che introdotti mediante iniezione direttamente nel bulbo oculare consentono di curare meglio malattie importanti quali la maculopatia senile essudativa, la trombosi venosa retinica e la retinopatia diabetica. Potremmo definire questo un trattamento medico della patologia retinica. I principali farmaci già a disposizione sono costituiti da AntiVEGF  e cortisonici e vi è una ricerca costante di molecole nuove e più efficaci. In questo campo i risultati migliori si ottengono se si seguono in modo corretto e scrupoloso le linee guida di trattamento derivanti da studi clinici scientificamente validati”. Quali problemi possono dare le abitudini di passare molte ore davanti a un pc o a uno smarphone?  “I possibili danni causati da un uso prolungato e smodato utilizzo del tablet e dello smartphone sono sinteticamente dovuti a due fattori: l’emissione della luce della banda blu in concentrazione più elevata dallo schermo e uno sforzo accomodativo maggiore nella visione da troppo ‘vicino’. È stato rilevato soprattutto nei giovani una ‘secchezza oculare’ importante con alterazione della lacrimazione e, quando l’utilizzo avviene soprattutto di sera, un’alterazione dell’equilibrio sonno/veglia con alterazione neuro-endocrine da ‘cattivo sonno’ L’abuso del tablet e dello smartphone sembra essere inoltre correlato anche con maggiore incidenza di miopia in età giovanile”. Quali precauzioni deve prendere un lavoratore che passa ore davanti a un videoterminale per prevenire disturbi all'occhio? “I disturbi oculari in videoterminalisti possono essere ricondotti a varie cause. Le condizioni della postazione di lavoro, le caratteristiche del monitor, l’illuminazione e del microclima dell’ambiente devono sottostare a parametri ben studiati e che vanno rispettate seconde norme di medicina del lavoro ben codificate. Le condizioni oculari del videoterminalista devono essere sempre ottimali e occorre che difetti della refrazione oculare (miopia, astigmatismo, ipermetropia e presbiopia) anche piccoli siano ben corretti; che vengano considerate anche eventuali alterazioni  della motilità oculare (strabismo etc.) e del riflesso accomodazione/convergenza per vicino. Importante inoltre è che non vi siano alterazioni della lacrimazione con sindrome da ‘occhio secco’. Da quanto detto, correggere bene i difetti visivi, utilizzare sostituiti delle lacrime per la buona lubrificazione dell’occhio e soprattutto interrompere  saltuariamente e guardare lontano per rilassare l’accomodazione può aiutare il videoterminalista a ridurre i disturbi oculari durante il lavoro” La cataratta è un problema risolvibile facilmente oggi? Quali sono le tecnologie di intervento più all'avanguardia?  “L’intervento di cataratta è il più frequente nella chirurgia oculare;  è un intervento standardizzato che si esegue normalmente in regime ambulatoriale in anestesia topica dopo instillazione di colliri anestetici e spesso senza punti di sutura delle ferite chirurgiche. L’asportazione del cristallino opacato (cataratta) viene eseguita con la facoemulsificazione utilizzando macchine sofisticate che frammentano e aspirano il cristallino opacato. A questo tempo segue l’introduzione di una lente artificiale che sostituisca la lente naturale per una visione ottimale. La metodica chirurgica prevede anche altri tempi con taglio corneale e asportazione della capsula anteriore del cristallino che oggigiorno possono essere effettuati con il Femto-laser; si parla in questi casi di facoemulsificazione femto-assistita. I vantaggi dell’utilizzo del laser sono costituiti da una più sicura esecuzione dei tagli chirurgici e più agevole asportazione della cataratta. Per quanto riguarda invece la sostituzione del cristallino opacato con una lente oculare sintetica l’evoluzione tecnologica in questo campo fa si che oggigiorno l’intervento venga considerato un intervento “refrattivo”, nel senso che con l’introduzione della protesi si possono correggere i difetti visivi preesistenti (miopia, ipermetropia e astigmatismo) e in casi selezionati si possano utilizzare lenti che consentono una visione sia per lontano che per vicino senza necessità di utilizzare più gli occhiali. L’intervento di cataratta consente oggigiorno una riabilitazione molto valida e rapida, ma ciò avviene solo dopo un’accurata valutazione da parte del chirurgo delle metodiche e del tipo di lente da utilizzare; anche questo intervento può comportare complicanze che, seppure in gran parte rimediabili, possono non soddisfare le aspettative di risultato del paziente”. Quando è consigliabile operarsi per togliere miopia e astigmatismo? Perché spesso la miopia torna? Nel caso di ritorno della miopia ci si può operare nuovamente? Per lei è preferibile la tecnica Lasik o Prk?  “La correzione della miopia e dell’astigmatismo si ottiene con la riduzione chirurgica dello spessore della cornea centrale mediante l’utilizzo di laser in rapporto all’entità del difetto; la cornea non può essere però eccessivamente assottigliata senza andare incontro nel tempo ad uno sfiancamento con comparsa di difetti visivi difficilmente correggibili. Per questo motivo l’indicazione all’intervento vale per miopia e astigmatismo non eccessivamente elevati. Alla chirurgia refrattiva si deve arrivare dopo un preciso esame dei parametri corneali mediante attrezzature adeguate e valutazione precisa della refrazione oculare che deve essere stabile nel tempo (ciò vale soprattutto per i giovani). Le metodiche chirurgiche Lasik e PRK vengono utilizzate oggigiorno entrambe anche se, con l’avvento  del Femto-laser, la Lasik, ha una diffusione maggiore giustificata dal confort postoperatorio notevolmente più accettabile da parte del paziente rispetto alla PRK. Quest’ultima è ancora oggi utilizzata anche per i minori rischi di sfiancamento corneale postoperatorio e risultati talvolta più affidabili. Il ritorno a una lieve miopia o ad un astigmatismo a distanza di tempo spesso è dovuta ad una tendenza della cornea a riprendere la curvatura naturale”. Quale stile di vita ci consiglia per migliorare la salute dei nostri occhi? Ci sono accortezze, farmaci o cautele da considerare?  “La salute degli occhi è senza dubbio correlata anche allo stile di vita. E’ importante innanzitutto seguire le regole di prevenzione delle varie patologie con visite specialistiche volte e a fare diagnosi precoci, sia nell’infanzia (2-6 anni) che nell’adulto (40-50 anni) e nell’anziano in tempi più ravvicinati. E’ bene utilizzare occhiali protettivi filtranti la luce carica di componenti UV per i noti danni di questa luce a carico del cristallino ad alla retina. Assicurare una buona lubrificazione della superficie oculare in ambienti che esaltino l’evaporazione della lacrima con fenomeni di ‘occhio secco’. Le diete ricche di sostanze antiossidanti contengono  pigmenti come la luteina e la zeaxantina costituiscono una prevenzione all’invecchiamento oculare soprattutto della macula e se ben eseguite possono evitare l’integrazione di sostanze antiossidanti assunte per via generale. Altra regola importante per la buona salute dell’occhio, controllare l’effetto tossico di alcuni farmaci che, se presi per necessità, vanno monitorati anche dal punto di vista oculare e, da ultimo, anche per l’occhio, vale la regola di evitare il fumo, fattore di rischio scientificamente accertato per la maculopatia senile”. Gaetano Gorgoni  

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