Cronaca Sanità Lecce Dimissioni ospedaliere protette, 350 unità per seguire i pazienti fragili sui territori Filo diretto tra ospedali e territorio: è la nuova Sanità che comincia a prendere corpo. Formate 350 unità per “seguire” i pazienti fragili nei servizi territoriali. ... 13/02/2017 a cura della redazione circa 2 minuti Filo diretto tra ospedali e territorio: è la nuova Sanità che comincia a prendere corpo. Formate 350 unità per “seguire” i pazienti fragili nei servizi territoriali. Un filo diretto tra ospedali e territori: è la nuova sanità che prende corpo. Le Dimissioni Ospedaliere Protette sono una realtà operativa nel Salento già dal 2010, potenziata però in forza dell’ultima delibera varata dalla Direzione Generale ad inizio febbraio. Una rete rinnovata e tessuta con pazienza dalla ASL di Lecce, mettendo insieme i vari pezzi del puzzle che collega criteri sanitari e socio-assistenziali con un obiettivo cruciale: seguire il paziente fragile dall’Ospedale al Territorio, a casa oppure nelle residenze assistenziali, senza mai perderlo di vista. Un modello nuovo “schierato” dalla Asl negli ospedali e incentrato sul “Servizio Dop”, vero punto di partenza del sistema che dovrà facilitare la dimissione ospedaliera protetta del paziente, spesso anziano e con patologie croniche. Un percorso da fare in stretto contatto con la Porta Unica d’Accesso dei Distretti e con gli Ambiti di Zona. A gestire e attuare le procedure ci sarà un gruppo di lavoro di 350 unità, risorse formate dalla ASL nell’ambito di cinque corsi specifici: medici specialisti ospedalieri e distrettuali, pediatri di libera scelta e medici di medicina generale, infermieri ospedalieri e dei servizi domiciliari, psicologi, assistenti sociali e fisioterapisti. Professionalità e competenze diverse che, all’interno del nuovo scenario in cui la degenza in ospedale è sempre più specializzata e breve, garantiranno la necessaria integrazione tra assistenza primaria e cure specialistiche, tenendo conto del ruolo fondamentale acquisito dalle realtà territoriali chiamate a prendersi cura del paziente fragile. Un percorso disegnato in ogni particolare, dunque, in modo da garantire continuità assistenziale in un approccio interdisciplinare. In sostanza, capace di ottenere un doppio vantaggio dal miglioramento delle cure domiciliari e dalla riduzione dei ricoveri ospedalieri, anche grazie all’uso di tecnologie innovative, restando così nel solco tracciato dal Piano Nazionale delle Cronicità. Un modello fortemente innovativo, in linea con le più moderne espressioni della Medicina di Comunità, pensato e costruito attorno ai bisogni “globali” del paziente, per il quale l’uscita dall’ospedale può rappresentare un passaggio critico e complesso. Patologia, non autosufficienza e condizioni di tipo ambientale e socio-economico entreranno perciò nella formulazione del piano d’intervento socio-sanitario a garanzia di un inserimento assistito verso i servizi territoriali o residenziali. Un processo in cui ASL Lecce mette in gioco sei Ospedali e dieci Distretti, gangli nevralgici di un sistema interconnesso e capace di flessibilità nell’applicazione concreta. La ASL, nella fase iniziale, ha previsto di monitorare le procedure delle DOP partendo dagli Ospedali di Casarano e Galatina, che fungeranno da ”spie” del buon funzionamento del sistema. Sempre con il paziente al centro e la ASL intorno, pronta a adeguare il nuovo modello ai cambiamenti necessari.
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