Ambiente 

Il "gambero killer" della Louisiana alla conquista del Salento, a rischio canali e corsi d'acqua

La specie esotica è stata introdotta in Italia negli anni '90 e ha già danneggiato la biodiversità nel Nord Italia.  Dopo aver colonizzato fiumi e torrenti del Nord Italia...

La specie esotica è stata introdotta in Italia negli anni '90 e ha già danneggiato la biodiversità nel Nord Italia.  Dopo aver colonizzato fiumi e torrenti del Nord Italia, il famigerato “gambero killer” della Louisiana si sta facendo strada anche nel Salento mettendo a rischio la biodiversità di canali e zone umide. Il gambero (Procambarus clarkii il nome scientifico) è arrivato in Italia negli anni '90 come specie di allevamento (in America le sue carni sono molto pregiate) ed accidentalmente è finito in natura mettendo a rischio la biodiversità. Il gambero killer deve, infatti, il suo nome alla sua estrema voracità che praticamente estingue le altre specie acquatiche e distrugge il loro habitat: mangia uova di pesci, anfibi (rane e salamandre) e di insetti acquatici, e poi, finiti questi, le specie vegetali presenti (alghe, piante acquatiche). Addirittura è in grado di resistere e respirare fuori dall'acqua per alcune ore e raggiungere le eventuali coltivazioni poste attorno ai corsi d'acqua, provocando la distruzione di discrete quantità di raccolto. Scava anche profonde tane (fino a 1,5 m) rischiando di indebolire gli argini di fiumi e torrenti. Essendo poi originario di zone calde, rappresenta poi una gravissima minaccia per i sempre più rari gamberi nostrani in quanto, oltre a competere meglio dal punto di vista ecologico, è portatore sano di alcune gravi malattie, tra cui la famigerata “peste del gambero” (Aphanomyces astaci), che non lasciano scampo alle nostre specie. La sua presenza è sempre più documentata nelle aree umide e nei canali del Salento, e in teoria potrebbe essere pescato e mangiato se non provenisse spesso da acque poco pulite che mettono a rischio la salute.  

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