Politica 

Bellanova, “Pubblicità con nudo di donna, stereotipo svilente”

Interrogazione della parlamentare salentina al Ministro alle Pari Opportunità: il corpo della donna ancora al centro di campagne pubblicitarie degradanti. La parlamentare Pd, Teresa Bellanov...

Interrogazione della parlamentare salentina al Ministro alle Pari Opportunità: il corpo della donna ancora al centro di campagne pubblicitarie degradanti. La parlamentare Pd, Teresa Bellanova ha inviato un’interrogazione al Ministro alle Pari Opportunità Maria Cecilia Guerra affinché parta un confronto immediato con la Federazione Italiana Editori e la Federazione Concessionari di Pubblicità. Obiettivo: avviare un’azione di moral suasion per contrastare la massiccia tendenza della pubblicità, e degli uffici marketing delle aziende, ad utilizzare il corpo delle donne per la promozione dei più disparati prodotti. La Bellanova ha inviato una interrogazione, a ridosso delle polemiche suscitate dopo la recente affissione su numerose plance del territorio salentino di manifesti 6x3 dove, per l’ennesima volta, compare un nudo di donna per promuovere la vendita a prezzi super scontati di salotti (a Lecce).  “Non possiamo da una parte approvare leggi contro il femminicidio -dice Teresa Bellanova- e sostenere campagne di sensibilizzazione, e dall’altra chiudere gli occhi su come la pubblicità quotidianamente tratti il corpo delle donne, svilendolo a merce e ammiccando a chissà quale desiderio nascosto. Ecco perché, ricordando come anche il Parlamento europeo abbia ritenuto necessario intervenire con una risoluzione contro gli stereotipi di genere, credo urgente che il Ministro promuova nel merito una discussione pacata ma rigorosa con editori e concessionari di pubblicità”.  E infine: “Ho consapevolezza che la crisi sta mordendo tante nostre aziende, anche perché quotidianamente incontro i volti di queste persone in difficoltà. Comprendo che ognuno si ingegna come può per salvare ciò che ha costruito con fatica, ma ritengo che utilizzare in questo modo il corpo delle donne per una presunta promozione del prodotto non sia vettore di alcun surplus. Anzi, in tutto questo scorgo un messaggio di arretratezza culturale, oltre che la scia di una inquietante pigrizia mentale, retriva e offensiva, contro cui dobbiamo combattere tutti insieme”.

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