Cronaca Galatone "Frequenta cattive compagnie", e il Tar gli nega il porto d'armi. Non potrà fare la guardia giurata Frequenta cattive compagnie e per questo non potrà avere il porto d’armi. Il Tar di Lecce conferma la decisione della Prefettura di Lecce. Doccia fredda per un trentenne di Galatone che o... 22/09/2013 a cura della redazione circa 3 minuti Frequenta cattive compagnie e per questo non potrà avere il porto d’armi. Il Tar di Lecce conferma la decisione della Prefettura di Lecce. Doccia fredda per un trentenne di Galatone che ora non potrà accettare l’offerta di lavoro da parte di un istituto di vigilanza che lo avrebbe assunto come guardia giurata. Quasi certo il ricorso al Consiglio di Stato. Niente porto d’armi perché “si teme che il ragazzo possa farne un cattivo uso”. Il Tar di Lecce – a cui un giovane di 32 anni di Galatone, L.P., si era rivolto, assistito dall’avvocato Angela Villani - ha dato ragione alla Prefettura che ha respinto la richiesta di “porto d’armi per pistola di guardia particolare giurata”. Tutto parte da un’informativa dei carabinieri del comando provinciale di Lecce, da cui risultano, a carico del giovane, una condanna per lesioni personali e accensione di esplosioni pericolose, una violazione delle norme sul lavoro minorile e la frequentazione “di soggetti pregiudicati per reati di particolare allarme sociale”. Sulla base di questo “curriculum”, la Prefettura ha giudicato il richiedente non idoneo ad ottenere il porto d’armi, distruggendo con il proprio diniego la speranza del giovane di poter accettare un lavoro come guardia giurata. E a nulla è valso il ricorso al Tar, che dopo un’attenta analisi del passato del giovane, ha confermato il “niet” della Prefettura. Con qualche sorpresa: contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non è la condanna, che risale al 1999 a determinare il diniego, ma proprio le cattive compagnie. Le lesioni personali sono state causate, infatti, dall’esplosione di un botto in piazza durante la notte di Capodanno.E’ lo stesso Tar a riconoscere che il fatto, tenuto conto della giovane età del ragazzo, appena maggiorenne, e della circostanza (la notte di Capodanno) “non presenta elementi di allarme sociale”, così come non sembrano rilevanti le violazioni delle norme sul lavoro minorile, che non sono mai sfociate in un processo penale. Sulle frequentazioni, invece, il Tar non ammette errori. Dall’informativa dei carabinieri risulta infatti che, tra il 2000 e il 2012, il giovane è stato trovato per 12 volte in compagnia di pregiudicati per reati di particolare allarme sociale. Nello specifico, negli ultimi 5 anni il 32enne è stato trovato in compagnia di persone condannate per reati finanziari e associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, per associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione. “Data l’intensità dei contatti e la natura dei reati – conclude il Tar – il no della Prefettura è confermato, essendovi il ragionevole sospetto di un uso improprio dell’arma”. E i giudici precisano che per giustificare il rifiuto non è necessaria la condanna, ma è sufficiente una condotta “tale da ingenerare nell’amministrazione il fondato sospetto che si possa abusare delle armi”. L’avvocato Villani, però, non ci sta. “Le frequentazioni che determinano il diniego sono state casuali: in un’occasione, il mio assistito parlava con un operaio che svolgeva lavori nella sua casa, in un’altra si trattava del titolare di un bar del paese. In un caso, più eclatante, il reato è stato commesso dopo rispetto al momento in cui il mio assistito si trovava in compagnia della persona che poi è stata condannata. Andremo al Consiglio di Stato, anche perché in passato la stessa sezione del Tar si è espressa diversamente su un caso simile”. Valeria Blanco
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