Calcio Nardò Il Nardò Calcio in agonia: niente stipendio e i giocatori vanno via Fine dei giochi. Il calcio neretino, dopo anni tristi e bui, è vicino a conoscere il suo epilogo. Merito di una tifoseria che dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, un attaccamento disum... 12/09/2013 a cura della redazione circa 3 minuti Fine dei giochi. Il calcio neretino, dopo anni tristi e bui, è vicino a conoscere il suo epilogo. Merito di una tifoseria che dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, un attaccamento disumano ai colori di un club dal passato glorioso ma dal presente assai precario. E' ora di voltare pagina e, dopo un pomeriggio bollente con continui e scontati rinvii nel pagamento delle spettanze dei calciatori, i tifosi hanno preso in mano la situazione, invitando i calciatori stessi a trovare nuova sistemazione e spingendo fortemente per la rinuncia all'attuale campionato di Serie D con conseguente radiazione. Una scelta dolorosa, certo, ma imprescindibile per salvaguardare l'onore del Nardò troppo spesso calpestato negli ultimi anni. In una conferenza, tenutasi nella sala stampa dello stadio, la voce del rappresentante del gruppo South Boys del tifo organizzato neretino, Michele Piccione, spiega tutto ripercorrendo le ultime tribolate tappe di un fallimento annunciato. "All'ennesimo ritardo -esordisce Piccione- dell'acconto del primo stipendio di questa società i calciatori, sotto nostro invito, si svincoleranno per andare via in quanto questa società non ha ottemperato agli impegni presi con calciatori e un'intera città. Impegni presi non più di tre settimane fa quando il vice presidente Manieri prometteva tre anni di tranquillità e un futuro solido. Il clima all'interno dello spogliatoio era già di disfattismo totale perché, com'è comprensibile dopo gli ultimi due anni, iniziare una nuova stagione con problemi sul pagamento degli stipendi non è il modo migliore". "Già l'anno scorso -prosegue- il campionato è stata una via crucis. Si è scelto di partire senza presidente, senza una solida proprietà e con le promesse mai mantenute del sindaco, con calciatori che hanno preso al massimo il 20% di quel poco su cui si erano accordati. E' arrivata la nuova stagione con questo presunto passaggio societario al presidente Diabatè. Furono promessi 300 mila euro alla sottoscrizione del contratto del passaggio di società e un milione e mezzo di euro nell'arco di uno o due anni. Giorno 23 luglio scorso, termine ultimo per effettuare l'iscrizione, questa società non disponeva di un euro. Il vice presidente Manieri faceva vedere una predisposizione di bonifico di 270mila euro che purtroppo ha annebbiato anche le nostre menti e così ci siamo messi in moto, con azioni incredibili, per garantire l'iscrizione. Noi abbiamo trovato 40mila euro di vertenze pagate ai calciatori e 31mila euro di fidejussione, mentre i 19mila euro per l'iscrizione sono stati garantiti tramite bonifico dall'ex presidente Enzo Russo, che è ed è sempre stato il regista di questa grottesca situazione. Pensavamo che da lì in poi si sarebbe costruito un futuro anche umile per questa gloriosa società. Poi abbiamo fatto una campagna acquisti, prendendo calciatori con stipendi da 30-40mila euro, a mio modo di vedere insensata". "Nel pomeriggio di oggi, giorno in cui sarebbero dovuti arrivare i pagamenti agli attuali calciatori, all'interno dello spogliatotio il vice presidente Manieri a chiare lettere ha detto che non c'era disponibilità economica. E invitata i calciatori ad aspettare venerdì prossimo, cioè dopo la chiusura del mercato. Tutti questi personaggi che hanno gestito la società non hanno coscienza, non hanno capito che di fronte non avevano solo calciatori ma anche e soprattutto uomini con a carico famiglie. E' stata nostra iniziativa invitare i calciatori ad andare via, per il loro bene. Abbiamo agito così perché puoi essere vittima di un sistema, ma se questo sistema diventa un'abitudine e tu ci stai dentro ne diventi necessariamente complice. Noi tifosi non siamo complici. Proviamo rabbia, delusione, sconforto ma anche un pizzico di gioia perché finalmente secondo noi abbiamo estirpato un cancro in questo paese, che da dieci anni, almeno a livello calcistico, non ci concede tregua". Ultime battute sul futuro: "Non ci sarà nessun compromesso, nessuna nuova squadra, nessuna juniores che scenderà in campo. Obbligheremo questa società a fare una proposta di rinuncia al campionato e se questa verrà rifiutata, punteremo a non far scendere la squadra in campo per quattro partite, con conseguente radiazione. Siamo convinti che per poter rinascere bisogna fare un sacrificio tutti insieme e dire basta a questo modo di fare calcio e di non rispettare calciatori e uomini. C'è da preservare l'onore di un club e di un'intera città". Fonte: salentosport.net
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