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Strage di gatti, ANLC ed Enalcaccia al Codacons: ''Ora basta''

La risposta delle Associazioni dei cacciatori alle accuse rivolte dopo gli episodi avvenuti nel Basso Salento.

Dpo i fatti registrati tra i comuni di Salve e Morciano dove una colonia felina è stata fatta oggetto di attacchi a colpi di fucile, arriva la replica dei cacciatori tirati in ballo dalla denuncia del Codacons. ''Non possiamo più tollerare gli infamanti attacchi che il Codacons ha rivolto ai cacciatori accusati di compiere atti criminosi verso gli animali. Affermare che 'la zona San Iasi è battuta dai cacciatori che sparerebbero anche nelle vicinanze delle abitazioni e delle strade... probabilmente qualche cacciatore si sarebbe divertito a fare dei gatti dei veri e propri bersagli mobili...' costituisce una vera e propria calunnia''. Lo afferma Flavio Maglio, Presidente Regionale dell'Associazione Nazionale Libera Caccia (ANLC).

''Il Codacons - aggiunge - dovrebbe sapere che una denuncia deve essere circostanziata e nella stessa devono essere individuati i soggetti che si rendono responsabili e non già accusare come scritto sulla base di 'segnalazioni ricevute' i cacciatori che sino a prova contraria, essendo in possesso del porto d'armi, sono le persone senza macchia che più di altre sono rispettose della legge''.

''Il Codacons,alla pari delle associazioni animaliste, ambientaliste, trova piacevole esercizio sparare sulla categoria dei cacciatori perché sa che così facendo può trovare facile attenzione da parte dell'opinione pubblica. Però non ha detto nella denuncia che la caccia è chiusa sino a settembre e che quindi il cacciatore non può è esercitare alcun tipo di attività venatoria. Il Codacons faccia ammenda di quanto denunciato, scandagli meglio il terreno e individui altre responsabilità e restituisca invece la dignità ai cacciatori ingiustamente accusati, non senza aver precisato che se non si dovesse avere riscontro a questa richiesta, nostro malgrado saremo costretti ad interessare l'autorità giudiziaria''.

Ed interviene sulla vicenda anche Tiziano Simone, Presidente Provinciale ENALCACCIA-LECCE, che ha dichiarato: ''Alla luce delle vicende che hanno interessato numerose testate online e su carta in riferimento alla uccisione di un certo numero di gatti nel Basso Salento ed in particolare sulla presa di posizione espressa dal Codacons che ha ritenuto di ascrivere "verosimilmente" la responsabilità di quanto occorso alla categoria definita, in modo generico ed approssimativo, dei "cacciatori", faccio seguito al puntuale intervento del collega Presidente della Sezione Provinciale di Federcaccia Avv. Giovanni Ciccarese, non solo per manifestare piena solidarietà e ampia condivisione dei contenuti espressi, ma anche per confermare, sin da ora, unitario e fermo appoggio ad ogni iniziativa che le Associazioni venatorie tutte vorranno eventualmente adottare a tutela di tutti gli appassionati che praticano, nel pieno rispetto delle leggi e dell'etica, l'attività venatoria''.

''Aggiungo, per quanto possa occorrere, che la circostanza più volte evidenziata della riconducibilità ai "cacciatori" dei vili abbattimenti dei gatti, giacché alcuni risulterebbero interessati da ferite procurate da armi destinate all'uso di cartucce caricate con pallini di piombo, armi normalmente utilizzate da parte di chi pratica l'attività venatoria, non significa in modo alcuno che le stesse armi non possano essere legittimamente detenute, in Italia e secondo le vigenti leggi, anche da altre persone che pur non praticando l'attività venatoria, siano a diverso titolo proprietarie (in forza di porto d'armi per uso sportivo ovvero altro titolo abilitativo) delle medesime armi a canna liscia, capaci di utilizzare le medesime munizioni caricate con pallini di piombo; ciò non di meno, tale aspetto lungi dal voler costituire una giustificazione, deve invitare tutti ad una profonda riflessione''.

''Chiunque - conclude - prima di diffondere gravi accuse genericamente rivolte nei confronti di una categoria di persone, delle quali non condivide alcune scelte, ha l'obbligo di considerare che in tal modo rischia di offendere e nuocere all'onorabilità ed al decoro anche di coloro che, in quella categoria, e che in genere ne costituiscono la più grande parte, abbiano adottato sempre comportamenti perfettamente in linea con la Legge e con il rispetto della natura intesa nel senso più ampio''.


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