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Porto Cesareo, parcheggio selvaggio su aree retrodunali: «Turismo delirante e violento»

L’allarme di Legambiente che sottolinea i comportamenti illegali e irrispettosi di molti che mettono a rischio ecosistemi vulnerabili del parco marino e terrestre

La natura di Porto Cesareo a rischio per colpa di un turismo “delirante e violento”: è l’allarme disperato e senza mezzi termini lanciato da Legambiente, che sottolinea come i comportamenti illegali e irrispettosi, sempre più diffusi, stanno danneggiando gli ecosistemi vulnerabili del parco marino e terrestre come Le dune e le Isole.

Sono centinaia le auto in sosta nelle aree retrodunali di Palude Fede, in piena Riserva Regionale Palude del Conte e Duna Costiera di Porto Cesareo fin sopra le dune, dove insistono diversi habitat prioritari tutelati da normative nazionali e diverse direttive comunitarie, e nelle fragili aree retrodunali o addirittura sulla scogliera o direttamente in spiaggia.

In piena riserva si ripete poi il fenomeno del parcheggio abusivo con caravan, anche di grandi dimensioni, adagiati sulla fascia costiera, sugli scogli e fin quasi sulla battigia, con tanto di accampamento stabile con tavoli, barbecue, tende, sedie sdraio, abiti appesi, gazebo in una zona protetta, demaniale, non affatto destinata al parcheggio. I volontari hanno poi constatato, stante l’olezzo che viene sprigionato, lo scarico dei reflui direttamente nell’attiguo canale d’Arneo che poi sfocia direttamente in mare e quindi nel parco marino.

Preoccupa non poco – sottolineano -, poi, il campeggio abusivo su tutte le dune libere (in particolare quelle di Punta Prosciutto) con tende, fornelli a gas con tanto di bombola, gruppi elettrogeni e addirittura wc e docce scavati nella sabbia con scomparsa delle praterie di piante psammofile, quale la graminacea di dune il cui scopo è quello di conservare la sabbia e quindi far sì che la duna diventi sempre più consistente, sparita a causa del calpestio dovuto al passaggio di migliaia di persone durante la settimana e, come se non bastasse, occupazione di questi spazi che, per quanto transennati dalle staccionate che dovrebbero impedire l’accesso, vengono metodicamente invase”.

Si continuano ancora a fare i falò in spiaggia con taglio dei rami e tronchi di ginepro, coccolone secolare, che vengono utilizzati per alimentare i fuochi della sera in barba a qualsivoglia divieto e con grave compromissione di tutto l’habitat dunare. Ed ancora, abbandono di rifiuti consistenti, per la maggior parte, in plastiche varie e bottiglie di vino, birra e superalcolici solitamente utilizzati da comitive di giovanissimi che stazionano tra il sabato e la domenica e comunque nel weekend, accampandosi, facendo i bisogni fisiologici tra i cespugli e sulle dune, procurando non solo odori sgradevoli e nauseabondi ma anche un grave impatto sanitario visto che questa prassi si ripete ogni settimana con ormai decine e decine e decine di giovani che si radunano e stazionano sulle dune campeggiando abusivamente in barba a qualsivoglia legge o ordinanza.

“E poi minacce – denunciano -, ingiurie ed aggressioni ai volontari di Legambiente che cercano di sensibilizzare i fruitori della spiaggia ad un uso corretto della stessa. Si è rischiato il linciaggio per il semplice fatto di aver invitato le comitive di giovani che stazionavano sulle dune, compromettendo e danneggiando un ecosistema tanto importante quanto fragile e che deve essere ad ogni costo tutelato, protetto, salvaguardato e non utilizzato come campo base per i bivacchi quotidiani, notturni e del fine settimana”.

Addirittura è stata recintata un'area pubblica ricadente nella Riserva Regionale e utilizzata come campeggio privato. Pericolosissimo il troppo frequente passaggio di autovetture e caravan in località Torre Castiglione: “Infatti – spiegano - in questa fragilissima area della riserva insistono numerose essenze botaniche inscritte nella lista rossa della Regione Puglia (quindi piante protette), nidi di #fratino, oltre alle bellissime orchidee spontanee ormai minacciate dal transito e dalla sosta di veicoli (severamente vietati). Non solo, qui vi è il rischio attuale e concreto di crollo del suolo: l’area è denominata dagli esperti ‘valle di crollo’ ed è fortemente interessata dal carsismo e dalle numerose ‘spunnulate’, doline di crollo tanto che la Regione Puglia, il Comune di Porto Cesareo e l’Ordinanza Balneare della Capitaneria di Porto vietano il transito anche a piedi. Urgono dissuasori per impedire quantomeno l’accesso veicolare”.

I volontari, impegnati su tutto il territorio cesarino, sottolineano e mettono in evidenza che occorre costantemente denunciare, sanzionare, sequestrare e comunque ripristinare la legalità a difesa di un ambiente fragile che non può più sopportare questo carico antropico e queste pratiche devastanti; si rende indispensabile un continuo ed incessante controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine con l’applicazione delle necessarie e severe sanzioni previste, penali ed amministrative, per i casi di danneggiamento e mancato rispetto delle normative nonché il ripristino dei luoghi a spese dei trasgressori.

Legambiente Porto Cesareo rivolge un accorato appello al Prefetto di Lecce: “questa inciviltà dilagante va fermata subito. Prima che vengano irreversibilmente compromessi habitat prioritari della riserva marina e terrestre o che scoppi una bomba sanitaria”.

Per tutto quanto su esposto, verrà presentata formale denuncia ma si chiede, un pronto ed urgente intervento delle Autorità preposte affinché torni a regnare la legalità ed il buon senso. 

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