Cronaca Lecce Associazione di tipo mafioso, scatta il blitz. 23 arresti tra Lecce, Roma, Brindisi, Foggia e Pavia Operazione “Twilight” dei militari del Comando Provinciale di Lecce: sequestrati beni per 10 milioni di euro riconducibili alle famiglie mafiose Persano e Caroppo. Sono 23 gli indagati ... 29/11/2016 a cura della redazione circa 3 minuti Operazione “Twilight” dei militari del Comando Provinciale di Lecce: sequestrati beni per 10 milioni di euro riconducibili alle famiglie mafiose Persano e Caroppo. Sono 23 gli indagati (22 in carcere e 1 agli arresti domiciliari) colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e al contestuale sequestro preventivo di beni, emessa dal Gip del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine, ed eseguita dai militari del Comando provinciale di Lecce a partire da questa notte. Varie le accuse che spaziano dall’associazione di tipo mafioso, al concorso esterno in associazione di tipo mafioso, finalizzata all’usura, all’estorsione aggravata, alle rapine, all’esercizio abusivo di attività finanziaria, al riciclaggio, alle truffe, allo sfruttamento della prostituzione, alla detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e altro. Le operazioni, disposte nelle province di Lecce, Roma, Brindisi, Foggia e Pavia e con l’impiego di 100 militari e 35 autovetture (con supporto di un velivolo del 6° Elinucleo carabinieri di Bari e dal Nucleo cinofili di Modugno), prevedono l’esecuzione congiunta dei 23 provvedimenti restrittivi, di cui 20 per 416 bis. Previsti altri ulteriori 82 avvisi di conclusione indagini, tra questi anche 6 funzionari di banca. I provvedimenti traggono origine da un’alta importante analoga attività d’indagine, denominata Shyloc, che ha accertato l’esistenza di un’associazione di tipo mafioso, operante nella provincia di Lecce, dedita all’usura, alle estorsioni e al riciclaggio. È proprio dalle denunce presentate da un imprenditore vittima di usura, e dalle dichiarazioni rese da Alfredo Scardicchio, che decise di collaborare dopo il suo arresto, che nel 2011 prende corpo un altro filone d’indagine. L’attività sviluppatasi ha permesso l’individuazione di tre distinte associazioni che convivono nello stesso territorio provinciale in virtù di una ‘pax mafiosa’, alle quali se ne affiancano altrettante con ambiti di operatività ben distinti, ma che registrano un certo grado di osmosi tra gli appartenenti ai diversi sodalizi. In particolare, le dichiarazioni di Scardicchio hanno disvelato le prime prove dell’esistenza di un gruppo mafioso, ricollegabile ai fratelli Persano e al loro cugino Oronzo (già condannato per 416 bis), attivo, tra l’altro, in materia di usura ed abusivo esercizio di attività finanziaria. Con le prime rivelazioni di Scardicchio, si sono accertate le identità delle vittime dell’usura, una ventina di persone che, con le loro dichiarazioni contribuivano a ricostruire il panorama criminoso e le connivenze anche di 6 direttori di banca compiacenti e permettevano di individuare un’analoga consorteria mafiosa facente capo alla famiglia Caroppo, nome storico legato alla Scu e al clan denominato “Nisi – Caroppo”. Alle dichiarazioni seguivano attività tecniche e accertamenti patrimoniali presso le banche dati e gli istituti di credito, nonché innumerevoli servizi di osservazione e pedinamento. Nell’odierna indagine emergeva, inoltre, una frangia di tutto rilievo nel panorama leccese della Scu, e cioè quella legata a Pasquale Briganti, detto Maurizio (già condannato per 416 bis) e Luigi Sparapane (operante su Galatina), entrambi storici esponenti della Scu: in questa strutturazione orizzontale, che consente di definire la mafia salentina come un “network” di gruppi mafiosi, sono inseriti organicamente soggetti che nel corso del tempo non hanno mai perso aderenza con la “Scu”. A satellite delle organizzazioni descritte vi sono altrettante associazioni per delinquere le quali hanno concorso o favorito gli affari illeciti delle organizzazioni di tipo mafioso. Disposti sequestri preventivi per 36 immobili (appartamenti, villette residenziali e terreni), 4 attività commerciali, 1 autovettura, 2 Srl, 2 imprese individuali, circa 30 rapporti bancari per un valore, approssimato per difetto, di circa 10 milioni di euro: un colpo al patrimonio accumulato illecitamente dalle famiglie mafiose dei Persano e Caroppo.
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