Politica Lecce 

Dopo lo sgombero, il sindaco annuncia: “L’asilo nido riaprirà: senza abusivi si può programmare”

Perrone sottolinea che l’amministrazione ha come obiettivo di rimettere in funzione l’asilo nido: “Non abbiamo inserito la struttura nel bando perché non conoscevamo i tempi d...

Perrone sottolinea che l’amministrazione ha come obiettivo di rimettere in funzione l’asilo nido: “Non abbiamo inserito la struttura nel bando perché non conoscevamo i tempi dello sgombero”. È il futuro dell’ex asilo comunale di via Casavola ora il tema politico che caratterizza il dibattito a Lecce, alla luce dello sgombero del centro sociale autogestito “Terra Rossa”, avvenuto questa mattina. Raggiunto telefonicamente il sindaco, Paolo Perrone, in trasferta a Roma per alcuni impegni istituzionali, si è detto all’oscuro delle evoluzioni odierne, ma ha voluto chiarire che esiste un obiettivo chiaro da parte dell’amministrazione sulla struttura comunale: “Tornerà ad essere quello che era, un asilo nido a disposizione della comunità”. Ma se l’idea sul destino dell’edificio “Angeli di Beslan” sia nella mente degli amministratori segnato, viene naturale chiedersi perché scorrendo il bando per le iscrizioni agli asili nido pubblicato sull’albo pretorio del Comune la struttura non sia considerata nell’apposito elenco: “Non potevamo programmare con gli abusivi all’interno. Lo sgombero sarebbe potuto avvenire anche fra due mesi, non ne avevamo certezza. E, in questo quadro, non si può chiedere ad una madre di iscrivere il figlio, senza la sicurezza di poter utilizzare la struttura”. Sui tempi che l’amministrazione intende darsi per affidare i lavori e rimettere a disposizione della città uno spazio pubblico, che dovrebbe comprendere 66 posti a disposizione delle famiglie, Perrone resta vago e insiste: “La programmazione può partire da oggi, visto che l’ex asilo è libero”. Intanto sul caso dello sgombero, si moltiplicano le attestazioni di solidarietà al collettivo. Lecce Bene Comune parla di quanto accaduto come “prova di una politica miope”: “Dei tanti modi – si legge in una nota - per affrontare la domanda di socialità, rappresentata dall'autogestione di uno spazio abbandonato, il Comune di Lecce ha saputo scegliere il peggiore, soffocandola”. Anche la sezione locale de “L’Altra Puglia” non risparmia critiche pesanti: “Lo sgombero del Terra Rossa, a Lecce, è un atto politicamente infame. L'Altra Puglia era, è e resta al fianco di quelle ragazze e quei ragazzi, e si mette completamente a loro disposizione per qualunque percorso decidano di intraprendere affinché quello spazio di socializzazione e riflessione continui a vivere. Nessun autoritarismo repressivo potrà mai cancellare gli incoraggiamenti che dai balconi del quartiere indirizzavano a quelle ragazze e a quei ragazzi, mentre venivano sgomberati. Ci vogliono divisi e indifferenti, ci avranno uniti e appassionati”. Dal collettivo rivendicano come l’occupazione sia servita a denunciare “lo stato di degrado sociale a cui la nostra amministrazione destina spazi di proprietà pubblica” e come si sia dato vita “a una inedita esperienza di autogestione e autogoverno popolare con il sostegno attivo degli abitanti del quartiere e, in particolare, delle 24 famiglie del condominio limitrofo stanchi di quello scempio”: “Evidentemente Perrone e i suoi assessori – spiegano - sono a disagio rispetto al vaso di Pandora che abbiamo scoperchiato. Preferiscono spacciatori e prostitute a chi, invece, in forma del tutto disinteressata mette in piedi un momento importante di mutualismo sociale e rigenerazione urbana”. Dal collettivo chiariscono che Terra Rossa non sia solo un luogo fisico ma un progetto sociale che vuole andare avanti a prescindere dall’ex asilo: “La miopia del sindaco – puntualizzano - non ci fermerà”.    

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