Arte e archeologia In anteprima mondiale, ecco il volto dell'Uomo di Altamura È alto 1 metro e 65 centimetri, ha la fronte sporgente, il naso grande, gli occhi piccoli e semi chiusi, il cranio allungato nella parte posteriore, i capelli lunghi e la barba e i baffi i... 26/04/2016 a cura della redazione circa 2 minuti È alto 1 metro e 65 centimetri, ha la fronte sporgente, il naso grande, gli occhi piccoli e semi chiusi, il cranio allungato nella parte posteriore, i capelli lunghi e la barba e i baffi incolti. E' l'Uomo di Altamura, che da oggi ha un volto grazie al lavoro di ricostruzione fatto da due paleo-artisti olandesi, fra più esperti al mondo. L'Uomo di Altamura fu ritrovato nella grotta di Lamalunga nel 1993 da un gruppo di speleologi pugliesi. E' probabilmente l'unico esemplare di Neanderthal del quale si è riusciti a conoscere e studiare il dna. Questo è stato possibile grazie all'estrazione di un frammento di osso dalla costola, avvenuta solo nel 2009 dopo un lavoro lungo e complesso. Lo scheletro, infatti, è custodito in un vano della grotta, "l'abside dell'Uomo", raggiungibile attraverso stretti e lunghi cuniculi. Le ossa sono inglobate nelle concrezioni carsiche e, questo, rende molto complessa l'operazione di recupero del corpo e del cranio che, infatti, sono custoditi lì dove sono stati rinvenuti. Dalle analisi fatte, si è potuti risalire al periodo in cui visse l'Uomo di Altamura, il Pleistocene Medio, circa 130mila anni fa. Il lavoro di raccolta dei dati da parte di scienziati italiani e speleologi del Centro Altamurano Ricerche Speleologiche è durato 5 anni; la fase successiva di ricostuzione materiale è durata diversi mesi, ed è stata curata dagli studiosi olandesi, Adrie e Alfons Kennis, esperti mondiali della riscotruzione paleoantropologica. Il costo totale del progetto voluto dal Comune di Altamura e dalla Soprintendenza archeologica della regione Puglia, presentato in anteprima mondiale oggi, è stato di 80-90mila euro. "Siamo solo all'inizio di un percorso", ha detto il paleoantropologo Giorgio Manzi della Sapienza Università Roma, che con il prof. David Caramelli Università di Firenze, coordina le ricerche sullo scheletro ancora incastrato nella roccia. "Gli artisti - sottolinea il prof. Manzi - lo hanno rappresentato così, con una espressione che rivela quasi un ghigno, quasi voglia dirci 'sto aspettando che mi venite a liberare dalla mia prigione di calcare'". "E' una ricostruzione - aggiunge Manzi - straordinaria, molto suggestiva. Ma non significa che questo Neanderthal lo abbiamo capito totalmente. Lo scheletro, questo reperto di straordinaria importanza, deve ancora dirci tante cose". Il sindaco di Altamura, Giacinto Forte, ha confermato che il modello presentato oggi in anteprima, sarà esposto all'interno del nuovo polo museale della città, il cui taglio del nastro è previsto nei prossimi mesi.
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