Cronaca Lecce 

Copiarono all'esame per avvocato, in 103 rischiano la condanna e una sanzione da 11mila euro

La sessione d'esame incriminata è quella del dicembre 2012. I compiti furono annullati ma in 60 nel frattempo sono diventati avvocati.  Copiarono durante l'esame da avvocato e ora per 1...

La sessione d'esame incriminata è quella del dicembre 2012. I compiti furono annullati ma in 60 nel frattempo sono diventati avvocati.  Copiarono durante l'esame da avvocato e ora per 103 persone è arrivata la richiesta di decreto penale di condanna da parte della Procura di Lecce. La sessione d'esame è quella del dicembre del 2012: ad accorgersi che qualcosa di “strano” era avvenuto fu la commissione esaminatrice della Procura di Catania che annullò i compiti “sospetti” e inviò una segnalazione agli uffici della Procura di Lecce che avviò un fascicolo di indagine. Oggi per i 103 candidati iscritti nel registro degli indagati, tutti della provincia di Lecce, Brindisi e Taranto, è arrivata la richiesta di condanna del gip convertita in una pena pecuniaria di 11mila euro a testa. Le indagini, portate avanti dalla Polizia Postale, hanno passato al setaccio migliaia di dati informatici che hanno viaggiato attraverso i cellulari che i candidati sono riusciti ad utilizzare durante le ore di svolgimento dell'esame, nonostante ciò sia vietato dalla legge (il reato per il quale è stata chiesta la condanna è infatti “utilizzazione di apparati non propri in concorsi pubblici”). E-mail, messaggi sms e WhatsApp con le foto delle domande d'esame: tutto materiale che veniva inviato a studi legali e altri “amici” esterni che provvedevano a inviare le risposte corrette copiando da siti specializzati e dispense online. Gli elaborati “fotocopia” giravano poi tra gli stessi candidati. Tra i 103 bocciati alla sessione del 2012, 20 hanno ritentato nelle sessioni successive e oggi sono avvocati regolarmente iscritti all'Ordine, 40 sono ancora praticanti negli studi legali di Lecce, Brindisi e Taranto e altri 40 si sono abilitati all'estero. Nei confronti di questi potrebbero scattare delle procedure interne all'Ordine professionale sulla base del codice deontologico. “Si è trattato di indagini complesse ma estremamente veloci, in considerazione dell'enorme mole di dati presa in esame” ha commentato il Procuratore Generale di Lecce Cataldo Motta che ha sottolineato il lavoro certosino portato avanti dalla Polizia Postale.       

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