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Mal di schiena da smartworking e non solo: i benefici della Neuralterapia

L'intervista al dottore Giovanni Vaglio, medico specializzato in Terapia del dolore

Secondo una recente ricerca internazionale, il mal di schiena - causa lockdown e smart working - è arrivato a colpire il 43,8% delle persone, con una leggera prevalenza tra le donne. Nella maggior parte dei casi, è abitudine ormai consolidata, il ricorso facile alle terapie farmacologiche per l’eliminazione temporanea dei sintomi, senza un’azione sui motivi profondi del patimento e così, il dolore torna a farsi sentire, come un segnale che ci informa che il nostro corpo non sta funzionando correttamente perché non è in equilibrio. La Terapia Neurale o Neuralterapia, o più semplicemente Terapia del dolore, scoperta quasi per caso dal dottor Huneke nel 1925, interviene proprio sulle cause della nostra sofferenza, rimuovendo nella maggior parte dei casi il problema, senza l'uso dei farmaci. Si tratta di un metodo di cura validissimo e scientificamente supportato da migliaia di pubblicazioni internazionali, che nasce in Germania ma che è praticato nelle strutture pubbliche e private di tutto il mondo. La insegnano all’università in Germania, Svizzera, Spagna, Colombia ma anche in Italia, dove tuttavia è ancora poco conosciuta.

Ma in cosa consiste la Terapia Neurale? Lo abbiamo chiesto al dottor Giovanni Vaglio, medico specializzato in Terapia del dolore e perfezionatosi a Pechino, che la pratica da tempo nel suo studio a Nardò, in via Roma 16.


Dottore Vaglio, cos’è la Terapia Neurale?

È una terapia infiltrativa che non interferisce con l’eventuale uso di altri farmaci da parte del paziente, fatta eccezione per coloro che usano anticoagulanti. È ben tollerata, ha scarsissimi effetti collaterali e dà risultati spesso immediati.

E come agisce?

In sostanza, agisce eliminando quei “blocchiche possono essere causati da cicatrici, focolai infettivi o infiammatori cronici, lasciando che il nostro sistema si riequilibri da solo attraverso microiniezioni di un anestetico diluito al 95% effettuate nei trigger-point, cioè nelle zone dolenti che spesso coincidono con i punti dell’agopuntura e che altro non sono che dei piccoli fasci muscolari contratti che imprigionano il nervo, provocando un dolore locale o irradiato. In tal modo, si disinnesca la trasmissione di uno stimolo irritativo e si “resetta” il Sistema Nervoso Autonomo detto Neurovegetativo, stimolando l’autoregolazione del nostro corpo che è innato.

È questo un metodo che si oppone alla medicina tradizionale?

Assolutamente no. Sono un medico e la medicina tradizionale la applico quotidianamente. Piuttosto, è un metodo che supporta o completa la medicina tradizionale, considerando il paziente nella sua globalità e complessità, una sintesi di caratteristiche fisiche, emotive e sociali a mio avviso inscindibili. Vede, il nostro corpo, e in particolare il Sistema nervoso, è inondato da un fiume di informazioni che se sbarrato da campi di disturbo provocati da patologie legate a denti, tonsille, cicatrici, virus, batteri, stress, disagi emotivi e psicologici, può stravolgere e compromettere il giusto funzionamento dei nostri organi e della nostra psiche. Da qui la malattia e il dolore.

Con la Neuralterapia quali patologie può risolvere?

Causa smart working e trascorso lockdown, molti miei pazienti vengono in studio a chiedermi di risolvere problemi inerenti alla schiena ma anche legati alla cervicale. In generale, la Terapia Neurale dà ottimi risultati in caso di problemi quali cefalea, emicrania, nevralgia, fibromialgia, artrosi cervicale, lombalgia, sciatalgia, e nei problemi di infiammazione articolare, comprese quelle traumatiche e sportive. Naturalmente ogni intervento terapeutico richiede unanamnesi accurata del paziente.


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