Politica Lecce 

L'Avv. Francesca Conte: ''Deriva integralista e forcaiola da Carlo Salvemini''

Per la candidata di Io Sud il sindaco uscente ''sta strumentalmente e per fini politici, buttando discredito sul lavoro e sulle sentenze della Magistratura penale salentina''.

''Ho speso 40 anni della mia vita come avvocato nelle aule di Giustizia penali declinando i principi costituzionali di legalità, garantismo, innocenza ed indipendenza della Magistratura e non ho mai messo in discussione, se non con gli strumenti giuridici che il codice di rito prevede, le sentenze della Magistratura Penale, condivisibili o meno che fossero. E’ per questo motivo che sento l’imprescindibile necessità, come avvocato e cittadino, di replicare alla deriva integralista e forcaiola del Sindaco Carlo Salvemini che, strumentalmente e per fini politici, sta, inevitabilmente, buttando discredito sul lavoro e sulle sentenze della Magistratura Penale salentina''. Lo afferma in una nota l'avvocato Francesca Conte, candidata nella scorsa tornata elettorale con la lista Io Sud a sostegno della candidata sindaco Adriana Poli Bortone.

''Ci vuole onestà intellettuale e di intenti - aggiunge - quando si affrontano certi argomenti e, soprattutto, rispetto per chi è stato, suo malgrado, coinvolto in procedimenti penali da cui è uscito assolto con formula piena con sentenze definitive che fanno stato, e per i Giudici che hanno emesso quelle sentenze di assoluzione. Se questa onestà intellettuale e di intenti è assente allora si danno in pasto all’opinione pubblica notizie false e fuorvianti, inducendo in errore i cittadini che quelle fake news ascoltano, facendo intendere che quell’avversario politico è “colpevole d’innocenza”, come si intitola un famoso film americano di alcuni anni orsono. 'Colpevole d’innocenza'; ergo, pur assolto deve essere ritenuto 'colpevole', se ciò può essere strumentale a fini politici; ignorando il dramma personale di chi viene, a torto o a ragione, coinvolto in processi penali, di qualsiasi estrazione politica esso sia; con lo strepitus fori e la gogna mediatica che incidono sulla vita personale e familiare degli interessati già prima della sentenza (e che costituiscono, già di per sé, un processo nel processo); volutamente ignorando come sia pericolosissimo brandire i procedimenti penali come arma di lotta politica''.

''Entrando nel merito del c.d. 'Processo per l’affitto dei locali di via Brenta, in Lecce', sede del Tribunale e della Corte d’Appello civile, oltre che degli Uffici del GDP, lo stesso si è concluso con la sentenza n.733 del 12.03.2018, emessa dal Tribunale Penale di Lecce in composizione collegiale, 'Assoluzione perché il fatto non sussiste' dal reato di peculato e prescrizione per il reato di 'abuso d’ufficio', reato, peraltro, ormai depenalizzato. Mettere in discussione questa sentenza continuando, in modo strumentale, a fuorviare l’opinione pubblica facendo intendere che quella assoluzione non è, poi, una vera assoluzione, vuol dire incorrere, secondo il nostro codice penale, nei reati di 'calunnia' (art.358 c.p), che si realizza quando si accusa qualcuno di aver commesso reati nella consapevolezza della sua innocenza, è diffamazione aggravata e continuata” (ex artt. 81 e 591 c.p.)''.

''Non solo, ma se fossimo in un paese di Common Law, queste affermazioni sarebbero qualificate come 'contempt of court' (“oltraggio alla Corte”), rispetto ai Giudici che hanno emesso quelle sentenze che oggi si mettono in discussione. Pertanto ci riserviamo di tutelarci nelle sedi preposte, qualora questi contenuti dovessero essere nuovamente riproposti'', conclude l'avv. Francesca Conte.


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