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Poli Bortone sul PUG: ''Il vecchio non sarà accantonato ma riordinato''

Per la candidata sindaco del centrodestra leccese lo strumento urbanistico dovrà essere riletto con un nuovo modello di sviluppo compatibile.

''Il PUG non può essere considerato solo un piano di gestione produttivo-performante per risolvere l’ordinaria emergenza o, peggio, giustificazioni ideologiche di partito. Il PUG si misura con le specificità del territorio, misura il genius loci ed anticipa nuovi orizzonti fisici e temporali. Con questa premessa, il PUG varato dall’Amministrazione uscente non sarà certamente accantonato, anche perchè è frutto di un grande lavoro e di un forte impegno economico. Semmai, verrà riordinato e riletto con un nuovo modello di sviluppo compatibile, con una visione più identitaria che si scosta indubbiamente da un modello di sviluppo sostenibile imposto dal modello milanese''. Lo ha dichiarato Adriana Poli Bortone, candidata sindaco del Centrodestra a Lecce.

''La nostra - aggiunge - sarà una progettazione a più scale, che guarda sia all’imminente fattibilità del quotidiano e quindi ai successivi livelli di pianificazione che si prolungano nel tempo, progettualità di sistema che seguono le direttive europee e nazionali. Al di là dei contenuti squisitamente attinenti il PUG, gli interventi dettati dall'emergenza giornaliera saranno immediatamente e puntualmente adottati provvedendo alla manutenzione della città e quindi al risanamento dei dissesti di strade e marciapiedi e dell'incuria del verde pubblico, e dell'illuminazione assente che determina criticità per i cittadini. Il PUG che proponiamo potremmo definirlo come la sommatoria di tanti singoli PUG, che si definiscono con le specifiche necessità dei singoli ambiti di intervento. Vale a dire:
- PUG del nucleo antico, per riequilibrare la bellezza e le funzioni;
- PUG dei singoli Quartieri, per riequilibrare i servizi decoro e sicurezza, favorire la qualità dei rapporti umani;
- PUG dei sagrati e delle scuole, per offrire nuove spazialità urbane ai giovani;
- PUG delle comunità energetiche, recuperando i terrazzi degli edifici pubblici, delle scuole, la copertura degli impianti sportivi;
- PUG del fiore, vale a dire un piano di manutenzione dello spazio pubblico;
- PUG degli impianti sportivi e dei parchi pubblici;
- PUG della cultura, con la creazione di una Fondazione culturale città di Lecce per programmare e gestire l’offerta culturale;
- PUG dei Parchi intercomunali, che sono sostanzialmente due:
a) il Parco archeologico di Rudiae (nella zona Ovest, delimitato dai comuni di Lizzanello/Merine, Cavallino/Castromediano, San Cesareo, Lequile, San Pietro, Monteroni, Novoli Surbo/Giorgilorio); qui si prevede un’ aumento maggiore del 20% della cubatura prevista con l’indice agrario; questo aumento dev’essere consentito solo se i nuovi interventi rispecchiano modelli di costruzione ecosostenibili e strutture amovibili.
b) Parco della campagna/Mare (nella zona Est, con il territorio di Vernole, le cinque marine leccesi);
- PUG della riviera e del quartiere delle alte corti. Il quadrilatero compreso tra la strada del Fondone e la strada per San Cataldo indica la naturale proiezione verso il mare; qui si prevede un pianificazione urbana come sistema di valorizzazione all’antropizzazione esistente che ha già alterato il rapporto con la campagna;
- Il PUG di manutenzione e il riordino degli edifici pubblici''.

''Il punto di partenza per un PUG che voglia veramente tenere conto della situazione attuale e che prefiguri una visione di sviluppo per i prossimi trent'anni è quello di tener conto che la città dev'essere considerata oltre i limiti comunali amministrativi, con riferimento ad una condizione di continuità fisica ed economica e sociale di un sistema a raggiera concentrico vissuto e attraversato quotidianamente da 200mila abitanti, che copre una superficie superiore a 500 chilometri quadrati. Uno strumento urbanistico che parta dalla realtà non può che misurarsi partendo dall'annuale censimento sulla qualità della vita delle province italiane che nel 2023 ha visto Lecce al 71° posto''.

''Dovrà quindi tener conto degli indicatori di riferimento quali:
l'emergenza sanitaria dovuta alla mortalità oncologica; l'emergenza ambientale causata da un lento e progressivo abbandono e desertificazione della campagna; l'emergenza sociale, dovuta all'assenza di interventi per alloggi abitativi pubblici e al superamento della soglia di povertà; la situazione demografica, con un indice di vecchiaia doppio rispetto ai giovani; la mobilità e il trasporto pubblico assolutamente inefficienti; infine, il costo degli immobili''.

''Tutto questo delinea una condizione di “sopravvivenza” che non permette di esprimere in termini di funzionalità, competitività e sostenibilità i tanti volti dell'economia di Lecce città universitaria; città militare; città della chiesa; città polo ospedaliero; partenza e arrivo della linea adriatica; città dalle tante culture; città della giustizia; città dello sport; citta delle tradizioni; città turistica; città di campagna; città di mare nel Mediterraneo. Il nuovo PUG “deve” tener conto di questi indicatori, rilevare le peculiarità dei luoghi e progettare la storia già scritta con il coraggio di una visione; un’opportunità che non può ignorare l’apporto di progettisti locali, valore di conoscenza imprescindibile. Non si potrà costruire nulla se non tenendo saldi metodo, obiettivi, strumenti e strategia''.

''Riguardo al metodo, si dovrà creare un Osservatorio del paesaggio e dell’architettura di Lecce, un tavolo permanente con il supporto degli Ordini professionali, delle Associazioni di categoria, dell’Università, dell’Accademia e del Conservatorio, come pure delle Consulte dei cittadini e dei Comitati di quartiere ancor oggi non attivi. In pratica, un vero strumento di coinvolgimento attivo e fattivo, che nella sua innovazione deve coinvolgere le scuole di ogni ordine e grado. Un progetto di sviluppo con una proiezione a 30 anni deve necessariamente coinvolgere anche gli studenti di oggi, cittadini di domani''.

''Ci dovrà essere, inoltre, un approccio umanistico svincolato che deve riordinare Lecce in termini di spazio, tempo e funzioni in una dimensione di area metropolitana abitata da 200mila abitanti. Come nella città ideale rinascimentale, l’impianto urbano geometricamente perfetto definiva la misura dell’uomo con il sistema urbano e il paesaggio, Lecce definisce il vertice di un disegno stellare concentrico che parte dai viali storici e si allarga alla tangenziale di un’area metropolitana; una maglia radiale che ritrova i dieci assi di compenetrazione diretti ai dieci paesi posti a raggiera. Non si tratta, in questa prima fase, di un accorpamento delle municipalità ma di cogestione del territorio condiviso, superando i limiti amministrativi bloccati in dieci “singolari” strumenti di pianificazione, per poi riordinare anche un sistema di mobilità integrata. Una pianificazione integrata che prevede un dentro “in” e un fuori “out” di un unico ecosistema stellare che vede Lecce, nucleo pulsante di un’area che si confronta con le peculiarità dei dieci comuni limitrofi (senza alterare le loro specificità)''.

Per Adriana Poli Bortone gli obiettivi sono: ''Riorganizzare spazi, tempi e funzioni in rapporto ai duecentomila abitanti di una città euromediterranea competitiva e sostenibile; non un'utopia ma una sperimentazione che trova la sua realtà nella politica virtuosa assistita e avvalorata dalle fonti di finanziamento comunitarie e nazionali che possono rendere il tacco d’Italia punto di riferimento dei giovani europei uniti nel Mediterraneo;
- Realizzare un’area metropolitana di 200mila abitanti, che recupera l’orizzonte della marina di San Cataldo in una nuova prospettiva territoriale, e si proietta nel mar Mediterraneo come primo porto turistico, predisposto asd idrogeno) innovativo e sostenibile dell’Adriatico;
- Individuare le aree intorno la tangenziale come nuovo baricentro per servizi e funzioni, e sgravare Lecce dall’attuale accentramento che produce l’ingresso delle 108 mila auto al giorno; campus delle scuole superiori con i finanziamenti dei fondi di coesione; un pala congressi, area concerti e grandi eventi;
- Procedere ad un piano di riordino di caserme, aree militari, ex ospedale Vito Fazzi, con una riconversione funzionale''.

''Gli strumenti dovranno essere:
- Le linee guida del Green Deal 2050 volte a rendere l'Europa climaticamente neutra entro il 2050, rilanciando l'economia grazie alla tecnologia verde, dando vita a industrie e trasporti sostenibili per ridurre l'inquinamento;
- Le linee guida dell’Agenda 2030 per la “sostenibilità” affida all’impegno politico del Ministero della Transizione Ecologica e Pnrr
- La politica di coesione, che è la principale politica di investimento dell'Unione europea per sostenere la crescita economica, la creazione di posti di lavoro, la competitività delle imprese, lo sviluppo sostenibile e la protezione dell'ambiente. L'UE sostiene il conseguimento di tali obiettivi mediante l'uso dei Fondi strutturali e di investimento europei;
- Le Comunità energetiche rinnovabili per sostenere l’energia elettrica prodotta da impianti a fonti rinnovabili inseriti in configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile e definire criteri e modalità per la concessione dei contributi previsti dal Pnrr''.

''La visione non potrà che essere umanistica, per individuare nella qualità delle infrastrutture la priorità dello spazio pubblico e del paesaggio, l’equilibrio dell’uomo con la città e la natura. Con le premesse di una città territorio, il tema narrativo di un futuro già presente è la mobilità integrata, emergenza che ha messo in crisi l’equilibrio della sostenibilità cittadina e territoriale. Ripensare la mobilità significa ridisegnare lo spazio urbano al fine di definire nuove funzioni economiche, sociali e ambientali. Debbono essere individuate immediatamente aree destinate a parcheggi soprattutto di scambio con la funzione di alleggerire la circolazione''.

''Questo è, in sintesi, un respiro lungo di una visione ardita, là dove la proposta per Lecce prevede un ecosistema metropolitano stellare intercomunale, polmone verde per duecentomila abitanti; un nuovo habitat di querce e lecci per riequilibrare le emergenze ambientali, produrre salubrità benessere e ricchezza attraverso la valorizzazione e la messa in rete di ogni vertice della stella''.

''Ancora: la Riviera di Lecce disegna una dimensione urbana della strada Lecce-San Cataldo e recupera l’orizzonte del mare; un nuovo spazio di un nuovo tempo ritrova la storia, l’Anfiteatro di Piazza S. Oronzo e il Molo di Adriano, nell’infrastruttura di un nuovo porto turistico, protagonista nell’Adriatico. Il quartiere riqualifica la condizione di periferia dei villaggi esistenti a ridosso della litoranea, e non solo, si propone come un quartiere sostenibile, autosufficiente e sostenuto dalla specificità del luogo: luce e orizzonte del Mediterraneo; un progetto dell'abitare che interpreta la tipologia di vicinato e articola alti edifici a corte. Un susseguirsi di corti e giardini pensili, slarghi fioriti, piazze e terrazzi verdi, la città giardino, le città utopiche di metà ottocento che può essere la città del futuro. Un progetto sociale che traguarda per la prima volta il mare da una nuova dimensione urbana. La tipologia a corte con sviluppo in altezza, limita il consumo del suolo, si apre al paesaggio agricolo e non mortifica la linea di costa''.

''Infine - ma non ultima - la Cittadella dello Sport intorno allo stadio, immersa nella piantina giallorossa'', conclude Poli Bortone.




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