Cronaca Lecce Otranto 

Caso Twiga, la Procura dice la sua e Fornari valuta l’esposto al CSM

“Nessuna assoluzione, abuso d’ufficio depenalizzato” dicono i magistrati, sdegno della difesa, che rettifica e promette azioni forti.

Le polemiche sul caso Twiga, dopo il verdetto della Corte d’appello di Lecce chiuso con assoluzioni, prescrizione e la revoca della confisca, continuano a far discutere. La Procura di Lecce ha ritenuto di intervenire per “mettere ordine nel dibattito, tecnicamente spesso confusionario, sugli esiti del processo.

Il procuratore facente funzioni di Lecce, Guglielmo Cataldi, ha fatto capire che la partita della procura è finita in un certo modo a causa del cambio delle regole in corsa. “La Corte d’Appello di Lecce con la decisione del 9 dicembre non ha pronunciato, eccezion fatta per il residuale reato di occupazione abusiva contestato a Pierpaolo Cariddi e Raffaele De Santis, alcuna sentenza di assoluzione nel merito, limitandosi a rilevare l’intervenuta depenalizzazione del reato di abuso d’ufficio contestato agli imputati e la prescrizione per i restanti reati” - scrive il procuratore. Poi la procura si è spinta anche oltre: “Quanto alla illiceità delle opere significativa è la disposta trasmissione degli atti al Comune di Otranto ai sensi dell’articolo 31 dpr 380/01. Giova ricordare, per completezza d’informazione, che pende tuttora in primo grado il processo per le vicende corruttive connesse anche alla realizzazione del Twiga”.

La puntualizzazione fa gridare allo scandalo l’avvocato Giuseppe Fornari, che bacchetta la procura: “In esito al dispositivo emesso nell’ambito del giudizio di appello del procedimento cd. Twiga - che,
in riforma della sentenza di primo grado, ha 1) assolto gli imputati con riferimento al reato di abuso edilizio perché il fatto non sussiste; 2) assolto in relazione al reato di abuso d’ufficio perché non più
previsto dalla legge come reato; 3) dichiarato non doversi procedere per i reati di falso, perché estinti per intervenuta prescrizione - si è assistito in queste ore a una serie di dichiarazioni di esponenti politici e personaggi noti, cui il Procuratore della Repubblica di Lecce facente funzione ha ritenuto di dover far seguito''.

''Rispetto a quest’iniziativa, in qualità di difensore di Roberto De Santis, che assisto nell’ambito dell’altro procedimento penale pure in corso davanti al Tribunale di Lecce e che si trova ancora nella fase iniziale dell’istruttoria dibattimentale, mi corre l’obbligo di precisare quanto segue. Come dovrebbe essere chiaro, soprattutto agli operatori del diritto, ci troviamo di fronte a una sentenza di cui si conosce soltanto il dispositivo; per questo ho trovato privo di rispetto del lavoro svolto dalla Corte d’Appello il commento reso dal Procuratore senza aspettare il deposito delle motivazioni, le uniche che potranno spiegare l’iter argomentativo per il quale l’organo giudicante ha ritenuto di esprimersi nei termini sopra detti''.

''Inoltre, sono rimasto francamente sorpreso dal fatto che la Procura della Repubblica di Lecce, abbia sentito l’urgenza di intervenire a fronte di dichiarazioni politiche e, soprattutto, lo abbia fatto con un incredibile richiamo ad altro processo, tutto ancora da istruire, che postula ipotesi di reato diverse e rispetto al quale gli imputati hanno il sacrosanto diritto di non subire interferenze indebite.
A fronte di ciò, il mio assistito mi ha dato incarico di valutare la presentazione di un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura. Verificherò se ne sussistono i presupposti. Quel che è certo, a mio avviso, è che ci si dovrebbe aspettare, da chi, in questo momento, sta svolgendo il ruolo di responsabile dell’Ufficio di Procura, maggiore prudenza ed equilibrio, invece di parole totalmente fuori luogo rispetto ad un processo ancora in corso, di cui si rischia di inquinare la serenità ambientale”.

Intanto, il sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone ed il noto imprenditore Flavio Briatore “flirtano” a distanza e non è esclusa una collaborazione tra i due nel rilancio di San Cataldo.

G.G.


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