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Impianto Sportivo Polivalente via Cuoco, De Benedittis: ''Più che opera incompiuta è opera di illusionismo''

Il componente del Partito Democratico - circolo “D. Sassoli” neretino attacca le amministrazioni Mellone per aver fatto sparire i progetti polivalente e palazzetto dall’agenda politico-amministrativa.

''Qualcuno di voi ha conoscenza dell'impianto sportivo polivalente di via Vincenzo Cuoco? O per lo meno, ne ha qualche vago ricordo? Per 8 lunghissimi anni le amministrazioni guidate dal sindaco Mellone hanno giocato, e continuano a giocare, con i cuori e i sentimenti dei neretini che, indistintamente se semplici cittadini, sportivi o imprenditori locali, speravano di veder riutilizzato l’impianto sportivo della polivalente di via Cuoco''. E' quanto dichiara Paolo De Beneditis, del Partito Democratico – circolo “D. Sassoli” di Nardò.

''Speranze - aggiunge - che a tutt’oggi risultano cadute nel vuoto con un danno per l’intera collettività; polivalente e palazzetto spariti dall’agenda politico-amministrativa di questa amministrazione, sempre impegnata, però, a prendere in giro i cittadini con promesse non mantenute e distogliendone l’attenzione con fantomatiche opere pubbliche di scarsa rilevanza economico-sociale. Basta vedereil degrado e dell’abbandono in cui versa la struttura, dotata addirittura di videocamere di sorveglianza per non si sa cosa... Eppure i procedimenti, le gare, gli incarichi e gli interventi che hanno interessato la polivalente sono innumerevoli, con ingenti somme di denaro pubblico spesi (soldi veri di tutti i cittadini neretini) tra incarichi e consulenze, progetti che non hanno mai visto la luce, appalti vari, ditte esecutrici, lavori avviati e mai terminati''.

''Si può quindi certamente affermare che questo è un fallimento dell’amministrazione comunale. Tutto tempo sprecato, opportunità perdute, mancata crescita del territorio e delle relative possibilità in termini sportivi, economici e sociali. Più che un’opera incompiuta questa è un’opera di illusionismo! Proprio così, perché per sindaco, assessori al ramo e addirittura presidente del consiglio comunale, delegato anche allo sport, quest’opera esiste, però solo nei loro sogni. Per tutta la città, invece, più che un sogno è un vero e proprio incubo dal quale sembra impossibile uscirne.

Addirittura la costruzione di un nuovo Palazzetto dello Sport sembrava potesse essere alla portata a seguito della famigerata, quanto fasulla, “vendita” dell’ex gerontocomio i cui proventi (mai realmente incassati dal Comune di Nardò) sarebbero serviti per dotare finalmente la locale squadra di basket di una struttura omologata e all’altezza del campionato in cui milita; una squadra nata e cresciuta dall’amore e il sacrificio di una famiglia imprenditrice che ha portato la Nardò Basket fino alla serie A2''.


''Un palazzetto progettato più e più volte, prima enorme, poi grande, poi piccolo... progetti mai visti. Eccetto per una foto di un progetto preliminare che, a dire il vero, sembrava più una stalla per cavalli, progetto comunque esaltato da sindaco ed amministrazione e ovviamente pagato con i soldi di tutti i cittadini. Dall’altra parte e di contro il sindaco e la sua amministrazione hanno praticamente complicato il futuro alla società sportiva, obbligando la squadra a giocare fuori casa con evidente danno di prestigio e immagine, mortificando tutto il mondo sportivo neretino e negato spazi di aggregazione e crescita per centinaia di bambini ed adolescenti''.


''Ancora oggi si continua a parlare di riqualificazione dell’impianto, prova evidente dello spreco di tempo, denaro e opportunità; infatti, l’amministrazione comunale con ultima deliberazione di giunta n. 112 del 4/4/2024 ha previsto un bando per l'individuazione di associazioni o società sportive senza fini di lucro interessate a riqualificare e gestire il suddetto impianto sportivo comunale. Ma si può? Perché, oltre ai tanti dubbi che riguardano la correttezza e legalità degli atti e delle procedure intraprese dall’amministrazione ed a conseguenti problemi contabili alle casse comunali, quello che qui più importa è il valore dello sport negato a centinaia di cittadini e ragazzi neretini, alle loro passioni e divertimenti, alla mancata riqualificazione di quella struttura posta a ridosso della Zona 167 che oggi, come non mai, appare dimenticata e relegata ad eterna periferia della città. Non è questa la città che vogliamo e meritiamo'', conclude De Benedittis.


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