Salute Sette Lecce 

Donato al Fazzi l’apparecchio per l’ipotermia: salva le cellule cerebrali dei neonati con asfissia

Tria Corda Onlus ha donato un apparecchio per l’ipotermia neonatale di ultima generazione che sarà a disposizione dell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale


Ancora una volta il volontariato si conferma pilastro della sanità. Tria Corda Onlus, da sempre al fianco dei bambini e dei reparti pediatrici dell’ospedale “Vito Fazzi”, ha donato a titolo completamente gratuito e benevolo un apparecchio per l’ipotermia neonatale di ultima generazione, che sarà a disposizione dell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale, diretta dal dottor Fernando Del Cuore. Si tratta di un macchinario che consente di  gestire la temperatura corporea del neonato a scopo neuro-protettivo. 

Questa mattina, 7/luglio/2020, si è tenuta la cerimonia di consegna ufficiale all’interno del reparto di Neonatologia Nido Utin del Vito Fazzi alla presenza del Direttore generale della ASL Lecce Rodolfo Rollo, del presidente di Tria Corda Onlus Antonio Aguglia e del Direttore facente funzioni del reparto Fernando Del Cuore. Per il presidente dell’associazione che collabora da anni con l’Asl di Lecce la madre di tutte le battaglie è il Polo pediatrico nel Salento, “perché solo così finiranno i viaggi della speranza”. 



“Quello che ci hanno fatto è un bel dono. Con questa macchina possiamo affrontare bene il problema dell’ipotermia neonatale - spiega il direttore di Neonatologia Fernando Del Cuore - Si tratta di un apparecchio necessario per tutti quei casi di neonati asfittici, per fortuna non moltissimi, che serve a ridurre in maniera significativa la degenerazione delle cellule nervose. In questo modo, se si opera precocemente, entro le sei ore dall’evento asfittico, vengono evitati gli handicap che si possono manifestare in età evolutiva”. Raffreddando il capo o l'intero corpo del neonato l'attività delle cellule cerebrali destinate alla morte per mancanza di ossigeno viene limitata, permettendo così una sorta di risparmio energetico. Il minor consumo rende le cellule più resistenti e non vanno in necrosi. Naturalmente il trattamento ipotermico rallenta la progressione del danno neurologico contenendolo, ma non è tuttavia in grado di annullarlo. Se il danno alla nascita è stato molto grave, gli esiti sono purtroppo inevitabili. “La macchina agisce attraverso alcuni cuscinetti che erogano il freddo e abbassano la temperatura corporea fino a 33 gradi e mezzo. Questo deve avvenire per 72 ore continuativamente in modo tale che il processo degenerativo delle cellule nervose venga arrestato”. 

L’asfissia in un neonato può essere determinata nell’ultima fase del parto, nell’espulsione. L’ipossia grave (carenza di ossigeno) può dare asfissia. Ma ci possono essere forme di ipossia cronica che alla nascita posso dare molti problemi, perché si manifestano con quadri di asfissia a volte abbastanza gravi”. Quest’anno, nel solo Vito Fazzi di Lecce, gli esperti di Neonatologia hanno dovuto affrontare quattro casi di neonati asfittici. Non è un problema molto frequente, ma può capitare nel corso dell’anno, anche perché Lecce è un hub che accoglie migliaia di utenti, anche da fuori provincia. 



L’ASFISSIA



Secondo i dati in possesso degli esperti del Bambino Gesù, l’asfissia perinatale colpisce da 1 a 4 per mille nati a termine. La prevenzione non è possibile, a meno che non si tratti di forme di ipossia fetale, che possono essere scoperte in tempo. Impossibile, invece, prevenire asfissie legate alla “fase espulsiva”. “Costituisce la principale causa di mortalità e nei sopravvissuti può determinare conseguenze neurologiche permanenti a cui si associano gradi di disabilità anche gravi - scrivono gli esperti del Bambino Gesù - L'asfissia può coinvolgere numerosi organi e apparati del neonato, ma è soprattutto il coinvolgimento del sistema nervoso centrale con l'insorgenza di encefalopatia a condizionare la prognosi. Quando l'encefalopatia ipossico-ischemica è di grado moderato o grave il rischio di mortalità del piccolo è compreso tra il 10 e il 50%. Tra i sopravvissuti, fino al 25% sviluppa conseguenze neurologiche, soprattutto paralisi cerebrale, deficit sensoriali, ritardo mentale. Fino a pochi anni fa era possibile assistere il piccolo con questa patologia esclusivamente con una terapia di sostegno delle funzioni vitali e un trattamento sintomatico delle complicanze. Oggi il trattamento ipotermico consente di contenere efficacemente i danni neurologici”. 



L’IMPEGNO DI TRIA CORDA E IL POLO PEDIATRICO



L’idea di investire su un macchinario così importante l’ha avuta una socia di Tria Corda Onlus che ha dovuto affrontare i problemi dell’asfissia neonatale di un suo nipotino. “È importante aver procurato questa macchina all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, perché alcuni bambini che nascevano prematuramente erano costretti ad  affrontare il problema dell’asfissia fuori dal Salento  - spiega il presidente Aguglia - Grazie a questo sforzo tante famiglie potranno far curare i loro piccoli qui al Fazzi. Noi collaboriamo da anni in maniera proficua con Asl e istituzioni, ma adesso la madre di tutte le battaglie è il Polo pediatrico. È l’ora delle scelte coraggiose, completando l’offerta dell’emergenza: la pandemia del COVID-19 ci ha insegnato che non possiamo aspettare. Bisogna pianificare e prevenire. L’ospedale di Lecce serve un territorio vasto, che va da Brindisi a Taranto, fino a Santa Maria di Leuca. Il Fazzi non può continuare ad essere la succursale di Bari: bisogna che questo nosocomio acquisti centralità anche per quanto riguarda la pediatria. Abbiamo perso il primario Rossi per la chirurgia pediatrica e ci aspettiamo che arrivi un altro grande nome a Lecce, altrimenti non sconfiggeremo mai la mobilità passiva”. 

Gaetano Gorgoni 


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