Cronaca Vernole 

Tragedia nel cantiere del metanodotto: operaio 34enne muore schiacciato

A perdere la vita un saldatore della ditta “Max Streicher spa”. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e le forze dell’ordine

Un grave incidente sul lavoro questa mattina nei pressi del cimitero a Pisignano, che si è trasformato in una terribile tragedia: in circostanze in via di definizione ha perso la vita un operaio nel cantiere in zona.

Intorno alle 10.30, infatti, dalle prime ricostruzioni, in contrada Largo Cappelle, l’uomo è rimasto coinvolto in un incidente mentre era impiegato nei lavori al metanodotto Snam, collegato a Tap, ed è deceduto. Si tratta di Simone Martena, 34enne, saldatore presso la ditta "Max Streicher Spa", rimasto schiacciato sotto i cingoli della macchina Pipe Welder.

Immediato l'intervento dei sanitari del 118 ma al loro arrivo l'operaio era già morto a causa di una grave ferita alla gamba.  Sul posto anche il medico legale e il personale Spesal. Sull'episodio indagano i carabinieri di Vernole.

La ditta “Max Streicher Spa”, nell’informare dell’accaduto, ha diffuso una nota in cui sottolinea che «La Società, in tutte le sue componenti profondamente addolorata per l’accaduto, si è subito attivata per supportare le autorità competenti nello svolgimento degli accertamenti necessari e si è messa in contatto con la famiglia della persona scomparsa, per fornire ogni tipo di sostegno».

Paolo Capone, leader dell’Ugl, commenta l’ennesimo incidente sul lavoro, esprimendo il proprio cordoglio alla famiglia della vittima e rinnova l'invito al Governo a considerare la sicurezza dei lavoratori una priorità assoluta e a definire una seria ed efficace riforma al riguardo: «Il sindacato – afferma - che rappresento è attivo sul territorio con la manifestazione ‘Lavorare per Vivere’, volta proprio a sensibilizzare l'opinione pubblica sul fenomeno delle ‘morti bianche’. Un fenomeno da contrastare con misure urgenti».

La Cgil di Lecce, attraverso la segretaria Valentina Fragassi, esprime il più profondo cordoglio alla famiglia di Simone Martena: «Riponiamo la massima fiducia nel lavoro di investigatori e magistratura – afferma -, che avranno il compito di accertare dinamica, cause e responsabilità di questo grave infortunio mortale. La Cgil rinnova alle autorità l’invito ad accendere i riflettori sulla sicurezza nei cantieri della provincia, in particolare su quelli complessi, come in cantiere del gasdotto Tap (l’incidente odierno è accaduto dove si lavora all’interconnesione della rete Snam con Tap). Conosciamo la sensibilità del prefetto Maria Teresa Cucinotta su questo tema e per questo chiediamo la convocazione di un incontro urgente alla Prefettura: nel 2020 è inconcepibile morire di lavoro».

«Nei cantieri complessi, purtroppo, - continua il segretario generale della Cgil Lecce- si incrociano una molteplicità di contratti collettivi nazionali che rendono difficoltosa l’azione di rappresentanza sindacale e il monitoraggio sulle condizioni di sicurezza: contratto metalmeccanico, ma anche edile, dell’energia o contratto multiservizi. La frammentarietà della normativa applicata e lo spacchettamento delle lavorazioni sono fattori di rischio, così come un’organizzazione del lavoro che ricorre spesso a turni massacranti ed a ritmi di lavoro sempre più elevati per rispettare le scadenze. È necessario avviare al più presto un ragionamento complessivo, per l’applicazione armonica della normativa in tema di sicurezza sul lavoro, tanto nel grande cantiere del gasdotto Tap-Snam quanto negli altri cantieri in cui convivono più aziende, che applicano vari contratti e che non sempre consentono ai lavoratori di ottenere tutela e assistenza. Soprattutto è necessario rendere tutti i cantieri accessibili per le dovute e doverose verifiche, senza rendere talune zone di lavoro vere e proprie roccaforti militari. Non bisogna infatti dimenticare che nessuna opera, per quanto grande e strategica venga definita, vale una vita umana»

«La morte sul lavoro di Simone Martena è una tragedia che si sarebbe dovuta evitare. È incredibile che nel cantiere più sorvegliato di Italia e con un’azienda europea come quella dalla quale dipendeva Simone Martena si sia potuto verificare un simile incidente. Dovranno rendere conto alla famiglia, alla Magistratura e a tutta la Regione Puglia di quanto accaduto. Questo non è il momento delle polemiche, ma del dolore. Ma nessuno pensi che dimenticheremo quanto accaduto. Alla famiglia e ai suoi compagni di lavoro esprimo la mia vicinanza più totale e il dolore di tutta la Puglia». Sono le parole di cordoglio del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per l’incidente sul lavoro avvenuto oggi nei pressi della strada Pisignano-Castrì nel quale ha perso la vita Simone Martena, di 34 anni.

Esprime il proprio cordoglio e quello di Fratelli d’Italia Puglia il consigliere regionale Saverio Congedo: «La Puglia perde l'ennesimo operaio, l'ennesima vittima sul posto di lavoro. Incidenti che non devono più accadere».

Anche la Cisl di Lecce, nella persona del segretario Antonio Perrone, si dice vicina alla famiglia della vittima: «Ma il cordoglio non è più sufficiente. Non si può più continuare ad assistere inermi dinanzi a questa strage silenziosa. Occorre mettere in campo una forte azione sinergica tra tutti gli attori Istituzionali, e non solo, per una efficace campagna di prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro. Servono maggiori controlli, soprattutto sui cantieri dove operano congiuntamente più imprese, e maggiori sanzioni.  Chiediamo l’attivazione di un tavolo di confronto, tra associazioni datoriali, organizzazioni sindacali, enti istituzionali preposti (ITL, INAIL, Spesal, ecc), per l’elaborazione di un piano territoriale sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Chiediamo interventi rapidi e soprattutto incisivi, ormai non più procrastinabili. Come sindacato continueremo, tramite le nostre rappresentanze sui luoghi di lavoro, la nostra azione di prevenzione e promozione di una cultura della sicurezza, in collaborazione con INAIL, e quella di denuncia di approssimazioni ed irregolarità. Nel merito, però, nessuno può chiamarsi fuori. Siamo tutti chiamati a svolgere, con responsabilità, il ruolo che ci è assegnato».

Anche monsignor Michele Seccia, arcivescovo di Lecce, si unisce al cordoglio per la morte del 34enne: «È un peccato grave non investire in sicurezza e prevenzione – avverte - mettendo a rischio la vita di tante persone che pur di sopravvivere in una terra affamata di lavoro si accontentano anche di condizioni inaccettabili. Saranno le autorità competenti a stabilire le responsabilità di quanto accaduto ma noi cristiani non possiamo lavarcene le mani. Siamo tutti corresponsabili quando un giovane ci lascia come è successo per Simone perché il lavoro è per la dignità della persona. Il lavoro è per la promozione umana. Il lavoro è per la vita. Sulla vicenda del gasdotto - è il pensiero ricorrente dell’arcivescovo - ribadisco quanto già espresso fin dal mio arrivo nel Salento: ci saranno davvero benefici per questa terra e per la sua gente? Se accanto agli altri dubbi già ben noti dovesse aggiungersi anche quello della sicurezza e della difesa della vita umana, la questione potrebbe assumere contorni ancor più preoccupanti».

«Quella di Simone Martena è l’ennesima inaccettabile morte sul lavoro, cui continuiamo ad assistere con rabbia e sdegno. Non è più tempo di discussioni e tavoli tecnici, sappiamo già quello che serve: aumentare i controlli e l’attenzione da parte degli enti preposti, fare verifiche capillari e rigorose soprattutto quando si ha a che fare con cantieri complessi come quello Snam-Tap per la realizzazione del gasdotto, serve investire in sicurezza, lavorare di più sulla prevenzione, così da rendere i luoghi di lavoro sempre meno vulnerabili agli incidenti. Ed anche il sindacato, certamente, deve fare di più». Lo dichiara Salvatore Giannetto, segretario generale della Uil di Lecce.

«Nell’esprimere le più sentite condoglianze a nome del sindacato alla famiglia del giovane operaio di Squinzano - prosegue - voglio chiedere scusa. Stiamo facendo troppo poco, è vero. Attendiamo le verifiche necessarie e l'accertamento delle responsabilità su questo tragico incidente, ma il problema della sicurezza sul lavoro è generale. Purtroppo il lassismo che aleggia nel mondo delle ditte appaltatrici e le logiche a ribasso rende i problemi della sicurezza sul lavoro sempre maggiori, è una questione che va risolta. Dobbiamo smettere di parlarci addosso e fare, pretendere i controlli e vigilare su di essi. Un impegno al quale siamo chiamati tutti, Spesal, Ispettorato del Lavoro, istituzioni, imprese e rappresentanze sindacali. Non sono le regole a mancare - conclude - ma dobbiamo operare su chi non le applica nel modo giusto, ancor più oggi alla luce di una pandemia che ha accesso i riflettori proprio su questo tema e che richiama, tutti, a un’assunzione di responsabilità».


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