Economia e lavoro Puglia sette 

Uso commerciale nelle Zone PIP, il Consiglio Regionale approva la proposta di legge

Approvata all'unanimità la proposta del Consigliere Regionale Antonio Gabellone (FdI). Uso commerciale anche in zona industriale senza il passaggio regionale delle varianti. Procedure snellite per i Comuni.

Il Consiglio Regionale ha approvato all'unanimità la proposta di legge del Consigliere Regionale Antonio Gabellone (FdI) di modifica ed integrazione della L.R:20/2001 (Variazione del PUG) che consente ai Comuni di approvare varianti per la destinazione commerciale, direzionale, turistico-ricettive in zona PIP senza le lungaggini del passaggio regionale.

Già a partire dagli anni ’90, - premette Gabellone nella sua relazione - a causa di detta connotazione, tutti i Consorzi delle aree ASI, con apposite varianti approvate da Regione Puglia, convertivano i loro agglomerati conferendogli destinazioni d’uso di carattere commerciale, per la distribuzione e direzionale. Parallelamente i Comuni hanno approvato varianti finalizzate ad ampliare l’uso artigianale, mentre per la piccola industria hanno ampliato le zone destinate ad insediamenti produttivi aggiungendo, quasi sempre, anche l’uso per attività commerciali e per la distribuzione, direzionale, turistico – ricettiva.

Gabellone precisa che dal punto di vista normativo, tanto a livello nazionale, quanto regionale  nulla osta a conferire una tipizzazione specifica agli agglomerati industriali tramite gli strumenti urbanistici comunali a ciò deputati . Ai fini che qui interessano, va osservato che la complessità, i costi e la lunghezza procedurale, in media dai 4 ai 10 anni, delle varianti comportano un notevole impegno per le Amministrazioni Comunali con ogni conseguente danno che si riverbera tanto sull’economia locale, quanto sugli operatori commerciali e sull’occupazione.

Per cui la proposta di legge di Gabellone ha inteso integrare l’art.12 della L.R. 20/01 con il comma e ter) per mezzo del quale si intende prendere atto di un’esigenza diffusa presso i Comuni, le imprese ed i cittadini senza che ciò comporti un’alterazione degli assetti urbanistici vigenti già assentiti con l’approvazione, da parte di Regione Puglia, degli strumenti urbanistici generali comunali. Al contempo, si evita il ricorso all’art. 8 del DPR 160/2010 di convocazione della Conferenza dei servizi rendendo fruibili i terreni delle aree per insediamenti produttivi esistenti, così evitando che attività non artigianali/industriali, commerciali, per la distribuzione, direzionali o turistico –ricettive vengano insediate più o meno causalmente sul territorio con ogni conseguente impatto sulle urbanizzazioni, sul sistema della mobilità, sul paesaggio, sull’ordinato e programmato sviluppo della città.

Gabellone infine evidenzia l'ulteriore vantaggio di ridurre il consumo di suolo ben potendo utilizzare le superfici esistenti per insediamenti produttivi già urbanizzati consentendo il recupero di capannoni esistenti, in stato di degrado.


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