Cronaca Lecce 

Tassi usurai del 120%: arrestato anche un direttore di banca

Operazione antiusura nella notte a Lecce. I carabinieri hanno arrestato 7 persone, tra cui un direttore di banca. Un tasso usuraio del 120% per un giro d'affari di oltre mezzo milione di euro...

Operazione antiusura nella notte a Lecce. I carabinieri hanno arrestato 7 persone, tra cui un direttore di banca. Un tasso usuraio del 120% per un giro d'affari di oltre mezzo milione di euro. Lo hanno scoperto i carabinieri del comando provinciale di Lecce nella notte, su indicazione del Gip del Tribunale di Lecce Simona Panzera, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 7 persone  tutte di Squinzano. Gli arrestati sono Elio Quaranta, Antonio Olivieri, Pasquale Giannotta, Ciro Iaia e Antimo Leone e Luigi Albanese, quest'ultimo direttore di un istituto di credito, la Banca Popolare Pugliese di Squinzano. IL RUOLO DEL DIRETTORE DI BANCA Secondo  la ricostruzione degli investigatori, era proprio la figura chiave del direttore, Luigi Albanese, a favorire il gruppo con operazioni bancarie illecite, come ritardare l’incasso degli assegni posti a garanzia del debito. Per farlo pretendeva dalle vittime "regali", come televisori, computer portatili, spese auto e altri benefit. Il sistema prevedeva l'uso del cosiddetto  "cambio assegno" a garanzia di un debito, con un anticipo di denaro già decurtato di interessi del 10%, cui si aggiungeva l’interesse mensile di un altro 10% sull’importo nominale. L'uomo agiva in concorso con altri 6 complici, tutti arrestati alle prime luci dell'alba, uno nel vercellese, tranne una donna, non ancora rintracciata perché in Germania. I LEGAMI CON LA MAFIA Per due dei complici oltre alla denuncia per usura ed estorsione è scattata l'aggravante mafiosa. Si tratta in particolare di Ciro Iaia e Antonio Fernando Olivierio, quest'ultimo vicino al clan  Tornese di Monteroni. Come accertato dagli investigatori, grazie alle intercettazioni proprio su Iaia e Olivieri, i due estorsori incalzavano le vittime minacciando ritorsioni. In una delle registrazioni Olivieri avrebbe detto per telefono: "Tocca paghi se no te facimu pagare cullu sangu". Le modalità violente erano infatti gruppo, tanto che secondo le testomonianze in un'altra occasione Antimo Leone aveva minacciato una vittima impugnando un piccone. Le indagini sono state avviate nel febbraio 2012, a seguito della denuncia di un imprenditore nel ramo del commercio di auto dell’area nord salentina. Grazie alla collaborazione di questa prima vittima, i militari hanno potuto registrare le conversazioni con gli usurai, individuando così l’esistenza di una piccola ma ben organizzata compagine dedita al mercato del credito “a strozzo”. In seguito poi si è fatta avanti anche un'altra vittima, un gestore di una sala giochi che ha permesso agli inquirenti di quadrare il cerchio. LE VITTIME AVEVANO PROBLEMI DI ACCESSO AL CREDITO Il gruppo criminale agiva sfruttando le difficoltà economiche di piccoli imprenditori locali, che avevano problemi ad accedere al credito ordinario. “Un fenomeno questo” – come precisato dal Procuratore Capo Cataldo Motta - “in preoccupante espansione. Per combattere questo tipo di fenomeni” ha aggiunto “continuiamo a procedere con il sequestro  e la confisca dei beni, deterrente anche più efficace del carcere stesso”. Oltre ai 7 arrestati ci sarebbero inoltre anche altri indagati. Del caso si occupa il Pubblico Ministero Alessio Coccioli.

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