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La Consulta Provinciale Studentesca di Lecce in prima linea contro la violenza sulle donne

Nicola Demirev e Dante Stefano: ''La sfida è grande, ma la nostra determinazione lo è ancora di più''.

In un contesto sociale sempre più consapevole della necessità di promuovere equità e rispetto, la lotta contro la violenza sulle donne emerge come una causa unificante per tutti.

L’omicidio di Giulia Cecchettin è solo l’ultimo degli incresciosi episodi di violenza avvenuti negli ultimi tempi. È imperativo riconoscere che la violenza di genere è un problema universale che richiede una risposta collettiva. Oltre alle azioni legislative che sono state approvate e saranno attuate, è fondamentale, a detta degli studenti, lavorare sulla sensibilizzazione e sull'educazione per sfidare gli stereotipi di genere e promuovere una cultura di rispetto reciproco.

Nel loro impegno contro la violenza di genere, c'è da sottolineare l'importanza di costruire alleanze, coinvolgendo tutti gli studenti in un percorso attivo di trattazione del tema. Solo attraverso un approccio unificato sipuò infatti sperare di creare un impatto duraturo e promuovere un cambiamento culturale positivo.

La società, a partire dalle istituzioni di rappresentanza studentesca, deve impegnarsi a essere esempio e creare un ideale comune in cui ogni individuo, indipendentemente dal genere, si senta al sicuro e rispettato.

Si lavori insieme per costruire una società dove la violenza di genere sia un brutto ricordo del passato, non un'esperienza presente. La sfida è grande, ma la comune determinazione lo è ancora di più.

''La violenza sulle donne - dichiara Nicola Demirev, vicepresidente della CPS - è una piaga sociale che mina i fondamenti stessi della dignità umana e dell'uguaglianza. È fondamentale riconoscere che ogni forma di violenza, che sia fisica o psicologica, va contro i principi fondamentali di uguaglianza e parità. Affrontare questo problema richiede un impegno collettivo per educare, sensibilizzare e porre fine alla cultura dell'impunità. Dobbiamo promuovere una cultura nella quale non ci siano vittime e carnefici, ma agenti di cambiamento in una società equa e inclusiva. Solo attraverso la forza della consapevolezza possiamo sperare di porre fine alla violenza di genere e costruire un mondo in cui ognuno possa vivere libera dalla paura e dalla violenza''.

''Credo che in questo momento storico - dichiara Dante Stefano, Presidente della Consulta - alla luce dei nuovi e più recenti fatti di cronaca, si sia delineato uno scenario nel quale la scuola, può e deve giocare un ruolo davvero importante nel migliorare l’approccio dei giovani anche alla sfera affettiva e/o sessuale. Senza che questo rappresenti più un tabù. Perché ciò accada, a mio parere, bisogna programmare e perseguire un innovato e progressivo percorso didattico, in orario curricolare, che però sia diverso e ben adattato anche in relazione al grado di studi e, quindi, all’età degli studenti. Dico questo perché, molto spesso - conclude Stefano - è ciò che si apprende in ambiente scolastico che si porta a casa, e non solo il contrario''


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