Cronaca Lecce 

Morì trafitta dal guardrail, tre mesi per la perizia: indagato un dirigente comunale

La decisione del Pm nell’ambito del fascicolo per omicidio colposo: i genitori della giovane chiedono risposte.

Sarà resa nota tra tre mesi la verità sulla morte di Alessandra Musolino, deceduta dopo essere rimasta vittima di un incidente in cui un guardrail aveva trafitto la piccola utilitaria in cui era alla guida. Oggi nel Palazzo di Giustizia di Lecce, con un provvedimento accolto con estremo favore dai congiunti della vittima, e da Studio3A che li supporta, il pubblico ministero della Procura salentina, Luigi Mastroianni ha conferito all’ingegnere meccanico Antonio Caricato l’incarico di effettuare un’apposita perizia cinematica assegnando al proprio consulente tecnico d’ufficio, per l’appunto, novanta giorni di tempo per consegnare il suo elaborato.

Il magistrato, anche come atto dovuto per consentirgli di prendere parte con un proprio esperto agli accertamenti irripetibili, nell’ambito del procedimento penale per la morte della ventisettenne ha iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di omicidio colposo l’ingegnere Giovanni Puce, 58 anni, di Lecce, dirigente del settore Lavori Pubblici del Comune di Lecce e in precedenza del settore Traffico e Viabilità, in qualità di responsabile della gestione della sicurezza del tratto di strada in questione sulla Tangenziale Est e quindi titolare di obbligo di garanzia.

Il funzionario, difeso dall’avvocata di fiducia Ivana Maria Quarta, ha indicato come proprio consulente tecnico l’ingegnere Cristiano Scardino. I genitori e i fratelli di Alessandra, per fare piena luce sulla vicenda prima ancora che per ottenere giustizia, attraverso l’Area manager Puglia e responsabile della sede di Taranto Luigi Cisonna, si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha messo a disposizione come consulente tecnico di parte per i propri assistiti l’ingegner Maurizio Scudella, formalmente nominato quest’oggi dal legale che patrocina penalmente la famiglia Musolino, l’avvocato di fiducia Aldo Maria Fornari. Nelle prossime ore i consulenti tecnici si raccorderanno tra loro per fissare la data o le date dell’accertamento, che comporterà l’attenta disamina della vettura della vittima, una Renault Modus, dello stato dei luoghi e, ovviamente, dei reperti della barriera “incriminata”, che peraltro era priva dell’attentatore d’urto.

Alessandra Musolino, maestra d’asilo, originaria e residente a Taranto, ma domiciliata a Lecce dove aveva trovato lavoro in una scuola per l’infanzia, il 4 giugno, alle 13, stava rincasando e percorreva la Tangenziale Est di Lecce quando, all’altezza dello svincolo Motorizzazione/Torre Chianca, ha perso il controllo della sua Renault Modus finendo contro il guardrail che però, anziché svolgere la sua funzione, che è quella di “trattenere i veicoli e di salvare vite, si è conficcato come una lama nell’abitacolo, e proprio nel lato del conducente, infilzando completamente l’utilitaria e trasformandosi in strumento di morte. Perché la giovane, trasportata in condizioni disperate all’ospedale Vito Fazzi, dove purtroppo è spirata poche ore dopo, alle 23.14 di quello stesso giorno, è deceduta proprio a causa dei traumi letali inferti da quella lamiera, senza la quale molto probabilmente quella fuoriuscita si sarebbe rivelata molto meno grave. Solo tre settimane prima era successo un sinistro fotocopia, ma allora l’automobilista se l’era cavata per miracolo, e nel 2009 nello stesso punto e in modo simile era morto a vent’anni Francesco Rizzello.



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