Cronaca Salve 

Quota rosa per il commercio ambulante? Il Tar bacchetta il Comune: “Maschi discriminati”

Un imprenditore ha impugnato l'assegnazione dei posteggi decisa dal Comune di Salve che prevedeva un premio per le imprese femminili

 Nella gara per i posteggi da commercio ambulante a marina di Pescoluse, il Comune di Salve aveva deciso di “premiare” con un punto in più uno dei concorrenti in quanto impresa al femminile ma il secondo classificato si è rivolto al Tar che gli ha dato ragione rilevando un atteggiamento discriminatorio da parte dell'ente pubblico. Il ricorso è stato presentato da un imprenditore locale, difeso dall’Avv.ti Francesco G. Romano, Leonardo Maruotti e Salvatore Ponzo.

Netta la posizione dei giudici amministrativi, così recita, infatti la recenbte sentenza: «La contestata disposizione dell’Avviso pubblico in questione - seppure iscrivibile (in tesi di parte resistente) nell’alveo delle misure di sostegno alla imprenditoria femminile, adottate (con il meritorio obiettivo - si intuisce - di promuovere le pari opportunità in un settore evidentemente caratterizzato da un tasso di disparità uomo-donna) in esplicazione di una potestas dell’Amministrazione concedente connotata da ampi margini di discrezionalità - non può superare il vaglio di legittimità di questo Giudice, in quanto ridonda in una previsione oggettivamente discriminatoria per il sesso maschile, ossia in una sorta di discriminazione a contrario, in violazione dei principi di non discriminazione e di parità di trattamento tra donne e uomini, sanciti dalle plurime disposizioni sovranazionali, costituzionali e legislative sopra richiamate, oltreché dei principi, di derivazione comunitaria, di concorrenza, parità di trattamento e non discriminazione fra operatori economici, che si impongono in una procedura comparativa (in presenza di assegnazione di un bene pubblico, suscettibile di sfruttamento economico), alterando la parità di trattamento tra i partecipanti».

La sentenza del Tar Lecce assume rilievo assolutamente dirimente nel panorama nazionale poiché costituisce un referente fondamentale per tutte le Amministrazioni Pubbliche, siano essi Comuni, Regioni, Ministeri, Province, le quali – nell’assolutamente meritoria e doverosa esigenza di valorizzare l’imprenditoria femminile – avranno a disposizione un numeroso ventaglio di possibilità (quali agevolazioni, riservare al sesso meno rappresentato un minimo di posti, finanziamenti) ma non potranno incidere su una procedura di gara, retta dal principio della parità tra i concorrenti, prevedendo un punteggio maggiore per il solo fatto di essere di sesso femminile.

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