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Legalità e Costituzione: battesimo civico per i neo-diciottenni

Il Parco "Falcone-Borsellino" di Serrano (Carpignano Salentino) ha ospitato una giornata di riflessione e impegno per i giovani cittadini.

Un luogo simbolico, un’età di passaggio, parole che diventano seme per il futuro. Si è svolta a Serrano, frazione di Carpignano Salentino, una giornata intensa e carica di significato, dedicata ai neo-diciottenni: il “Battesimo Civico”, che dal 2017 segna per il Comune un momento solenne di accoglienza dei giovani nella cittadinanza attiva, quest’anno si è intrecciato con la “Giornata del rispetto della legalità”.

«Abbiamo voluto celebrare insieme due eventi importanti – ha dichiarato il sindaco di Carpignano – noi ogni anno dal 2017 “battezziamo” tutti i diciottenni nella giornata che abbiamo chiamato il battesimo civico dei diciottenni. È una giornata nella quale consegniamo loro la Costituzione, per, come dire, augurare a loro il debutto in società nel rispetto dei valori fondanti della Costituzione». Un passaggio simbolico ma denso di significato, che per il primo cittadino rappresenta “un’occasione che rimarrà nei ricordi di queste nuove generazioni, così come è rimasta in quelli di chi l’ha vissuta negli anni precedenti”.

Quest’anno sono intervenuti due ospiti d’eccezione: il comandante provinciale dei carabinieri di Lecce, Tenente Colonnello Donato D’Amato, e don Antonio Coluccia, sacerdote noto per il suo impegno contro le mafie, oggi sotto scorta per le sue battaglie a favore della legalità.

«È importante parlare con i giovani – ha detto il colonnello D’Amato – entrare in comunicazione con loro e farli riflettere sull’importanza del rispetto delle regole, soprattutto in un momento simbolico come questo: diventare maggiorenni, assumersi delle responsabilità, pensare che ci sono dei doveri oltre ai diritti». Un invito chiaro alla consapevolezza civica, in un’età in cui si è chiamati a scegliere quale cittadino si vuole diventare: «I doveri e i limiti imposti dalle regole da adulti di fatto sono l’unico modo per assicurare, a sé stessi e agli altri, una vera libertà».


Particolarmente importante è stato l’intervento di don Antonio Coluccia, la cui testimonianza ha emozionato con le parole di chi ha fatto della legalità la propria vocazione di vita: «Ricevere la Costituzione significa impegno, passione, significa conoscere la storia, e la storia è l’intelligenza del tempo. I giovani di oggi non sono un problema, il problema è una classe adulta che non c’è». Un’accusa netta, ma anche un grido di speranza: «Dobbiamo stare accanto a questi giovani, motivarli e fargli capire che la vita è il più grande dono che hanno nelle proprie mani».

Il sacerdote ha voluto anche lanciare un appello alla responsabilità collettiva, ricordando la sconvolgente tragedia che ha scosso l’entroterra salentino : «Ciò che sta accadendo nel nostro Salento, vediamo l’ultimo episodio successo a Racale, ci addolora molto. Dobbiamo riflettere: dove stiamo mancando?». E infine, con forza, ha ribadito: «I padri costituenti hanno messo al centro la persona, la dignità, il rispetto delle leggi, della legalità e dell’uguaglianza per ogni minoranza. Io sono qui per testimoniare la bellezza della vita».

Invitato anche il giornalista leccese Flavio De Marco che ha parlato dell’importanza della prevenzione sulle devianze e della corretta informazione nel racconto dei fatti di cronaca.

La scelta del Comune di Carpignano Salentino assume un valore ancora più forte, scandito in un’epoca in cui il richiamo all’etica pubblica sembra a volte sbiadire, invitando a riflettere ed investire nel futuro dei giovani con strumenti concreti una Costituzione tra le mani, affinché la legalità non sia solo un principio che possiamo leggere nero s bianco, ma una scelta quotidiana.


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