Arte e archeologia Cronaca Luoghi Lecce 

Anfiteatro romano, D’Andria lancia l’idea degli scavi aperti al pubblico: “La Lecce dell’Antica Roma supererà quella barocca”

L’archeologo salentino esprime entusiasmo per l’ok del ministro Giuli agli scavi e lancia l’idea dell’archeologia popolare. “In via Alvino emergeranno nuove importanti statue”.

“Riporteremo alla luce una nuova parte dell’Anfiteatro. Ho stima del ministro Giuli: certamente farà bene, perché è molto legato al Salento. Anche con il sindaco siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Noi abbiamo scoperto un lato dell’Anfiteatro romano che non pensavamo fosse così ben conservato. L’obiettivo di questi nuovi scavi dev’essere quello di colmare una lacuna che era rimasta, perché sia gli scavi di De Giorgi, sia quelli del Ventennio fascista, erano stati fatti senza il metodo stratigrafico”.

Un nuovo racconto di Lecce sta per riemergere dall’oblio del tempo: lo annuncia il professore Francesco D’Andria. L’archeologia si è evoluta: oggi si usa un metodo che prevede di rimuovere strati di terreno rispettando la successione cronologica e di raccogliere i materiali che vi sono deposti, collocandoli in una precisa sequenza cronologica relativa.

“Lo scavo, secondo me, dev’essere aperto al pubblico, spiegato - dichiara il professore dell’Università del Salento, stimato in tutta Italia per le sue scoperte - Non più uno scavo dietro i paraventi, ma un’operazione di riscoperta che punta alla partecipazione popolare e coinvolge anche i turisti. È questo, secondo le impostazioni e i metodi dell’archeologia più moderna, che valorizza la dimensione sociale e pubblica. Vogliamo capire e raccontare quello che succede anche durante il Medioevo, epoca in cui la zona dell’Anfiteatro era una delle uniche abitate. Vogliamo sapere che cosa succede nell’Anfiteatro in quel periodo, vogliamo raccontare, attraverso lo scavo stratigrafico, le trasformazioni storiche di questo monumento che è stato sempre il cuore di Lecce. Si tratta di un approccio globale allo studio della città, attraverso le metodologie dell’archeologia urbana (che significa partecipazione popolare)”.

L’idea dell’archeologo è quella di raccontare gli scavi a turisti e leccesi in Piazza Sant’Oronzo, ogni giorno, subito dopo il canto di Tito Schipa, “sarà importante dare il microfono a uno dei protagonisti degli scavi che descriverà cosa si è scoperto e tutti i particolari delle nuove operazioni”.

Insomma, uno scavo “emozionale e partecipato”: le nuove frontiere dell’archeologia, che non si nasconde più dietro i paraventi. A parte Roma, non esiste una città come Lecce, così ricca di testimonianze romane: con l’anfiteatro di Rudiae e quello di Lecce, il Teatro romano di Lecce e quello di Rudiae. 4 edifici teatrali fruibili non ce li ha nessun’altra città, a parte la Capitale. Il porto romano di San Cataldo testimonia la Lecce città di mare dei romani: una città di marmo, elemento che veniva trasportato attraverso il mar Mediterraneo, una situazione molto diversa dalla Lecce barocca, fatta di pietra leccese.

“La Lecce dell’Antica Roma supererà l’importanza della Lecce barocca. Può riemergere una parte importante dell’Anfiteatro, ben conservata e con statue molto interessanti” - dichiara il professore. A breve la sindaca Adriana Poli Bortone si vedrà con i responsabili della Soprintendenza per capire come procedere anche a livello burocratico con gli scavi in via Alvino. Poi bisognerà decidere se farci passare sopra un ponte o un’opera in vetro.

G.G.


Potrebbeinteressarti


Le Giornate FAI per le scuole

Il Fondo per l’Ambiente Italiano presenta la XIII edizione con visite esclusive a cura degli Apprendisti Ciceroni dal 18 al 23 novembre prossimi.