Salute Sette Lecce Serratia marcescens, il batterio che può uccidere: il caso di Brescia Si tratta di un batterio particolarmente resistente agli antibiotici: solo martedì scorso un neonato è morto a causa di questo bacillo contratto venti giorni prima. Serratia marcescen... 12/08/2018 a cura della redazione circa 3 minuti Si tratta di un batterio particolarmente resistente agli antibiotici: solo martedì scorso un neonato è morto a causa di questo bacillo contratto venti giorni prima. Serratia marcescens è un batterio particolarmente resistente agli antibiotici (gram negativo della famiglia degli enterobatteri) che può essere letale in organismi più fragili. All’ospedale di Brescia è morto un neonato martedì scorso proprio a causa di questo bacillo contratto venti giorni fa. Non sono servite a niente le cure antibiotiche in questo caso. L’infezione attacca il sistema gastrointestinale dei neonati prematuri con conseguenze che possono essere letali. La serratia ha colpito dieci piccoli (alcuni con i segni clinici della malattia, altri hanno subito una semplice “colonizzazione”) e si è diffuso il panico nel nosocomio. La procura di Brescia ha aperto un’indagine contro ignoti: esistono tutta una serie di protocolli da rispettare per evitare questo genere di infezioni ospedaliere. I carabinieri del NAS hanno acquisito la documentazione medica necessaria ad approfondire il caso. Il bimbo che ha perso la vita è nato prematuro ed è stato ricoverato nel reparto di patologia neonatale insieme al fratello gemello. “Presso il reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Asst Spedali Civili di Brescia si è sviluppato un focolaio epidemico di infezione/colonizzazione da Serratia marcescens, caratterizzato da tre casi di sepsi neonatale, un’infezione delle vie urinarie e sei casi di colonizzazione” - spiegano le autorità lombarde. Il nome di specie marcescens, è dovuto al fatto che il batterio, produce un pigmento rosso (la prodigiosina) e dopo marcisce velocemente in una massa fluida mucillaginosa. Il batterio killer è un patogeno umano che favorisce tutta una serie di infezioni ospedaliere (in particolare infezioni alle vie urinarie e della cute, congiuntiviti e altre infezioni). “I primi due casi diagnosticati sono andati progressivamente migliorando ed attualmente sono in via di risoluzione, purtroppo il terzo paziente ha sviluppato segni clinici da shock settico ed un quadro clinico che è progressivamente peggiorato e, nonostante la terapia antibiotica a largo spettro e tutte le cure intensive prestate, ha cessato di vivere” - spiegano dall’ospedale. Oltre all’indagine della magistratura è stata costituita anche una Commissione d’inchiesta regionale per chiarire quello che è successo: intanto nel reparto incriminato di Terapia Intensiva Neonatale è stata disposta la chiusura dell’accettazione. COME SI SVILUPPA IL BACILLO SERRATIA MARCESCENS Il bacillo Serratia marcescens, si sviluppa a temperature tra i 5 e i 40 °C, ed in ambienti con pH tra 5 e 9: preferisce le zone umide e si sviluppa soprattutto nei bagni (nelle fughe tra le mattonelle) dove un colore rossastro deve metterci in allerta. Si tratta di un batterio che è difficile rimuovere totalmente, ma si può combattere con disinfettanti e candeggina. La serratia marcescens ha causato molte vittime nei paesi caraibici. Il batterio si trova nel suolo e nelle acque, può proliferare anche in reparti controllatissimi per un semplice errore: per esempio, può essere trasportato dalle mani degli operatori sanitari, nonostante tutti i meticolosi protocolli di sterilità adottati in ospedale. Anche gli strumenti medici e i cateteri possono trasportare questo batterio. Quando il batterio viene contratto da un organismo fragile, può produrre infezioni in tutto il corpo. Il guaio è che questi batteri diventano sempre più resistenti agli antibiotici. IL MIRACOLO DI BOLSENA Negli anni la scienza avanza e quello che sembrava un miracolo oggi si trasforma in un caso di serratia. Secondo Johanna C. Cullen, ricercatrice della Georgetown University, il presunto Miracolo di Bolsena del 1263, consistente in un’ostia consacrata che sanguinava, può avere una spiegazione scientifica: la scienziata è riuscita a riprodurre il "miracolo" in laboratorio facendo attaccare le ostie dalla Serratia marcescens. Il colore rosso sangue è dovuto al batterio che produce un pigmento rosso intenso e poi marcisce. Questo studio è stato pubblicato sulla rivista della American Society of Microbiology. La validità dell’esperimento è stata confermata da altri importanti ricercatori. Oggi la Serratia marcescens torna a far parlare di sé: negli ospedali è importantissimo tenere la guardia sempre alta. Gaetano Gorgoni
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