Salute Sette Lecce Il neuropsichiatra Massagli: “Per l'autismo basterà uno screening nel primo anno di vita" Intervista al neuropsichiatra infantile Angelo Massagli, anima del regolamento regionale sull'autismo: "Possiamo scooprire se nostro figlio soffre dei disturbi dello spettro autistico già... 05/04/2018 a cura della redazione circa 6 minuti Intervista al neuropsichiatra infantile Angelo Massagli, anima del regolamento regionale sull'autismo: "Possiamo scooprire se nostro figlio soffre dei disturbi dello spettro autistico già nel primo anno". Nella settimana dedicata alla consapevolezza sull’autismo abbiamo voluto intervistare uno dei più importati esperti di questi disturbi, che lavora nell’Asl leccese, il dr. Angelo Massagli, specialista in Neuropsichiatria infantile e Neurologia, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile Asl Lecce. Lui è l’anima del regolamento regionale che ha permesso di fare enormi passi in avanti nella diagnosi precoce e che ora darà vita a una preziosa collaborazione tra pubblico e privato convenzionando diverse strutture salentine dotate di équipe super specializzate per curare tutti i disturbi dello spettro autistico. Direttore, innanzitutto, se dobbiamo fare divulgazione scientifica, meglio non parlare di una malattia, ma di disturbo, vero? “L’autismo non ha la stessa valenza di una malattia: è un disturbo nello sviluppo, un’alterazione nel funzionamento di diverse cellule del cervello. Alterazioni di origine genetica: lo dico per sgombrare il campo da quelle che sono delle illazioni su possibili altre cause”. La scienza dice anche che è colpa dell’inquinamento. Lei conferma? “Ci sono delle componenti ambientali che ancora non si capiscono bene. Sicuramente le intossicazioni in corso di gravidanza o alcuni farmaci antiepilettici in gravidanza e altri farmaci, oppure nascite fortemente pretermine, possono essere fattori di rischio. Questo non significa che ci sia la certezza. Altre situazioni di rischio ambientale sono state prese in considerazione, ma non abbiamo risposte certe”. C’è un incremento spaventoso di questi disturbi. Nel Salento quali sono i dati? “E’ vero: è un incremento preoccupante. Anni fa era una malattia rara: un bimbo su duemila. Oggi c’è un dato epidemiologico inquietante. Gli scienziati americani parlano di un caso su 68 nascite. Nel Salento abbiamo fatto una ricognizione recente, perché facciamo verifiche periodiche con il centro di Neuropsichiatria, e siamo a uno su 350 nascite, ma solo perché siamo fermi con i dati a causa di errori storici. La Neuropsichiatria infantile esiste solo da tre anni a Lecce. Prima si facevano molte diagnosi di ritardi mentali, senza distinguere i disturbi dello spettro autistico. Spesso non si faceva differenza, senza sapere che quello che prevale è spesso quest’ultimo disturbo: in alcuni casi si associa il ritardo mentale e altre situazioni. Difficile trovare una situazione pura”. Si sono sempre presi in considerazione tre campanelli d’allarme. Come si fa a capire se un bambino è affetto da questi disturbi? “Prima erano tre, ora bastano due sintomi: i principali sono le difficoltà nella relazione e comunicazione e gli interessi ristretti e ripetitivi: fare sempre le stesse cose, esser fissati sempre sulle stesse situazioni”. Davanti a un campanello d’allarme di questo tipo cosa devono fare i genitori, a chi si devono rivolgere? “Il filtro più importante è quello dei pediatri. Noi facciamo tantissima formazione su queste figure. Stiamo facendo un percorso di ricerca insieme a tutti i pediatri del Salento sulla possibilità di fare uno screening da parte loro e individuare i primi segnali già al primo anno di vita, con un test che si chiama ‘the first year inventory’, un protocollo che monitora i comportamenti che indicano alcuni rischi. Non comporta per i pediatri un eccessivo spreco di energie perché rientra nei ‘bilanci di salute’. Abbiamo fatto questo accordo, mentre abbiamo 64 pediatri che ci hanno già fatto avere i loro questionari. Abbiamo riscontrato questo disturbo in alcuni bambini. Questo consente di fare quel filtro precocissimo che garantisce un trattamento precoce e, quindi, la possibilità di un miglioramento”. Attraverso uno screening possiamo sapere con certezza, prima dei due anni, se esiste un disturbo di questo tipo? “Si riscontrano dei comportamenti, si compilano dei questionari e, se c’è un fattore di rischio, si interviene con uno specialista”. Quanto siamo indietro sulle cure di chi soffre dei disturbi dello spettro autistico? “Io sono l’anima tecnica del regolamento regionale 9/2016 sull’autismo. Si parte da un dato di fatto: le Asl devono essere in grado di fare la diagnosi senza problemi, tant’è vero che siamo partiti con una serie di attività come i Cat (Centri Autismo Territoriali) e altro. Ma spesso l’Asl non ha le forze per mettere in campo un trattamento adeguato, perché si tratta di trattamenti intensivi, pluriquotidiani, inevitabilmente costosi, fatti da équipe super specializzate, che le Asl non sono ancora capaci di mettere in campo. Quindi, si tratta di creare una collaborazione pubblico – privato, nel senso che il primo fa la diagnosi e invia a centri che si accreditano il paziente per le cure. Non si tratta di centri privati puri, ma di centri riconosciuti a livello regionale e monitorati dalle Asl, che mettono in campo quegli interventi di cui parlavo. In questo modo si danno delle risposte efficaci alle famiglie, che non si fermano alla diagnosi precoce. Il problema è dopo: come intervenire rapidamente ed efficacemente. Non è corretto in un sistema universalistico-solidaristico come il sistema sanitario italiano che la gente debba pagare di tasca propria questo tipo di trattamenti: l’idea era quella di convenzionare questi centri, come sta succedendo”. Quindi, a che punto siamo con l’attuazione del regolamento e con gli accreditamenti delle strutture private in grado di curare questi disturbi con équipe “super specializzate”? “Il regolamento è stato attuato per metà: nella primavera scorsa sono partiti i Cat, Centri Autismo Territoriale (ora anche da noi ci sono), dove si danno le diagnosi precoci con tutti i crismi nazionali e internazionali. Il passo successivo è in via di definizione, perché la Regione Puglia sta iniziando a individuare tutti i centri che saranno depositari del trattamento: quello ambulatoriali, semiresidenziali e residenziali”. Quali sono le terapie più efficaci per i disturbi dello spettro autistico? “Le terapie di dividono in due grandi filoni: quelle farmacologiche e quelle non farmacologiche. Queste ultime consistono nei trattamenti riabilitativi intensivi comportamentali (ABA o ESDM). Certo, non sono più le vecchie terapie che si facevano una volta: gli interventi generici di psicomotricità o cose di questo genere. Si tratta di terapie comportamentali, che si uniscono a tutto un lavoro sulla famiglia, a scuola e a livello sociale e lavorativo. Non dobbiamo fermarci all’età evolutiva, ma intervenire anche dopo. Oggi si parla anche di tutta una serie di terapie che possono affiancare il trattamento base, come la musicoterapia e altro. Cosa ne pensa Lei? “Noi restiamo ancorati alle terapie basate sull’evidenza scientifica, che ci dice quello che le ho spiegato in questa intervista. Non è dimostrato che le altre terapie siano efficaci, anche se possono produrre effetti positivi e rilassanti. Altre terapie come diete e metalli pesanti non è dimostrato che diano effettivamente vantaggio. Ci muoviamo secondo l’evidenza scientifica: è un modo corretto ed etico di dare una risposta seria a questi problemi”. G.G.
Salute Sette HIV: scoperti i codici del sistema immunitario per sospendere le cure 24/06/2025 Uno studio identifica i biomarcatori chiave nei pazienti trattati precocemente e apre nuove prospettive per terapie personalizzate.
Salute Sette Irritazioni cutanee causate dai vestiti: i consigli 22/06/2025 Uno dei rischi più comuni associati all’uso di indumenti nuovi è la dermatite da contatto
Salute Sette L’esposizione al sole dei capelli si paga a settembre: ecco come proteggersi 14/06/2025 La bella stagione può rendere i nostri capelli secchi, opachi, sfibrati e rovinati, con il rischio di una maggiore caduta.
Salute Sette Separate due gemelle siamesi: al lavoro 50 professionisti 09/06/2025 Delicatissimo intervento per due bambine provenienti dal Burkina Faso.
Salute Sette Per combattere gonfiore e ritenzione idrica si parte dall’alimentazione: ecco i consigli 30/05/2025 Modificare la dieta e alcune abitudini quotidiane può contribuire a ridurre l’accumulo di liquidi nei tessuti.
Salute Sette Allergologia, quando le lacrime raccontano la malattia 23/05/2025 Messo a punto dal Bambin Gesù un metodo per valutare l’efficacia del trattamento nei bambini affetti da cheratocongiuntivite primaverile.