Carmiano 

L’appello del padre disperato a Laggetta: “Ridatemi mio figlio!”

Parla Gianni Cairo, padre del 20enne Alessandro, seguace del gruppo di preghiera ‘Calvario di Gesù Crocifisso’. Da un lato le indagini riservate della Curia, dall’altro la ...

Parla Gianni Cairo, padre del 20enne Alessandro, seguace del gruppo di preghiera ‘Calvario di Gesù Crocifisso’. Da un lato le indagini riservate della Curia, dall’altro la disperazione di una famiglia, nel mezzo l’attività del gruppo di preghiera “Calvario di Gesù Crocifisso” che da anni opera nel Salento, tra Carmiano e Copertino, e fa capo a Tony Laggetta, 25enne panettiere di Carmiano, che racconta di parlare con il Signore. A tornare sulla singolare vicenda è Gianni Cairo, di Copertino, padre di Alessandro, il 20enne che ad agosto ha deciso di lasciare l’abitazione di famiglia per andare a vivere con il “veggente” e seguire l’attività del gruppo. Una scelta autonoma e libera, secondo quanto sostenuto più volte dal giovane, che però ha gettato nello sconforto genitori e sorelle che lo vedono cambiato, distante, in qualche modo diverso e vogliono. Dopo gli appelli lanciati dai congiunti del 20enne nelle settimane scorse, Gianni Cairo ha deciso di andare avanti per la sua strada, intenzionato a capire cosa ci sia davvero dietro le scelte drastiche del figlio, in attesa che autorità civili, religiose, militari, facciano il loro lavoro. “Sono pronto a incatenarmi finchè non avrò ottenuto certezze e fatto chiarezza sull’intera vicenda – preannuncia l’uomo - Ho bisogno di capire cos’è accaduto a mio figlio e cosa possa esserci dietro l’attività del Calvario di Gesù Crocifisso. Da tempo sento parlare di stigmate sulle mani di Tony Laggetta, che compaiono a tempi regolari e in date precise, ma ancora non mi risultano documenti e indagini ufficiali in merito, da parte dell’autorità religiosa o di altri”. Come precisato, seppur a denti stretti e con le opportune cautele, dal vicario del vescovo di Lecce a inizio mese, qualcosa si sta muovendo e sono in corso consultazioni per chiarire posizione, collocazione e attività del calvario, ma al momento non ci sono indicazioni ufficiali. In casa Cairo però il tempo è scandito da mille interrogativi, dubbi, paure. “ Da padre disperato, che vede la vita propria e della propria famiglia sconvolta, nel giro di pochi mesi, ho bisogno di saperne di più, di capire, per trovare pace – aggiunge Gianni - Sono pronto a fare un passo indietro qualora gli eventi straordinari e prodigiosi di cui parlano i fedeli del gruppo, dovessero verificarsi sul serio. Ma desidero appurare in prima persona, vedere con i miei occhi, al di là dei momenti di preghiera, cosa accade alle mani di Laggetta. Non è mia intenzione creare confusione, né instaurare tensioni o polemiche. Sono scettico però, fino a prova contraria”. Da qui l’idea di una sorta di mobilitazione, finché le sue richieste non saranno ascoltate. “Sono pronto a tutto, anche ad incatenarmi davanti alla mia abitazione o altrove,  pur di trovare le risposte che cerco, nel tentativo di far tornare almeno un po’ di serenità in casa mia. Mio figlio –ricorda l’uomo- si è allontanato da casa e da mesi vive fuori, lo ha fatto in modo spontaneo è vero, ma lo vedo comunque cambiato. Le mie preoccupazioni sono quelle di qualunque padre legato alla propria famiglia. Da qui la mia protesta, è una sorta di battaglia della disperazione. Desidero verificare con i miei occhi la nascita, l’evoluzione e la scomparsa di quei segni sulle mani del 25enne e fin da ora garantisco che porgerò le mie scuse e farò un passo indietro, qualora dovesse risultare tutto vero a seguito dei doverosi accertamenti da parte delle istituzioni o enti preposti, ai quali rivolgo il mio appello”. Fabiana Pacella

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