Cronaca Tricase Incidente Tricase, stato di alterazione psico-fisica dell'investitore non può non aver inciso sulla tragica morte di Uddin Naem Studio3A sta supportando i familiari del giovane bengalese travolto mentre procedeva in monopattino da un’auto di un 30enne risultato positivo ad alcol e droga. 15/11/2024 circa 3 minuti Inaccettabile scaricare le proprie responsabilità, la grave colpa di essersi messo al volante in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, adducendo problemi di visibilità: Studio3A darà battaglia per rendere giustizia a Uddin Naem ed ai suoi cari e affinché sia comminata una pena esemplare al suo investitore.Il ragazzo di nazionalità bengalese, nato nella città di Habiganj, che aveva solo 22 anni, era un richiedente asilo, giunto in Italia in cerca di un futuro migliore e più sicuro da pochi mesi, il 6 aprile scorso, ed era ospite del centro di accoglienza Sprar di Tricase. Invece, qui ha trovato una fine terribile.Com’è tristemente noto, la sera di domenica 10 novembre, poco dopo le 19:30, mentre procedeva a bordo strada su di un monopattino lungo via Giaccari, tratto della Provinciale Specchia-Tricase, nei pressi degli impianti sportivi, nella stessa Tricase, assieme ad un altro giovane suo connazionale che lo accompagnava in bicicletta e che è sopravvissuto per puro miracolo, Uddin Naem e l'amico sono stati travolti da una Volvo V40 che sopraggiungeva alle loro spalle, nella stessa direzione e che, dunque, li ha tamponati, condotta da un 30enne idraulico di Specchia, risultato poi positivo sia all’alcol test, con valori di tre volte superiori al limite consentito, sia al droga test, essendo state rilevate anche tracce di cannabinoidi dagli accertamenti a cui è stato sottoposto, come da prassi, dai carabinieri del nucleo Radiomobile di Tricase, che hanno effettuato i rilievi.Il conducente della vettura, su disposizione del Pubblico Ministero della Procura di Lecce titolare del relativo procedimento penale, il dott. Alberto Santacatterina, è stato tratto un arresto con l’accusa di omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebrezza e sotto l’effetto di stupefacenti. Gli è stata ovviamente anche ritirata la patente e la misura degli arresti domiciliari è stata confermata anche dopo l’udienza di convalida tenutasi mercoledì 13 novembre avanti il Gip del Tribunale leccese Giulia Proto, che ha firmato l’apposita ordinanza. In quella sede l’indagato si sarebbe giustificato ammettendo l‘assunzione di alcolici e droga, ma sostenendo di aver bevuto solo a pranzo e di aver assunto cannabis solamente alcuni giorni prima, e, soprattutto, di non aver visto i due ragazzi perché la strada era scarsamente illuminata e indossavano abiti scuri.“Una giustificazione che è non ammissibile”, osserva però Sabino De Benedictis, Area Manager per la Puglia e responsabile della sede di Bari di Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui, attraverso l’iman della zona, hanno chiesto aiuto e supporto e si sono affidati il padre e gli altri congiunti della vittima, che vivono in Bangladesh.“Crediamo fermamente che sul mancato avvistamento dei due giovani non possa non aver influito lo stato di alterazione psicofisica dell’investitore, che dovrà risponderne e pagare per questa sua gravissima condotta che è costata la vita a un ragazzo di 22 anni. E per far valere le nostre ragioni chiederemo con forza al magistrato inquirente di disporre una perizia cinematica per accertare bene la dinamica, le cause e tutte le responsabilità di questo evitabile incidente, e metteremo a disposizione della parte offesa un consulente tecnico di parte per partecipare alle operazioni peritali e tutti gli esperti per approfondire le modalità del sinistro. Lo dobbiamo al signor Rahman, il papà di Uddin, alla mamma, ai fratelli e ai nonni, che si sono rivolti a noi per capire come possa essere accaduta una tragedia del genere e per rendere giustizia al loro caro”, conclude De Benedictis.Studio3A si farà carico, nei prossimi giorni, anche dell’espatrio della salma di Uddin Naem, che tornerà mestamente nel suo Paese natale per le cerimonie funebri e dove riposerà per sempre: l’autorità giudiziaria ha già dato il nulla osta alla sepoltura.
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