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Ecotassa, il Tar accoglie nuovo ricorso: Regione deve restituire ai Comuni oltre 10 milioni

Il ricorso contro le tariffe imposte per il conferimento in discarica è stato presentato da 89 Comuni della provincia  Ecotassa: i Comuni vincono la battaglia contro la Regione: la Seco...

Il ricorso contro le tariffe imposte per il conferimento in discarica è stato presentato da 89 Comuni della provincia  Ecotassa: i Comuni vincono la battaglia contro la Regione: la Seconda Sezione del TAR di Lecce ha annullato gli atti regionali relativi all’anno 2019 accogliendo il ricorso proposto dall’avvocato Luigi Quinto per conto di 89 Comuni della provincia, con in testa il Comune capoluogo, riconoscendo il diritto all’abbattimento dell’80% dell’ecotassa. Anche per il 2019 la Regione Puglia aveva stabilito per la totalità dei Comuni della provincia di Lecce il pagamento dell’ecotassa nella misura massima di 25euro per ogni tonnellata di rifiuto conferito in discarica, con conseguente aumento della Tari a carico dei cittadini. Così i Comuni della provincia di Lecce, con la sola eccezione dei Comuni di Andrano, Collepasso, Diso, Lequile, Muro Leccese, Novoli, Ortelle, Parabita e Spongano, avevano dato incarico all’avvocato Luigi Quinto di contestare al TAR il nuovo provvedimento regionale, ritenendolo vessatorio ed ingiusto. Nel corso del giudizio l’avvocato Quinto, attraverso la produzione delle attestazioni rilasciate dagli impianti a servizio della Provincia di Lecce, ha dimostrato che i quantitativi conferiti in discarica nel periodo 2013/2018 confermano che la percentuale di rifiuto conferito in discarica è scesa rispetto a quella indicata nella pronuncia del TAR n. 305/2018. Peraltro è paradossale che la Regione Puglia richieda il pagamento dell’ecotassa in misura massima pur non fornendo una rete impiantistica per il conferimento della frazione organica idonea a consentire il raggiungimento delle percentuali imposte. Questo ha condotto il TAR ad affermare che “si rientra senz’altro in quel minimum di conferimento in discarica tale da poter qualificare i rifiuti in esame in termini di “scarti e sovvalli”, sì di ottenere, per tali ragioni, l’applicazione della premialità prevista dall’art. 3 comma 40 ultima parte della Legge n. 549 del 1995”. La vicenda è nota e risale al 2014 quando i comuni salentini si sono opposti per la prima volta alla decisione della Regione Puglia di fissare l’ecotassa a 25 euro per ogni tonnellata di rifiuto conferito in discarica, il massimo previsto dalla legge, per tutti i Comuni che non avessero raggiunto elevate percentuali di raccolta differenziata, dando così avvio alla battaglia legale. Nel ricorso sono stati censurati gli atti regionali per violazione della legge statale risalente al 1995, che ha istituito l’ecotassa e che riconosce, tra i principi fondamentali, una premialità, consistente nella riduzione dell’80% del tributo, per chi conferisce in discarica solo lo scarto di un particolare trattamenti. Premialità sempre negata dalla Regione, che ha invocato la disciplina regionale, che prevede delle riduzioni solo per il raggiungimento di elevate percentuali di raccolta differenziata, di fatto disapplicando la legge statale che invece valorizza il trattamento dei rifiuti prima dello smaltimento. In giudizio l’Avv. Luigi Quinto, nell’interesse dei Comuni salentini, ha dimostrato che il sistema impiantistico della provincia di Lecce, in funzione dal 2009, determina lo smaltimento in discarica di una percentuale contenuta nella misura del 30%, la più bassa della Puglia e tra le più basse del Paese, evidenziando come non si possa dare rilievo esclusivamente al momento iniziale della raccolta, ma occorra valorizzare anche la successiva fase di trattamento, poiché quello che conta è il quantitativo finale che viene conferito in discarica. La tesi era già stata condivisa dai Giudici del TAR di Lecce, che con un’ordinanza del 2015 avevano rimesso alla Corte Costituzionale la valutazione sulla compatibilità con la disciplina statale della Legge Regionale pugliese. E la Corte Costituzionale, ad aprile del 2017, aveva dato ragione ai Comuni, dichiarando incostituzionale la Legge pugliese. Nonostante il pronunciamento della Corte Costituzionale la Regione Puglia ha continuato ad applicare l’ecotassa maggiorata, obbligando i Comuni a ricorrere nuovamente in giudizio. “L’ultima parola sulla vicenda verrà pronunciata dal Consiglio di Stato, cui la Regione si è rivolta su una precedente conforme decisione del TAR – spiega Quinto - per il passato, della decisione potranno beneficiare i soli Comuni ricorrenti, in quanto gli atti regionali impugnati sono a contenuto plurimo. Stabiliscono infatti una tariffa per ogni singolo ente locale. L’annullamento disposto dal Giudice non riguarda l’intero provvedimento, bensì le singole determinazioni tariffarie. Solo chi ha proposto ricorso ha quindi diritto ad ottenere dalla Regione la differenza tra quanto versato e la minor somma di € 5,16. Tutto ciò salvo che l’Ente regionale, nell’ambito delle sue prerogative, non decida di estendere gli effetti della decisione del TAR a tutti i Comuni per evitare disparità di trattamento. Si tratta di cifre di enormi, che ad oggi superano i 10 milioni di euro, che dovranno essere restituite dalla Regione e che potranno contribuire a diminuire la pressione fiscale a carico dei cittadini”.

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