Cronaca Surbo Reddito zero, ma in garage una Porsche: operazione antimafia a Surbo, nei guai un uomo È scattato il sequestro di tutti i beni mobili ed immobili il cui valore è il frutto delle attività delittuose poste in essere 26/11/2020 circa 2 minuti Gestivano un bar e un circolo ricreativo, avevano un tenore di vita alto e nel garage era parcheggiata una Porsche, ma al fisco dichiaravano un reddito di poche centinaia di euro. È scattato il controllo da parte delle fiamme gialle nei confronti di un nucleo familiare di Surbo: le fiamme gialle coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo salentino, stanno dando esecuzione ad un provvedimento di sequestro di prevenzione nei confronti di un soggetto appartenente ad una famiglia mafiosa egemone in alcuni comuni salentini. La misura scaturisce dallo screening da tempo in corso ad opera della Guardia di Finanza di Lecce nell’ambito dell’attività di monitoraggio e contrasto alla criminalità organizzata ed alle sue infiltrazioni nell’economia legale in costanza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 ancora in atto, anche per impedire che risorse pubbliche possano essere oggetto di illecita apprensione. In tale contesto, sono stati avviati mirati accertamenti tesi a verificare l’esistenza dei presupposti soggettivi (pericolosità sociale) ed oggettivi (sperequazione redditi-investimenti) su un gruppo familiare di Surbo e soprattutto verificare se gli investimenti ed il tenore di vita, compresa la gestione di un bar, di un circolo ricreativo, nonché le autovetture (tra cui una fiammante Porsche Macan), l’abitazione ed i conti correnti personali, fossero coerenti con il reddito mensile di poche centinaia di euro dichiarato dal nucleo familiare. All’esito dell’attività, svolta dai Finanzieri del G.I.C.O. di Lecce, è stata avanzata alla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce proposta per l’applicazione della misura della sorveglianza speciale di P.S. con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza e il sequestro finalizzato alla confisca di tutti i beni mobili ed immobili il cui valore non ha trovato giustificazione nei redditi dichiarati dal proposto e dai familiari conviventi, risultandone il frutto delle attività delittuose poste in essere, ovvero il risultato del loro reinvestimento. Particolare attenzione è stata inoltre rivolta a dimostrare la “pericolosità qualificata” del destinatario della misura posto che lo stesso era già stato condannato, con sentenza passata in giudicato, per associazione a delinquere finalizzata al traffico degli stupefacenti, nonché l’”attualità” della sua pericolosità sociale che è stata evidenziata dalle recenti denunce per reati comuni.In conclusione, l’Autorità Giudiziaria di Lecce, facendo proprie le argomentazioni prodotte dai Finanzieri ha ravvisato la presenza di tutti i presupposti per l’applicazione della misura patrimoniale ed ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca di un’abitazione, riconducibile al proposto ed alla sua famiglia, sita nel comune di Surbo, ritenendo che, al pari degli altri investimenti famigliari, non possa che essere il frutto del reimpiego dei guadagni scaturenti dalle attività criminose nelle quali il soggetto risulta tuttora essere dedito.
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