Musica Spettacoli Lecce Al teatro Apollo in scena il "Don Giovanni" di Mozart A Lecce ritorna la grande lirica con l’opera di Mozart per la regia di Katia Ricciarelli. Ritorna la grande lirica al Teatro Apollo di Lecce con il “Don Giovanni” affidato alla regi... 09/10/2019 a cura della redazione circa 3 minuti A Lecce ritorna la grande lirica con l’opera di Mozart per la regia di Katia Ricciarelli. Ritorna la grande lirica al Teatro Apollo di Lecce con il “Don Giovanni” affidato alla regia di Katia Ricciarelli: è la nuova produzione della Camerata delle Arti di Matera che porterà in scena il capolavoro di Mozart venerdì 11 ottobre alle 21. Il suggestivo appuntamento, che rientra nell’ambito del cartellone di “Basilicata opere in atto” promosso dall’associazione musicale materana diretta da Francesco Zingariello, che in questa occasione salirà anche sul podio dell’Orchestra della Magna Grecia. Protagonista è anche il Coro lirico di Lecce. Nel ruolo del titolo canterà il baritono Pedro Carrillo, in quello di Leporello il baritono Maurizio Leoni. Donna Elvira e Donna Anna saranno rispettivamente i soprani Ilaria Cuscianna ed Erika Liuzzi, mentre Don Ottavio sarà interpretato dal tenore Zi-Zhao Guo. Elena Finelli canterà nella parte di Zerlina, Mattia Rossi in quella di Masetto, ed infine come Commendatore ci sarà Gianluca Convertino. Le scene sono di Damiano Pastoressa, i costumi della Sartoria Arrigo. «La sfida più importante per noi – spiega Zingariello – è quella di creare un circuito regionale ed extraregionale legato all’opera lirica tra Puglia e Basilicata. Risulta così ancora più vincente una scelta legata anche ai luoghi in cui abbiamo svolto finora le nostre produzioni. Un impegno che è stato confermato anche dal riconoscimento come soggetto Fus nel 2019 che si unisce alla collaborazione con la Regione Basilicata». Un mito più che un’opera: “Don Giovanni” andò in scena a Praga il 29 ottobre 1787, e una leggenda nata dai non sempre affidabili ricordi della moglie Konstanze tramanda che l’ouverture fu scritta da Mozart la notte che precedette la prima. Lo spettacolo fu «accolto con il più vivo entusiasmo», come scrisse lo stesso compositore all’amico Gottfried von Jacquin, e l’anno dopo, per la prima viennese, Mozart aggiunse tre numeri alla nutrita partitura: due arie per Don Ottavio e Donna Elvira, rispettivamente “Dalla sua pace” e “Mi tradì quell’alma ingrata”, ed un duetto per Leporello e Zerlina, “Per queste tue manine” che, a differenza degli altri due brani, non è mai entrato nella tradizione esecutiva dell’opera che, unica fra tutti i titoli mozartiani, ha sempre goduto del privilegio di aver avuto una vita scenica ininterrotta. Per quanto riguarda la scelta del soggetto è probabile che sia stata del librettista, il poeta e letterato Lorenzo Da Ponte, autore anche del libretto delle “Nozze di Figaro” e di “Così fan tutte”. Questa la trama. Leporello passeggia in attesa del padrone, che si è introdotto mascherato in casa di Donna Anna per sedurla, ma senza riuscirvi. Anna insegue il cavaliere cercando di scoprirne l’identità e viene poi soccorsa dal padre, il Commendatore, che sfida Don Giovanni a duello rimanendone mortalmente ferito. Don Giovanni s’appresta a nuove conquiste: scorge una fanciulla sola e le si avvicina, ma scopre che è Donna Elvira, una nobile dama da lui sedotta e abbandonata pochi giorni prima. Don Giovanni lascia al confuso Leporello il compito di giustificarlo, e il servo non può far altro che spiegare a Donna Elvira la natura del suo padrone, e le dà un significativo cenno del catalogo delle sue conquiste (“Madamina, il catalogo è questo”). Un gruppo di contadini festeggia le nozze di Zerlina e Masetto. Don Giovanni vuole sedurre la sposina, e la invita a seguirlo (“Là ci darem la mano”). Ma Donna Elvira la mette in guardia. Dopo una serie di peripezie il seduttore è costretto a rifugiarsi nel cimitero, dove ascolta una voce minacciosa che proviene dalla statua funebre del Commendatore. Don Giovanni non si fa intimorire, e impone a Leporello d’invitare a cena la statua parlante che effettivamente si presenta alla porta del palazzo ed invita a sua volta Don Giovanni a cena chiedendogli la sua mano in pegno. Ma la stretta è fatale: pur prigioniero di quella mano gelida, Don Giovanni rifiuta di pentirsi e sprofonda quindi in un abisso di fiamme infernali. Costo dei biglietti: 30 euro poltronissime, 25 euro poltrone e palchi I ordine, 20 euro palchi di II ordine, 15 euro loggione (escluso d.p.). Info e prevendita: Castello Carlo V, 0832.246517.
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