Cronaca Soleto 

“La Fontanella”, la Asl precisa: “Per ora nessun legame tra denutrizione e decessi”

La direzione sanitaria ha specificato che gli anziani erano già in carenza alimentare prima dello scoppio dell’epidemia

Non è certa la correlazione tra carenze alimentari e i decessi dei pazienti della residenza “La Fontanella” di Soleto. Lo precisa la Asl, ricostruendo la vicenda dall’inizio dell’epidemia, e ricordando di aver assunto la gestione della struttura soletana il 26 marzo, dopo l’ordinanza del sindaco legata alla constatazione di una carenza nei servizi assistenziali per mancanza di personale sanitario, verificatasi in seguito al contagio da Covid-19 di alcuni ospiti e di alcuni operatori della struttura.

«Al momento della presa in carico, gli ospiti erano circa 90, alcuni portatori di disabilità gravi e in alcuni casi con completa non autosufficienza. Per quanto attiene le condizioni nutrizionale degli ospiti, considerando le loro condizioni di salute, la direzione aziendale ha richiesto il 29 marzo una specifica relazione al Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica della ASL. Sulla base della verifica effettuata dal servizio è risultato che al 30 marzo, presso “La Fontanella” seguivano una nutrizione artificiale sette pazienti “con non autosufficienza completa per pregressa grave disabilita?”. Di questi, quattro erano classificati come Pazienti Disfagici e tre come Pazienti Malnutriti. Questi pazienti seguivano una nutrizione artificiale che si caratterizza per l’uso di vari prodotti dietetici (addensante, acqua gelificata, ONS (Oral Nutrition Supplement), sacche per nutrizione enterale, sacche per nutrizione parenterale. Per questo, la correlazione diretta tra la carenza alimentare o assistenziale e la causa del decesso può essere effettuata solo dopo una analisi ponderata dei singoli casi. Verifica che al momento è in corso anche da parte della magistratura a cui la Asl assicura tutto il supporto necessario per l’accertamento dei fatti».

Al momento, nella struttura sono presenti 33 ospiti. Di questi, 30 hanno una positività al Covid 19. Gli altri nel tempo sono stati trasferiti presso strutture di ricovero dell’azienda o presso case di cura accreditate. I decessi però sono saliti a 10.

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