Società Lizzanello 

Pubblicità “sessista”: la società chiede scusa e diffida gli haters

Dopo le accuse di sessismo, è arrivata la risposta della società attraverso l'avvocato Maggiulli, che chiede scusa “a chi si sia sentito offeso” e diffida chiunque ponga in essere attività lesiva all'immagine dell'azienda

Ha fatto molto discutere la pubblicità di un'azienda di Lizzanello che aveva utilizzato il doppio senso Ve la diamo gratis per promuovere i servizi offerti. 

Dopo le accuse di sessismo, è arrivata la risposta della società attraverso l'avvocato Maggiulli, che chiede scusa “a chi si sia sentito offeso” e diffida chiunque ponga in essere attività lesiva all'immagine dell'azienda. 

«In nome e per conto del legale rappresentante della “SGS Outsourcing”, società leader nel settore turistico alberghiero, mi sia concesso fare alcune precisazioni.

A seguito delle polemiche suscitate da un post pubblicitario pubblicato sulla pagina Facebook della SGS Outsourcing, cui seguiranno altri post promozionali, si chiarisce che non era assolutamente intenzione della società offendere la sensibilità di nessuno, né tantomeno essere tacciata come sessista.

Le donne per la “SGS Outsourcing” sono punto di forza e soddisfazione aziendale. Il 90% del personale è donna e tutte stimano il titolare per la grande professionalità ed il cuore che mette nel suo lavoro.

Siamo per fortuna in paese democratico, nel quale è concesso esprimere liberamente il proprio pensiero.

Siamo, grazie a Dio, tutti esseri pensanti e dotati ognuno di una diversa sensibilità. Fermo restando il rispetto ed il diritto ad una libera espressione del proprio pensiero, la “SGS Outsourcing” ritiene di dover chiedere scusa a tutti coloro i quali si siano sentiti offesi dalla pubblicazione del post incriminato. Non era intenzione offendere la sensibilità di nessuno.

 V’è, però, un sottile limite tra diritto di critica, di cronaca ed offese gratuite. Limite  che non va oltrepassato.

La pubblicazione sulla pagina dell’azienda e la condivisione di offese gratuite e di contenuti diffamatori non è certamente espressione di libertà di pensiero, ma rappresenta una condotta illecita tale da cagionare un danno aziendale risarcibile ai sensi di legge.

Tutto ciò premesso, si diffida chiunque dal proseguire con l’attività lesiva e dichiaratamente diffamatoria del diritto all’immagine, al nome, alla dignità e alla riservatezza della mia assistita.

Si invita, pertanto, a sospendere ogni attività lesiva facendo presente che ho già ricevuto mandato per adire le vie legali e tutelare in sede civile e penali i diritti della mia assistita».


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