Società Lecce 

Videolezioni in carcere: didattica a distanza anche per i detenuti leccesi

Così i detenuti potranno concludere il percorso didattico intrapreso: sulla ripresa delle lezioni interviene la Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, Maria Mancarella

Riprendono nel carcere di Lecce e, vista l’emergenza sanitaria in corso, si ripartirà con corsi in videoconferenza. A chiarirlo è la garante dei diritti delle persone private della libertà personale, Maria Mancarella, che ricorda come, dalla fine di febbraio, proprio per il Covid sia stato fatto divieto a volontari e docenti di entrare nel carcere.

«In questi anni l’esperienza attivata nella Casa circondariale di Lecce – spiega -, così come le tante presenti in tutta Italia, ha dimostrato come una buona formazione culturale abbassi notevolmente la recidiva, predisponga la persona detenuta ad un cambiamento di vita e favorisca il suo reale reinserimento nella società civile e nel mondo del lavoro. L'emergenza sanitaria coronavirus ha portato all’attenzione tutti i problemi delle carceri italiane: dal sovraffollamento e dalle condizioni igieniche alla salute, dalla rigidità ad accedere alle misure alternative alle sofferenze di una popolazione detenuta senza prospettive di effettivo reinserimento sociale, alle difficoltà di una scuola che in carcere non riesce ad utilizzare appieno tutte le sue potenzialità»

A causa delle restrizioni sanitarie, i detenuti e le detenute, che nel corso dell’anno hanno seguito le lezioni, si sono ritrovati/e, anche a Lecce, improvvisamente nell’impossibilità di terminare il percorso didattico: «Una interruzione particolarmente grave – afferma - che, come ha subito segnalato il Garante Nazionale, rischia di vanificare il grande lavoro fatto per investire sulla cultura, sull’istruzione come veicolo per il reinserimento sociale, mettendo in pericolo il concreto diritto delle persone detenute allo studio e alla formazione».

Difficoltà organizzative, carenza di personale e di spazi adeguati, ma anche pregiudizi che da sempre impediscono l’ingresso della tecnologia in carcere, hanno reso difficoltosa la ripresa delle lezioni nella modalità a distanza, così come è successo in tutte le scuole d’Italia. L’assenza di un rapporto diretto, il non poter comunicare e scambiare non solo conoscenze ma esperienze, sentimenti, preoccupazioni, vita quotidiana, vera essenza della relazione educante, ha reso questa modalità «assolutamente inefficace e spesso inutile».

«Grazie alla costanza, alla caparbietà della Dirigente dell’istituto Olivetti di Lecce – precisa Mancarella -, all’impegno dei docenti, alla disponibilità della Direttrice e del personale penitenziari, da giovedì 7 maggio la DaD nel carcere di Lecce è iniziata con una lezione prova e, a partire da questa settimana, alcuni studenti e studentesse potranno riprendere il loro percorso. Anche se l’esperienza coinvolge (ci auguriamo per il momento) solo due classi, una nel maschile e una nella sezione femminile, come Garante dei diritti delle persone private della libertà personale non posso che gioire di questo, anche se timido, riavvio del percorso formativo e fare i miei auguri agli studenti, alle studentesse e agli insegnanti coinvolti».

Saranno 10 detenuti/e (5 per classe) che frequentano l’ultimo anno del corso ad indirizzo tecnico economico che, in un’aula adeguata alle esigenze di sicurezza previste dalle disposizioni ministeriali, per il momento solo per tre giorni a settimana, seguiranno in videoconferenza le lezioni dei loro docenti, interagiranno con loro e si avvieranno, con il loro supporto, verso l’esame di maturità: «Non è molto – conclude - ma è pur sempre un segnale importante».

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