Sanità Puglia sette 

Riorganizzazione laboratori analisi: ''Sospendere il cronoprogramma dell’adeguamento''

La Sottocommissione tecnico-politica sulla riorganizzazione della rete dei laboratori di analisi pugliesi lo richiede in vista della riunione di venerdì prossimo.

“In vista della prossima riunione, abbiamo inviato una lettera all’ufficio accreditamenti della Regione Puglia per chiedere di sospendere il cronoprogramma con cui si dispone l’adeguamento al modello B1 entro il 31 luglio”. Lo comunicano i consiglieri componenti della sottocommissione tecnico - politica sulla riorganizzazione della rete dei laboratori analisi, in programma il prossimo venerdì. La sottocommissione è composta dai consiglieri regionali Marco Galante, Antonio Tutolo, Vito De Palma, Antonio Gabellone, Lucia Parchitelli, Giacomo Conserva, Francesco Lanotte e Mauro Vizzino.

“Il timore è che con questi tempi così ristretti  le multinazionali facciano razzia dei piccoli laboratori, che hanno dimostrato di essere vere e proprie eccellenze indispensabili sui territori. In attesa di ricevere una risposta dal Ministero sui quesiti sull’interpretazione autentica delle norme nazionali per quello che riguarda la soglia minima di prestazioni da raggiungere, e per capire se lo stesso numero si riferisca alla produzione delle singole strutture o all’aggregazione di più laboratori, pensiamo sia necessario derogare alla scadenza del 31 luglio.

La riorganizzazione della rete dei laboratori accreditati rischia di privare i cittadini di servizi importanti. Servono ulteriori ulteriori approfondimenti sulla delibera regionale 736/2017,con cui la Regione ha fornito i criteri per la riorganizzazione delle reti di laboratori. Il ministero infatti ha previsto che vengano mantenute le 200.000 prestazioni annuali, ma non obbliga ad abbandonare il modello A, che consente oggi alle reti di aggregare strutture di altissima qualità in grado di erogare qualsivoglia tipologia di prestazione per passare obbligatoriamente al modello B, costituto da un solo HUB e da semplici punti prelievo, come invece auspicato dalla Regione Puglia.

Non possiamo favorire i grandi investitori e disincentivare le realtà territoriali esistenti. Allo stato attuale il rischio è che moltissime delle strutture accreditate esistenti da tempo sul territorio dovranno trasformarsi in meri Punti di Accesso e quindi dismettere strumentazioni e risorse tecnologiche avanzate precedentemente acquistate, per ridurre la propria attività alle poche prestazioni indifferibili ed urgenti. Dobbiamo salvaguardare sia la qualità delle prestazioni che la tutela dei livelli occupazionali”.


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