Salute Sette Vaccino, siamo davvero in dirittura d’arrivo? La lotta col SARS-CoV-2 è ancora lunga C’è un solo virus che l’Occidente è riuscito a debellare: si tratta del vaiolo. Prima di farlo è stato necessario attendere un vaccino e iniettarlo a milioni di persone. Con il SARS-CoV-2 c’è ancora da aspettare, anche se molti vaccini sembrano in dirittura d’arrivo 23/11/2020 circa 3 minuti Pfizer-BionTech, Moderna e AstraZeneca sono vicine al traguardo della distribuzione dell’anti SARS-CoV-2, ma nessuno sa quando e come il vaccino potrà coprire il fabbisogno europeo: resta da definire la parte più difficile, quella della distribuzione. L’altro interrogativo è sulla durata dell’efficacia: dovremo ripeterlo ogni anni come quello antinfluenzale o con meno frequenza? Oppure saremo costretti a ripeterlo in periodi più brevi di un anno? Per quanto riguarda, invece, il fidarsi di un vaccino prodotto in così poco tempo, il microbiologo Andrea Crisanti è stato bacchettato dall’intera comunità scientifica per la sua “esternazione scettica”. In Puglia c’è chi, come il professor Lopalco, si è candidato già nella fase di sperimentazione a fare da cavia per l’anticovid e chi preferirebbe aspettare un po’. C’è un solo virus che l’Occidente è riuscito a debellare: si tratta del vaiolo. Prima di farlo è stato necessario attendere un vaccino e iniettarlo a milioni di persone. Con il SARS-CoV-2 c’è ancora da aspettare, anche se molti vaccini sembrano in dirittura d’arrivo. Il covid-19 ha ucciso quasi 48mila persone in Italia (20mila solo in Lombardia), molti erano già malati, ma avrebbero potuto vivere altri anni ancora. Cento anni fa la spagnola uccise 40 milioni di persone, con le sue insidiose ondate: il virus colpì mezzo miliardo di persone. Il SARS-CoV-2 con quelle specie di “spine” (che vengono disegnate come pennacchi rossi) si attacca ai recettori (che si chiamano ACE2) presenti sulla superficie delle nostre cellule, come un parassita, ingannando il sistema immunitario. A questo punto il “virus parassita” devasta la cellula e si moltiplica, poi, dopo averla prosciugata, va a infettarne altre. Il vaccino ci proteggerà, ma non sappiamo ancora per quanto: possibile che dovremo rifarlo ogni anno, come quello antinfluenzale. A ipotizzare questo scenario è stata Maria Rosaria Capobianchi, virologa dello Spallanzani di Roma, in un’intervista domenicale al Corriere della Sera. Con il primo SARS-Cov ci andò bene, ma con il nuovo coronavirus la battaglia è ancora lunga e la sanità dev’essere capace di riorganizzarsi, soprattutto quella salentina, dopo 20 anni passati a tagliare ospedali e personale, lasciando scoperti tanti posti di chi andava in pensione. CI POSSIAMO FIDARE DEL VACCINO ANTICOVID? Qualcuno dei tanti virologi salentini intervistati in questo anno ci ha sussurrato che non correrà a farsi il vaccino anticovid, di cui ancora si conosce ben poco. L’atteggiamento del noto microbiologo Andrea Crisanti, che ha affermato durante un’intervista che senza leggere i dati il vaccino non lo farà (perché vuole essere certo della sicurezza ed dell’efficacia dell’anticovid), non è rarissimo tra alcuni medici salentini, ma i più autorevoli esponenti della sanità mondiale ci spiegano che è una “paranoia” da condannare. È vero che ci vogliono 5-8 anni per produrre un vaccino e testarlo, ma non se si mettono d’impegno tutti i paesi del mondo investendo miliardi e concentrando tutte le energie sanitarie possibili. I vaccini devono superare rigidissimi controlli da parte di varie agenzie e dell’Aifa. Ecco perché il Comitato Tecnico Scientifico italiano stigmatizza i sospetti di Crisanti (che però poi ha fatto marcia indietro, dicendo di essere stato mal interpretato). Il vaccino contro il SARS-CoV-2 è arrivato velocemente perché è stato anche più facile arruolare pazienti: l’epidemia non si è mai interrotta e sperimentarlo è stato più semplice. Tra l’altro sono state investite risorse mai viste prima. Nessuna fase standard, tipica della sperimentazione dei vaccini è stata saltata: sono solo state accelerate (un gruppo di pazienti veniva osservato nella fase uno e contemporaneamente un altro successivo nella fase 2). Presto i dati ufficiali dei vaccini verranno pubblicati e tutti potranno consultarli: nessuno prenderà il vaccino al buio! Gli effetti collaterali che i 3 principali vaccini anticovid possono dare sono quelli di tutti gli altri vaccini: gonfiore al braccio e febbricola. I 3 VACCINI ANTICOVID IN CAMPO La Pfizer ha già chiuso la fase 3 della sperimentazione e a gennaio sarà in Italia: la risposta sui campioni esaminati è stata positiva al 95%. Unico problema è che questo vaccino si conserva a -75 gradi fino a 30 giorni: questo apre altri fronti logistici. Anche il vaccino di Moderna è nella fase 3, con esito positivo nel 94,5% dei casi analizzati. Questo tipo di vaccino si può conservare fino a 30 giorni a meno 2-8 gradi. Infine c’è AstraZeneca, su cui l’Italia ha scommesso in tempi non sospetti, che è nelle fasi preliminari della fase 3 e che si può conservare a -4 gradi. Tre speranze che non si potranno realizzare nell’arco di pochi mesi. Facciamocene una ragione. Gaetano Gorgoni
Salute Sette Neuroblastoma, nuova scoperta: si può capire se funziona l’immunoterapia 18/01/2021 Identificati due “marcatori” che predicono la possibilità di sopravvivenza, in particolare nei soggetti in età pediatrica
Salute Sette “Bere acqua nella plastica significa ingerire 90mila particelle di microplastiche l’anno”: lo studio 15/01/2021 Uno studio italiano ci mette di fronte a un’inquietante realtà: le particelle di plastica entrano nel nostro corpo e sono state ritrovate persino nella placenta
Salute Sette La corsa al vaccino: «Servono più dosi e meno polemiche» 13/01/2021 Il direttore generale dell’Asl di Brindisi Pasqualone getta acqua sul fuoco: «Problemi solo nei primi giorni»
Salute Sette Tachicardia in gravidanza, cause diverse: approfondire sempre 11/01/2021 Il ginecologo ospedaliero, Fabrizio Totaro Aprile spiega che l’aumento del battito oltre una certa soglia in gravidanza è ricorrente, ma che gli approfondimenti sono necessari.
Salute Sette Malformazione artero-venosa polmonare, salvata una bambina in extremis 05/01/2021 La piccola Chloe è stata sottoposta a un intervento salvavita il giorno di Capodanno al Bambino Gesù. A 5 giorni dall’intervento la piccola respira da sola (senza l’assistenza del ventilatore meccanico) e si avvia verso la guarigione completa.
Salute Sette Dad e social al tempo del coronavirus: ecco le regole suggerite dagli esperti 30/12/2020 Secondo un recente report del Parlamento Europeo, la crescita dell’uso degli strumenti digitali per stare insieme agli altri può però avere conseguenze negative