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''Di ragno violino non si muore, ma con le complicanze sì''

Con la responsabile del Centro Antiveleni della Puglia, dottoressa Anna Lepore, oggi facciamo chiarezza sui “morsi” realmente letali, che sono solo quelli delle vipere e di un ragno simile alla “vedova nera”.

Il ragno violino è balzato nuovamente agli onori delle cronache perché il suo morso è stato una delle cause che hanno portato alla morte di due persone (la prima in Sicilia e la seconda nel Salento). L’ultima vittima è Giuseppe Russo, un ragazzo di 23 anni originario di Collepasso. Il giovane era stato ricoverato alcune settimane fa presso l’ospedale “Panico” di Tricase, con febbre alta e altri sintomi compatibili – come riferito dal personale medico ai parenti – con quelli causati dal morso dell’aracnide. Il ragazzo è morto dopo un mese di cure per delle complicanze. Il morso ricevuto dal 23enne, mentre lavorava in campagna, all’inizio sembrava la puntura di una zanzara.

Con la direttrice del Centro Antiveleni di Puglia, dottoressa Anna Lepore, cerchiamo di fare chiarezza sul ragno violino. Il problema è una tossina necrotica, non un veleno mortale. Una ferita trascurata, non disinfettata, può degenerare. Il paziente salentino è morto dopo un mese. Per la puntura di un animale pericoloso come la vipera si muore dopo 24 o 48 ore, secondo gli esperti, se non ci si cura. Il ragno violino non ha un veleno in grado di uccidere un uomo: la necrosi è limitata alla zona colpita.

Dottoressa, si muore davvero con il morso del ragno violino? Il veleno di questo aracnide è realmente letale?

“Noi abbiamo a che fare con il ragno violino quasi ogni giorno da anni. Si tratta di un ragno eremita nero, il Loxosceles rufescens, che troviamo nella spesso nelle nostre campagne, ma qualche volta in casa. Se non gli diamo fastidio, se ne sta per fatti suoi. È un ragno solitario, che non dà fastidio, ma si può rifugiare nei vestiti e nelle scarpe e mordere perché crede di essere aggredito. Ora che c’è quest’attenzione mediatica, le segnalazioni sono raddoppiate. Il morso di questo ragno determina, oltre a un problema locale, una reazione sistemica a causa di una tossina necrotossica, che quindi determina necrosi (morte di cellule e tessuti ndr). Dunque, come tutte le tossine possono esserci complicanze. Non si può dire, però, che si muoia per il morso del ragno violino”.

Quindi, il vero pericolo sono le complicanze?
“L’evento della morte può essere dovuto a fatti circostanziali, complicanze intercorrenti. Bisogna sempre valutare il quadro clinico del paziente. Spesso ci sono problemi che si aggravano con il morso”.

Quando c’è il morso sospetto di qualche insetto, bisogna rivolgersi subito al centro antiveleni?
“Certamente, perché si tratta di tossine immesse nell’organismo e dobbiamo trattarle noi dei Centri Antiveleni”.

In Italia non abbiamo ragni con veleni mortali, tranne un grosso ragno simile alla “vedova nera”, vero?
“Noi abbiamo la malmignatta, nell’Italia centrale e in Sardegna, che è una specie molto simile alla vedova nera. La vedova nera è tipica della zona continentale dell’America”.

Quando ci si ritrova una puntura di ragno violino, che sembra quella di una zanzara all’inizio, ma poi una zona diventa nera, cosa è consigliabile fare?
“Noi dei centri antiveleni facciamo un’anamnesi molto accurata per capire se effettivamente è stato visto il ragno o se il paziente si ritrova questa puntura, che spesso è inosservata. È importante capire se ci sono dolore e reazioni evidenti, come l’eritema orticarioide, che si estende a livello centrifugo e può dare prurito. Le reazioni locali possono diventare da lievi a moderate. Il medico che esamina questa problematica deve fare attenzione all’evoluzione sintomatologica: si può passare a sintomi medi, con un vasto eritema orticarioide, con una parte centrale più scura, bluastra, attorniata da un alone biancastro, per poi andare verso sintomi più gravi che sono le zone necrotiche, le ulcere. Questo stato può accompagnarsi a febbre, nausea e vomito. Si può arrivare anche a casi sintomatologici molto gravi e che necessitano di esami approfonditi (in primis gli esami del sangue) e interventi immediati. Il primo intervento è quello della disinfezione della parte dove veniamo morsi, poi si fa terapia antidolorifica, antibiotica mirata e cortisonica. Se c’è prurito, bisogna associare anche una terapia antistaminica”.

Quanti casi si verificano di morso di ragno violino all’anno? Esiste realmente un’emergenza?
“Esiste nel senso che è presente il ragno violino e può dare problematiche se si viene morsi. Nei periodi più caldi, soprattutto nella stagione estiva, riceviamo dalle tre alle quattro chiamate al giorno per problematiche di questo tipo. Una media vera e propria non c’è, perché ci sono alcuni mesi in cui non vengono segnalati i morsi di ragno violino. Nei periodi caldi questi ragni vengono fuori più facilmente. La temperatura caldo-umida è favorevole per il ragno violino: i cambiamenti climatici possono aver favorito una maggiore presenza. Oggi non c’è un passaggio graduale dall’estate all’inverno”.

Dunque, oggi abbiamo capito che non si muore con il morso del ragno violino, ma con le complicanze. Solo il morso della vipera è veramente letale?
“Anche per il morso della vipera non si può fare subito il siero, l’antidoto: oggi agiamo diversamente, cerchiamo di capire se ci possono essere complicanze, approfondiamo. Alle volte proprio il siero antivipera può essere un problema, soprattutto se alla fine non si è trattato di un morso di serpente. La medicina evolve”.

Si verificano più casi di morsi di ragno violino o di vipera?
“In questo periodo ci sono molte più segnalazioni che riguardano il ragno violino. Ieri, su 30 consulenze telefoniche, 15 erano da insetti e ragno violino, ma ogni volta bisogna approfondire per non sbagliare le cure”.

Il vostro centro antiveleni è facilmente reperibile sul web, vero?
“Noi siamo uno dei 10 centri antiveleni operativi a livello nazionale: in Puglia siamo solo noi e il Policlinico ospedaliero di Foggia. Nel Sud ci siamo solo noi e Napoli: tutti gli altri centri sono dal centro-Italia al Nord. Siamo facilmente raggiungibili tramite i pronto soccorso, oppure con i recapiti sul web”.

di Gaetano Gorgoni


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