Redazionali Gioco e scommesse: un caos legislativo difficile da sbrogliare Gioco e scommesse: un caos legislativo difficile da sbrogliare 04/05/2020 circa 3 minuti Nelle varie Nazioni il gettito erariale proveniente dal settore del gioco e scommesse è una manna dal cielo, ma nonostante questo non si riesce a trovare una direzione comune e universale per tutti i Paesi sotto l'aspetto normativo. La situazione è particolarmente amplificata nel vecchio continente. Nonostante esistano infatti delle linee guida emanate dall'Unione Europea qualche anno fa, la decisione finale spetta sempre ai singoli governi. Il risultato? Un caos legislativo difficile da sbrogliare.Normativa franceseCome anticipato, ogni Paese appartenente all'Unione Europea ha il potere di legiferare come meglio crede in merito al gioco e alle scommesse. La conseguenza è che in assenza di una linea comune, a risentirne è proprio il settore, e in qualche caso anche il consumatore finale. Inutile sottolineare come questo invece vada sempre tutelato, dal momento che il denaro proviene proprio da lui. Prendiamo il caso della Francia, Paese noto nel mondo anche per alcuni dei suoi casinò fisici, ma soprattutto per aver inventato la roulette. Parliamo di un mercato da 45 miliardi di euro, che seppur inferiore ad altri Paesi, garantisce comunque allo Stato un interessante gettito erariale.Proprio nel corso di questo 2020, il Paese avrà una nuova autorità a regolamentare il gioco d'azzardo, la National Authorized Games. Questa però non controllerà i casinò online, che rimarranno invece sotto la tutela del Ministero dell'Interno. Probabilmente qualcosa si sta finalmente muovendo per una ristrutturazione completa del quadro giuridico del settore. L'ANJ, che di fatto andrà a sostituire il vecchio organo dell'Arjel, potrà monitorare su un mercato, quello delle scommesse, da oltre 30 miliardi di euro.Norvegia: stop ai giochi online esteriFa discutere e non poco il caso della Norvegia, contro cui è stata persino intentata una causa da parte degli operatori di gioco europei, riuniti sotto una sorta di associazione di categoria denominata Egba. Il motivo di tale causa è molto semplice. Il Governo ha imposto alle banche di interrompere qualsiasi trasferimento di denaro fra le società e i clienti norvegesi. Al momento non è dato sapere quali saranno gli sviluppi, perché il caso è ancora agli stadi iniziali.L'Egba sostiene che un simile divieto violi sia la legislazione norvegese che quella europea, perché non permette agli operatori esteri legali di svolgere la loro attività all'interno del Paese. Ovviamente in questo caso l'intento della Norvegia è piuttosto chiaro: tutelare quello che è il suo mercato interno, impedendo la commercializzazione di qualsiasi gioco a competitors esterni.Normativa ItalianaVeniamo al Bel Paese. Il Governo proprio di recente ha cercato di regolamentare con serietà ed efficacia il settore del gioco e delle scommesse. L'intervento ha quindi prodotto il famoso Decreto Dignità, varato nel 2018, ma che ha trovato una piena applicazione solamente l'anno seguente. In prima battuta, con questa misura si è cercato giustamente di centralizzare le attività di vigilanza sul settore affidando solamente ad AAMS il compito di monitorare le società di gioco. Grazie ad un logo posto sui siti con le slot vlt o altri giochi, il consumatore potrà verificarne immediatamente la legalità. Questo è sicuramente da considerarsi come un punto a favore della nuova normativa, perché al contrario, frammentare la regolamentazione tra più organi, porta solamente confusione nel mercato.Anche nel caso dell'Italia però, non è tutto oro quel che luccica. Tra le misure originarie previste dal Decreto infatti, una è stata oggetto di moltissime polemiche da parte degli operatori del settore. Parliamo del divieto iniziale per le società, di ricorrere a qualsiasi forma di sponsorizzazione. Seppur l'intento iniziale fosse nobile, ovvero quello di arginare il fenomeno della ludopatia, il divieto appariva di sicuro eccessivamente restrittivo, motivo per cui è stato oggetto di una revisione. Si è arrivati, al momento, ad una sorta di compromesso: gli operatori possono effettuare una corretta informazione solamente all'interno di alcuni canali.
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