Politica 

Stefáno lascia il Pd: Troppi errori a Roma, in Puglia logica di scambio voti

Il senatore uscente non si candiderà nelle fila dei Democratici. Critico con i vertici pugliesi del partito

Il senatore Dario Stefáno non si candiderà con il Pd nelle prossime elezioni. L’addio al partito di Letta dove da pochi mesi aveva fatto rientro, è stato ufficializzato in una nota di oggi in cui l’ormai ex Democratico critica le scelte operate a Roma e a anche dei vertici pugliesi accusati di voler stringere alleanze con un civismo opaco. 

"La mia è una decisione sofferta, determinata da una serie di errori di valutazione che il Pd sta continuando a inanellare. Errori, sia tattici, sia di strategia politica, che rischiano di compromettere i risultati di un intenso lavoro svolto per tutta la legislatura senza soste, e mirato ad arginare, in primis, gli effetti della crisi pandemica ed economica, ma anche una deriva populista e antieuropeista pericolosa per l’Italia e per le prossime generazioni".

Ed ancora, l'attacco al partito prosegue. "Questi errori, ormai sedimentati - aggiunge Stefàno - stanno generando un distacco fatale da quell’anima riformista, progressista e plurale di cui il Pd e l’Italia, tutta, hanno impellente necessità. Il segretario del PD a Roma e qualcun altro in Puglia, scientemente, perseguono l’obiettivo di sacrificare proprio quest’anima del partito, pure così importante. Peraltro, è lo stesso partito che nel giro di poche ore fa, ha sacrificato l’agenda Draghi per un indistinto programma generalista.
In un momento in cui è più che mai necessario dimostrare coraggio e avere chiarezza per affrontare e arginare sovranismi e populismi, nella mia regione, la Puglia, il Pd sta invece instaurando un sodalizio con un civismo opaco e di convenienza, in una pura logica di “scambio di voti”, negoziando postazioni istituzionali e luoghi di potere, con cui personalmente non ho ragione di condividere nulla. Men che meno mortificare principi e convincimenti a cui sono stato educato e su cui ho ispirato e costruito la mia vita, privata e pubblica.
Ringrazio Lorenzo, Luca, Alessandro, Andrea e Simona e tutte le colleghe e i colleghi per il bel pezzo di strada fatto insieme: è stata una bella esperienza, che non posso proseguire oltre, se questo mi costringe a rinnegare i miei valori.
Per queste ragioni, non vedrete scritto il mio nome sulle schede elettorali sopra o accanto al simbolo del Partito Democratico". 

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