Politica Nardò Mascherine obbligatorie a Nardò, scoppia la polemica: «Si revochi ordinanza» Scontro politico nella città salentina, dopo il provvedimento emesso dal sindaco 09/04/2020 circa 1 minuto La recente ordinanza del sindaco di Nardò, Pippi Mellone, che obbliga l’utilizzo delle mascherine a tutti i cittadini che escono di casa, fa scoppiare la polemica politica. I consiglieri di opposizione, Carlo Falangone, Giancarlo Marinaci, Paola Mita, Roberto My, Daniele Piccione, Lorenzo Siciliano, scrivono in una nota inviata anche al prefetto e al dirigente Asl di Lecce, la richiesta al primo cittadino di revoca immediata del provvedimento sull'obbligatorietà delle mascherine anticovid-19, in quanto «palesemente in contrasto con le vigenti disposizioni di legge e regolamentari». «Quando si varano iniziative – affermano -, in una fase di Pandemia come quella che stiamo vivendo che, nelle intenzioni, dovrebbero avere ricadute a sostegno della salute della popolazione, è indispensabile prestare la massima attenzione. E servirsi di esperti. In modo, se non altro, da attuarle nel rispetto della norme e della indispensabile sicurezza. Diversi cittadini hanno segnalato, con preoccupazione, dopo aver chiamato il numero diffuso dal Comune, il ricevimento di due pezzi di stoffa (mascherine non conformi, o meglio, non omologate) consegnate da persone che si sarebbero qualificate come appartenenti alla Protezione Civile». «Le mascherine – insistono - non a norma sono state consegnate, casa per casa, in semplici buste bianche da lettera, aperte, non sigillate, né appositamente sterilizzate. In barba ai contenuti della normativa vigente del Dpcm datato 9 Marzo 2020 - chi ha chiamato il numero diffuso anche dal sindaco sui social si è visto recapitare una semplice busta da lettera aperta e contenente due “pezzi di stoffa”, senza elastico, spacciate per mascherine anticovid-19». L'aspetto più grave, per i consiglieri di opposizione, sarebbe nella modalità di consegna in una busta aperta e a domicilio, «assolutamente rischiosa e superficiale: «Dall’amministrazione comunale ci si sarebbe atteso ben altro: delle mascherine che rispettino le norme, e una campagna diffusa per condividere semmai le regole dell'Istituto Superiore di Sanità: mantenere la distanza dalle altre persone, lavarsi le mani, non toccarsi il viso e tutti gli altri dettami ribaditi per tutelare realmente la salute pubblica e il contrasto al virus». L’opposizione chiede al sindaco la sospensione della distribuzione di stoffe «spacciate per mascherine», e, considerata l’impossibilità di dotare di mascherina tutti i neretini, la revoca immediata dell’ordinanza con cui si impone l’utilizzo della mascherina.
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