Politica 

La proposta di delibera che crea problemi al centrodestra: un nuovo “caso Zara”

Ancora una volta diverse vedute sullo sconto che si vuole concedere a una catena di abbigliamento per gli standard pertinenziali.

C’è imbarazzo e tensione nel centrodestra per la delibera a favore di “Mango Italia srl”, un’altra multinazionale spagnola di abbigliamento, che ha aperto in via Trinchese (angolo Via Filzi) e che vuole ampliare la metratura del negozio: si tratta di un nuovo “caso Zara”.

Quando un’attività allarga la propria metratura, oppure quando apre, bisogna garantire dei posti auto e dei servizi, secondo la normativa regionale, ciononostante l’intervento infrastrutturale può essere compensato da un pagamento a favore del Comune di Lecce.

La pratica è del 24/11/2024, presentata al SUAP comunale (Supro n. 171225) con la quale la società Mango Italia Srl chiede di poter stipulare la convenzione al fine di poter usufruire delle deroghe agli standard pertinenziali. La proposta di delibera di autorizzazione sarebbe dovuta approdare in Consiglio comunale il 14 gennaio, ma la discussione nella Commissione attività produttive è slittata per dissidi in maggioranza. Infatti la monetizzazione calcolata dal dirigente del settore pianificazione ammonta a euro 189.482,40, ma la riduzione concessa è del 66% (come avvenne per Zara), per un totale di euro 64.424,01 (che si può pagare in tre rate).

Nella delibera si prevede di utilizzare le risorse incassate per “migliorare la dotazione di parcheggi dell'area, la sua accessibilità, la sua riqualificazione nonché per la realizzazione di opere di arredo urbano”.

A  “Zara Italia srl”, attività che si trova proprio di fronte a “Mango”, fu concesso uno sconto importante, non senza polemiche nella stessa maggioranza (all’epoca governava Salvemini). Invece del  costo stimato di 1,7 milioni di euro, la multinazionale ha potuto pagare il 66% in meno. Nel 2021, Andrea Guido, oggi assessore dell’amministrazione Poli Bortone, ha ritenuto opportuno approfondire il contenuto della delibera 163 del 22.10.2020 con la quale, in estrema sintesi, il Comune di Lecce ha ridotto pesantemente la monetizzazione degli standard pertinenziali relativi all’immobile che si trova in via Zanardelli, “agevolando una singola azienda e non già tutti i commercianti esercenti nella stessa area urbana interessata dalla normativa di settore”.

La natura “ad hoc” del provvedimento amministrativo, che ha avuto un certo impatto sul bilancio del Comune, ha convinto Guido a interpellare la Corte dei Conti, la Procura della Repubblica e l’ANAC con un apposito esposto. Nonostante Adriana Poli Bortone e Finamore abbiano dato l’ok alla “delibera Zara”, quando sedevano sui banchi dell’opposizione, a destra c’è chi ha fatto una dura battaglia per non concedere lo “sconto”.

La stessa battaglia che si ripropone oggi. La determinazione della percentuale di riduzione della monetizzazione applicata si basava sulla valutazione che almeno 2 utenti su 3 (66%) della nuova struttura commerciale, si sarebbero recati nella stessa senza l’utilizzo della propria auto.

“Una valutazione determinata senza alcun un supporto istruttorio, oggettivo e certo che, favorendo una singola azienda, genera un mancato introito per il Comune di Lecce, nella misura di circa 1.110.000 euro”, ha scritto all’epoca l’attuale assessore Guido.

Anche 5 anni fa il la maggioranza si divise, solo che in quel caso al governo c’era Carlo Salvemini: il capogruppo Pd, Antonio Rotundo (seguito da 4 consiglieri di maggioranza di quella consiliatura (Povero, Patti, Giannotta e Citraro) disse di “no” a quella delibera, che poi però passò ugualmente. Nel centrodestra, il ragionamento che molti fanno è che una volta concesso lo sconto a Zara bisogna trattare tutti allo stesso modo. Gli intransigenti, invece, sia a destra che a sinistra, paventano un danno alle casse del Comune.

G.G.


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